Apriamo questa recensione di Omicidio tra i mormoni ancora pervasi dal senso di stupore che la visione del documentario diretto da Jared Hess (Napoleon Dynamite) and Tyler Measom, disponibile dal 3 marzo su Netflix, ci ha lasciato. Quella raccontata nei tre episodi della docuserie è una storia a suo modo incredibile, che sconvolse durante gli anni Ottanta una comunità religiosa estremamente importante negli USA: la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, comunemente nota come Chiesa mormone. Una religione molto giovane, fondata nel 1830 nello stato di New York da Joseph Smith, un uomo che affermava di aver incontrato Dio Padre, Gesù Cristo ed in seguito un angelo di nome Moroni. Quest'ultimo gli aveva svelato dove trovare delle tavole d'oro con su una storia alternativa sul popolo di Israele: il contenuto delle tavole divenne la base della nuova religione creata da Smith, e venne raccolto nel Libro di Mormon, testo sacro per il mormonismo.
Che cosa accadrebbe se qualcuno, un mercante di documenti antichi anch'esso mormone, trovasse degli scritti capaci di mettere in discussione i fondamenti della religione? Come potrebbe reagire una Chiesa tra le più diffuse e potenti su suolo americano (ma relativamente fragile, proprio perché così recente)? Lo spunto che dà il via al documentario è una catena di fatti particolarmente tragici, la morte per l'esplosione di alcuni ordigni artigianali di due persone e il ferimento grave di una terza. Tutte queste persone erano in qualche modo legate a una serie di documenti estremamente controversi che la Chiesa mormone stava cercando di acquistare: la cosiddetta lettera della salamandra e la collezione McLellin (contenente scritti di uno degli apostoli della chiesa, William McLellin). Il contenuto di questi documenti, secondo chi è riuscito a visionarli, avrebbe potuto mettere in discussione i più solidi assiomi della Chiesa.
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Tre bombe e due vittime
Il primo episodio di Omicidio tra i mormoni si incentra sul contesto - storico, culturale e soprattutto religioso - in cui, a Salt Lake City, avvennero gli omicidi. La direzione presa dalla narrazione è quella di dirigere ogni sospetto sulle grandi personalità della Chiesa, preoccupate dell'effetto che la diffusione di certi documenti avrebbe potuto avere. Nel secondo episodio, però, c'è un colpo di scena: l'attenzione si sposta su Mark Hofmann, un famoso commerciante di documenti antichi (e scopritore delle lettere della salamandra e della collezione McLellin), rimasto gravemente ferito nella terza esplosione. Un indizio dopo l'altro, una svolta delle indagini dopo l'altra, ci rendiamo conto che lui stesso potrebbe avere qualcosa a che fare con le bombe e con i loro nefasti effetti e che, forse, tutti gli incredibili scritti da lui riportati alla luce potrebbero essere dei falsi.
Vittima innocente o incredibile falsario? La risposta di Omicidio tra i mormoni è subito molto chiara e, anche se in un primo momento ci sembra difficile crederlo, scopriamo che dietro la facciata gentile e apparentemente irreprensibile di Hofmann si nascondono dei lati oscuri inaspettati. Il documentario ci accompagna in un viaggio nei meandri di una mente criminale dalle sorprendenti capacità, in grado - da autodidatta, non possiamo che sottolinearlo - di ingannare i più grandi esperti di documenti antichi al mondo, impegnata da una parte in una crociata contro la chiesa mormona (per motivi che spaziano dal mero tornaconto personale allo scontro ideologico) dall'altra alla continua esaltazione del proprio ego. Fino a che punto è possibile manipolare la realtà prima di essere scoperti? Se qualcosa è universalmente riconosciuto come autentico, automaticamente lo diventa?
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Le direzioni prese dal racconto
La docuserie diretta da Hess e Measom prende due direzioni ben chiare: da una parte esplora le conseguenze che l'alterazione della realtà da parte di una mente brillante e a suo modo geniale come quella di Hofmann può avere su chi lo circonda; quanto avrebbe potuto arricchirsi e al tempo stesso danneggiare la Chiesa se ad un certo punto non fosse stato scoperto? Dall'altra Omicidio tra i mormoni si pone interessanti interrogativi sulla robustezza e sulla validità del credo mormone, che viene messo in crisi così facilmente dalla possibilità che documenti come la lettera della salamandra siano autentici (degno di nota il fatto che entrambi i registi siano cresciuti negli insegnamenti della Chiesa).
Durante i tre episodi ascoltiamo le testimonianze di molti personaggi all'epoca direttamente coinvolti con il caso: amici e familiari delle vittime (Steve Christensen, possibile acquirente della collezione McLellin, e Kathy Sheets, la moglie di un socio di quest'ultimo), legali e poliziotti che hanno preso parte alle indagini, ma anche l'ex moglie di Hofmann, che ci racconta come anche lei fosse stata ingannata dalle continue bugie dell'uomo. Testimonianze che arricchiscono la storia, rendendo - visto il genuino stupore di chi la racconta, anche a distanza di così tanti anni - in qualche modo ancor più straordinari i fatti narrati. L'unica pecca della struttura imbastita dagli autori è che a volte la narrazione si trascina un po', in più di un'occasione ci siamo infatti chiesti se più di una docuserie non sarebbe bastato un unico documentario per riportare quanto accaduto, approfondendo comunque a dovere fatti e tematiche trattate. Detto questo, comunque, Omicidio tra i mormoni, è stata una piacevole scoperta ed è stato capace di catturarci (e soprattutto stupirci) molto di più di quello che ci saremmo inizialmente immaginati. Un'ottima aggiunta al catalogo true crime, già molto ricco, della piattaforma.
Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione di Omicidio tra i mormoni ribadendo quanto la docuserie diretta da Hess e Measom riesca ad esplorare in maniera interessate sia il credo mormone (ed i suoi punti deboli) che un caso dai risvolti quasi incredibili. Un’ottima aggiunta al catalogo true crime, già molto ricco, di Netflix.
Perché ci piace
- Il caso raccontato, quasi incredibile.
- La volontà di esplorare risvolti e debolezze del credo mormone.
- Le testimonianze che arricchiscono la narrazione...
Cosa non va
- ...che a tratti però si trascina un po'. Sarebbe bastato un film per raccontare questa storia?