Giovani e determinate, Petra Costa e Lea Glob si affacciano sulla scena del documentario con un lavoro innovativo e intenso che travalica i limiti del genere. Ci auguriamo che Olmo & the Seagull non resti un'opera di nicchia e che la distribuzione cinematografica internazionale, supportata anche dalla presenza di una figura di primo piano come Tim Robbins in veste di produttore esecutivo, ne favorisca la diffusione proprio per la qualità elevata dell'opera. Per il momento Petra e Lea, in competizione a Locarno nella sezione Cineasti del Presente, ci raccontano l'unione dei loro due mondi così distanti - Lea è danese, mentre Petra è brasiliana - e la fusione della loro visione artistica.
"Prima di incontrarci, Petra lavorava a Bruxelles e ha conosciuto il Theatre du Soleil. In seguito abbiamo ricevuto da un festival l'invito a collaborare. La regola era unire la visione di un cineasta europeo e uno proveniente da un altro continente. Petra stava ultimando Elena e io mi ero appena diplomata dalla scuola di cinema. Abbiamo accettato l'invito ed è nato Olmo & the Seagull" racconta Lea Glob. Petra Costa aggiunge: "Dovevamo trovare un progetto comune. L'idea era realizzare qualcosa di intenso e personale. Lea era interessata a una visione documentaria e io volevo lavorare con un'attrice così abbiamo capito che dovevamo mettere in scena l'esistenza di una persona reale".
L'incontro con Tim Robbins
Vita e cinema si fondono in modi misteriosi. Il progetto di Olmo & the Seagull cambia radicalmente dopo la gravidanza di Olivia Corsini, attrice di lunga carriera teatrale e protagonista prescelta per il progetto di Lea e Petra. "Volevamo raccontare un momento dell'esistenza significativo nella vita di una donna" spiegano le registe. "Olmo, però, ha deciso di arrivare a sorpresa. Quello che doveva essere un giorno nella vita di una donna sono diventati nove mesi". A produrre il lavoro delle due registe è un nome noto a Hollywood come quello di Tim Robbins, la cui presenza nei titoli di testa di una produzione così piccola è piuttosto curiosa. Racconta Petra: "Ho conosciuto Tim Robbins per Elena. Quando gli ho raccontato il nuovo progetto, ho scoperto che lui conosceva già Oliva e Serge perché è un ammiratore del Theatre du Soleil. Anche Tim ha una sua compagnia teatrale indipendente a Los Angeles e ha deciso di supportarci". La star ha apprezzato molto la fusione tra realtà e finzione generata dalle registe che aggiungono: "E' molto difficile stabilire quanta parte del film è reale e quanta parte è finzione. Abbiamo dato il via al lavoro con un approccio naturalistico, seguendo un'attrice che interpreta se stessa. Andando avanti ci siamo rese conto che era necessario scrivere alcune parti per fare maggior chiarezza".
"Io mi considero una femminista e spero che il mio film sia femminista"
Tra distacco e partecipazione
Lavorando in questa terra di confine tra fiction, improvvisazione, interpretazione e vita vera, Lea Glob e Petra Costa hanno scelto di interrompere la finzione della visione con inserti in cui si sentono le loro indicazioni agli attori, una forma di straniamento per coinvolgere ancora di più lo spettatore in questo strano e affascinante prodotto che hanno girato. Lea ci rivela che "non è qualcosa che avevamo pianificato, ma è come l'assunzione di un punto di vista cinematografico sul materiale. Il film contiene storie diverse: una è quella di una donna, di un'attrice che lavora e che rimane incinta, l'altra storia è quella di una coppia di attori che apre la propria vita a due registe interpretando la propria vita. Al tempo stesso siamo riuscite a generare un distanziamento brechtiano dalle vicende mostrate e una partecipazione naturalistica ai sentimenti di Olivia. Il film si nutre di questa dicotomia".
Un punto di vista femminista
Lea Glob e Petra Costa sono concordi nell'ammettere che il loro film fornisce una visione della gravidanza inedita e realistica, esplorando un territorio nuovo per la settima arte. Lea spiega che "essendo due donne sulla trentina, questo è un tema che ci tocca da vicino. Era eccitante affrontare un punto di vista inedito anche perché non era qualcosa che avevamo programmato". Petra aggiunge: "Il tema della gravidanza non è così centrale al cinema e in letteratura. Il caso più famoso è quello della Vergine Maria, ma è privato del l'atto sessuale quindi di una visione politica. A noi interessava una visione più terrena della faccenda. Se torniamo alla carne, siamo tutti coinvoli in questo tema. Forse l'uomo ha creato Dio proprio per indagare sul mistero della generazione". Riflettendo proprio sulla visione politica che trapela da Olmo & the Seagull, Petra confessa: "Io mi considero una femminista e spero che il mio film sia femminista". Lea aggiunge: "Aumentando il numero delle donne che fanno film, dovrebbe variare maggiormente anche il punto di vista e si dovrebbe ampliare il ventaglio dei temi trattati".