Le serie più longeve e importanti di Netflix, House of Cards e Orange is the New Black, sono entrambe arrivate alla loro sesta stagione, ma profondamente cambiate nel corso di questo ultimo anno. Sappiamo tutti di Kevin Spacey, dello scandalo che l'ha coinvolto e di quello che forzatamente accadrà al suo (ex) show; molti meno invece sono coscienti della continua evoluzione della serie ideata da Jenji Kohan, di quel cambiamento di format, di tono, addirittura di location che Orange is the New Black sta consapevolmente cercando e ottenendo sin dalla stagione precedente.
Qualsiasi serie (o quasi) arrivata alla sesta stagione mostra segni di stanchezza, e lo stesso vale per quello che è ormai lo show più longevo di Netflix. La brillantezza delle primissime stagioni è ormai un ricordo lontano e anche lo stimolo a fare binge watching compulsivo si è affievolito col tempo. Anzi, a dirla tutta, uno dei grandi problemi di questa stagione 6, e ancor più di quella precedente, sono proprio i tredici episodi: decisamente troppi per una serie che ha già sparato le sue migliori cartucce anni or sono. Eppure, tra i tanti difetti, continua ad emergere un coraggio ed una volontà di cambiare che sono merce rara nel panorama televisivo.
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Maximum Security Is the New Litchfield
La quinta stagione già era stata all'insegna del cambiamento. Pure troppo forse. La rivolta della prigione era stata una trovata interessante e fruttuosa da un punto di vista narrativo e innovativo, ma la scelta di raccontarla quasi in tempo reale era stata una mossa strategicamente sbagliata. Che infatti ha allontanato non pochi fan da quello che era in assoluto lo show più amato di Netflix. Se siete tra questi ma state leggendo questo articolo in cerca di conferme o smentite, sappiate che con questi nuovi episodi si torna al format originale. Si torna ai personaggi e alle situazioni che avete amato in questi anni. Si torna quasi all'Orange is the New Black precedente all'omicidio di Poussey, ma comunque con notevoli differenze. Perché tornare indietro ormai non si può.
Scordatevi intanto la Litchfield a cui eravate abituati perché semplicemente non c'è più. Ora l'azione è tutta concentrata nel carcere di massima sicurezza che fa parte del medesimo complesso carcerario. E anche se ci siamo spostati di sole poche centinaia di metri, vi assicuriamo che la differenza è enorme. Non solo in termini di sicurezza, ma proprio come atmosfera. Avete presente le "guerre" tra i vari gruppi etnici delle stagioni precedenti? Dimenticatele. Da queste parti c'è una guerra vera in atto ed è quella tra due sorelle che comandano l'intero carcere mettendo una contro l'altra due intere sezioni del carcere e tutte coloro che le abitano.
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Un cast vastissimo, ma diviso e rimescolato
In più tutte le detenute dovranno scontare le conseguenze di quanto successo durante la rivolta. Alcune saranno costrette a confessare, altre a mentire, altre ancora a tradire le proprie compagne pur di non peggiorare la loro situazione. Nessuno dei personaggi che abbiamo conosciuto e amato durante le stagioni passate è più lo stesso. La grande novità di questa stagione 6 è proprio questo rompere alcune dinamiche di gruppo preesistenti da tempo: quelle che erano amiche inseparabili si ritrovano su due schieramenti opposti o costrette ad accusarsi uno con l'altra; personaggi che non avevano mai condiviso nemmeno una scena insieme adesso si ritrovano compagne di cella. E in più, ovviamente, nuovi personaggi, sia tra le detenute che la sicurezza, che non fanno altro che aumentare il fattore novità. E quindi anche l'interesse per lo spettatore.
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Non tutto è perfetto, però. La stanchezza di cui parlavamo sopra si fa sentire, soprattutto nei flashback ormai sempre spesso inutili e fastidiosi, soprattutto per personaggi che conosciamo già bene. Anche l'ironia non è più pungente e funzionale come una volta, un aspetto che conferma ancora una volta che ormai Orange is the New Black non è nemmeno più un dramedy (comedy puro non lo è mai stato ovviamente), ma un drama vero e proprio. Come dimostra d'altronde tutto il lungo (un'ora e venti) season finale: bello, intenso e ancora una volta in grado di lasciarci con la stessa domanda: "E ora che succede?". Aspettiamoci per la prossima stagione (l'ultima?) una nuova rivoluzione ma in fondo è bene così. Così com'è bene che non tutti i personaggi abbiano lo stesso spazio (alcuni in questa stagione vengono completamente "dimenticati"), perché alcuni semplicemente non hanno più nulla di nuovo da dire. Altri però - la fantastica Taystee su tutti, ma in fondo anche la stessa Piper che riacquista finalmente interesse - hanno ancora una storia da raccontare. E sarebbe un peccato non ascoltarla fino alla fine.
Movieplayer.it
3.5/5