Subito dopo l'annuncio di Netflix, all'evento Tudum del Settembre 2022, di una trasposizione anime di Onimusha, ovvero uno dei videogame cult di Capcom, è partita la caccia, tra gli appassionati, a maggiori dettagli su questo nuovo progetto.
D'altra parte, le versioni anime tratte dai videogiochi hanno avuto risultati spesso altalenanti, tra prodotti riusciti meglio (Castelvania) e altri... dimenticabili.
Mano a meno che venivano svelati cast, ambientazione e sinossi, l'attesa per questo titolo è cresciuta sempre di più.
Ora che Onimusha è finalmente disponibile sulla piattaforma di streaming, possiamo tirare le fila e toccare con mano il risultato finale.
Oni contro Genma
La scoperta di una miniera d'oro in un remoto villaggio del Giappone feudale ha provocato il tradimento di un samurai, Iemon, nei confronti della sua stessa famiglia. Per risolvere il problema prima di uno scandalo, viene assoldato Musashi Miyamoto, il più forte spadaccino della sua era. Ma la missione presenta molti lati oscuri e misteri. Il samurai rinnegato Iemon è stato infatti corrotto dai Genma, esseri sovrannaturali e demoniaci.
Musashi decide quindi di fare affidamento su un artefatto magico, il Guanto degli Oni, capace di concedere al suo possessore poteri sovrumani per poter cacciare e sconfiggere i Genma, ma a un terribile costo.
Accompagnato da un monaco, custode del Guanto, e da un gruppo di samurai, Musashi si imbarca così in un'altra impresa leggendaria, ignaro che questa volta in palio non c'è solo la sua vita, ma la sua stessa umanità.
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Da un grande nome derivano grandi responsabilità
Ammettiamo che, probabilmente, ci eravamo creati delle aspettative troppo alte dopo l'annuncio di una versione animata di Onimusha.
D'altra parte i nomi coinvolti erano veramente di altissimo livello, da Hideyuki Kurata (Goblin Slayer, Made in Abyss) alla sceneggiatura, a Shinya Sugai (Dragon Dogma) alla regia, fino ad arrivare nell'Olimpo dei visionari con il genio di Takashi Miike, coinvolto come supervisore artistico e alla regia.
La tecnica utilizza personaggi 3D in CGI integrandoli su magnifici sfondi disegnati a mano, e la scelta di modellare il protagonista con le fattezze dello straordinario Toshirô Mifune era davvero interessante.
Altro colpaccio mediatico è stato coinvolgere i "nostri" Måneskin per realizzare la ending, una ballata dolente e intensa di grande effetto.
Non tutto, purtroppo, ha funzionato a dovere: la trama è fin troppo lineare, con pochissimi colpi di scena e neanche particolarmente riusciti. Se i personaggi di contorno risultano abbastanza interessanti e attraversano un processo di crescita nella narrazione, il protagonista Musashi invece resta in qualche modo alieno allo sviluppo della storia. D'altra parte stiamo parlando di una delle figure più famose ed emblematiche del mito nipponico, celebrato in innumerevoli versioni e, comunque, ormai sedimentato nel loro immaginario collettivo. Aspettarsi grossi stravolgimenti su quel fronte sarebbe stato alquanto ingiusto.
La caratterizzazione estetica è comunque perfetta, grazie alla riuscita resa in animazione della grande espressività del volto di Toshiro Mifune.
Le coreografie dei combattimenti e delle scene d'azione sono altrettanto ben fatte, per quanto troppo sporadiche e rapide rispetto ai canoni di una serie action.
Quello che è purtroppo latitante, oltre a un maggiore equilibrio tra le componenti narrative e d'azione, è il tocco artistico e riconoscibile di Takashi Miike, indiscusso maestro dell'eccesso, che qui è limitato a qualche occasionale dettaglio splatter e poco altro.
Onimusha resta comunque una visione gradevole, ma rimane il rimpianto per quello che, sulla carta, poteva essere molto di più.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di Onimusha con un po' di amaro in bocca. Le premesse per un prodotto di alto livello c'erano tutte, dall'ambientazione al casto coinvolto. Sfortunatamente la serie non riesce a mantenere tutte le promesse, "limitandosi" a un action fantasy abbastanza canonico.
Perché ci piace
- Il character design di Musashi Miyamoto.
- I meravigliosi fondali.
- I combattimenti...
Cosa non va
- ... che sono però pochi e non sempre ben sviluppati.
- La trama è banalotta.
- Il finale lascia molto a desiderare.