Incontriamo Olivia Corsinie Serge Nicolai a Locarno. La coppia, affiatata nella vita come nel cinema, ha accettato di sottoporsi a un gioco di realtà/finzione nella docufiction Olmo & the Seagull. Per il film, che uscirà in Italia a breve per la gioia di Olivia Corsini, da tempo ridente all'estero, ma sempre legatissima al suo paese, usiamo il termine 'docufiction' perché è difficile dare una definizione precisa di un'opera che mescola ricostruzione e rappresentazione, creando vari livelli di senso. Al di là di tutto, Olmo & the Seagull è un film che racconta la storia di una donna, di un'attrice, alle prese con la prima gravidanza. Il tutto vissuto - per la prima volta - dal punto di vista della donna. Scelta che ci rende partecipi di problematiche mai realmente toccate al cinema.
"Olmo & the Seagull è nato dall'incontro con la regista Petra Costa a San Paolo" ci racconta Olivia Corsini. "Io e Serge eravamo lì con il Theatre du Soleil e abbiamo avuto occasione di vedere Elena, il precedente lavoro di Petra, che ci ha provocato forti emozioni. Da lì è nata l'idea di realizzare un film insieme, un lavoro ispirato a Mrs. Dalloway di Virginia Woolf, ma dando vita a una Mrs. Dalloway reale. Mentre il progetto stava per partire, ho scoperto di essere incinta, allora ho detto a Petra e Lea Glob, l'altra regista, che non avrei potuto fare il film. Loro, però, hanno scelto di inglobare la mia gravidanza nell'opera trasformando la giornata di Mrs. Dalloway nei nove mesi di Mrs. Dalloway".
La coppia messa a nudo
In una pellicola dominata dalla presenza femminile davanti e dietro la macchina da presa, Serge Nicolai si trova in netta minoranza, ma l'attore non sembra dispiacersene più di tanto e, sornione, ci confessa di essersi sentito "molto confortato. Per me era un lavoro di coppia. Nessuno era più vicino di me a Olivia, ma al tempo stesso non avevo il ruolo classico dell'uomo. Le vedette del film erano Olivia e la sua pancia, a me piace lavorare con le donne ed è stato giusto che non fossi io in primo piano". Riguardo alla difficoltà di mostrare l'intimità della coppia, l'attore aggiunge: "In realtà nel film c'è moltissima finzione e noi abbiamo discusso con le registe perché non volevamo che venisse snaturata la nostra immagine di coppia. Abbiamo difeso la coerenza dei nostri personaggi e al tempo stesso abbiamo accettato di dire e fare cose non per forza positive perché erano vere. Ma noi siamo attori e nel film recitiamo sempre. Olivia ha accusato davvero il malessere che vediamo nel film, ma lo abbiamo reinterpretato davanti alla macchina da presa. Una cosa che abbiamo impedito di riprendere era il parto, perché il tutto sarebbe sfociato nel documentario". Aggiunge Olivia: "La scena più difficile da realizzare è stata quella di sesso perchè era un momento di intimità che noi viviamo realmente. Abbiamo riso molto e c'è stato un po' di imbarazzo sul set".
Focus sulla gravidanza
Accettando di girare Olmo & the Seagull in stato interessante, Olivia Corsini trasmette il suo punto di vista sulla rappresentazione della gravidanza, mettendo in scena questo periodo della vita senza false idealizzazioni, proponendo le trasformazioni fisiche e soprattutto psicologiche a cui va incontro una donna. L'attrice spiega: "La visione della gravidanza che mostriamo nel film è realista. Che tu sia obbligata a lasciare il lavoro o meno, la gravidanza è un momento di solitudine, è un'esperienza che fai da sola. Questo è un film estremamente politico perché parla di una situazione emotiva profonda. Per me questa solitudine è anche una fortuna, è uno strumento in più per compiere un percorso di apprendimento. La presenza di Serge è stata fantastica perché lui è talmente intelligente da non essersi mai imposto, da avermi permesso di compiere il percorso da sola con serenità. Trovo molto ironica la rappresentazione della donna incinta in piena tempesta ormonale che ha di fronte un uomo comprensivo, che accetta le sue crisi".
Anche la scelta di mostrare Serge e Olivia intenti a preparare lo spettacolo di Cechov Il gabbiano non è certo casuale. "Noi due ci siamo conosciuti a teatro, nella compagnia del Theatre du Soleil" racconta Olivia. "Io ci sono stata per sedici anni e Serge per diciotto. Il teatro fa parte della nostra vita e abbiamo scelto di integrare nel film le prove de Il gabbiano perché i personaggi del film riflettono quelli della pièce in un gioco di specchi. In più abbiamo cercato di creare una trasposizione cinematografica del tipo teatro che facciamo, molto fisico, non realista. Abbiamo giocato al teatro nel cinema". Olmo & the Seagull contiene anche momenti di rottura della finzione, in cui sentiamo la voce delle registe e gli attori si rivolgono direttamente a loro. Al riguardo Serge confessa: "Avevamo sceneggiato la storia, ma spesso Lea e Petra non spegnevano la camera dopo la fine dei ciak. La tenevano accesa perciò in fase di montaggio hanno deciso di tenere nel film alcuni momenti in cui si sente la loro voce oppure noi parliamo alla telecamera. Questo per mostrare che non è davvero un film di finzione, ma non è neppure un documentario. E' qualcosa di destabilizzante, ma aggiunge un livello di riflessione".