Era l'evento musicale più atteso del Lucca Comics & Games 2023. Né la pioggia né la bufera di vento che ha danneggiato il tendone in cui originariamente avrebbero dovuto svolgersi i concerti di questa edizione lo hanno fermato. Davanti a un palco umido di pioggia si sono riuniti i fan dei mitici fratelli Guido e Maurizio De Angelis, autori di centinaia di colonne sonore tra cui la gran parte dei film con Bud Spencer e Terence Hill, ma anche Sandokan, Orzowei e chi più ne ha più ne metta.
Musicalmente parlando, gli Oliver Onions - all'anagrafe Guido (78 anni) e Maurizio De Angelis (76 anni) - sono longevi quanto i Rolling Stones. Inaugurando la loro attività di arrangiatori e compositori di colonne sonore nel 1963, hanno composto oltre 120 colonne sonore. Il loro nome è indissolubilmente legato ai film con Bud Spencer e Terence Hill, da Continuavano a chiamarlo Trinità ad Altrimenti ci arrabbiamo, passando per Uno sceriffo extraterrestre... poco extra e molto terrestre e Bomber, ma i brani popolari firmati dal duo dei Castelli Romani sono tantissimi. Quale modo migliore per celebrare i sessant'anni di attività che circondarsi di amici e ripercorrere un viaggio musicale, cinefilo e televisivo lungo una vita?
Cartoni animati avanti Crist... ina D'Avena
Più in forma che mai nonostante il freddo, gli Oliver Onions hanno cantato e suonato insieme alla loro band per due ore filate di concerto. Le uniche pause sono state riempite da aneddoti cinefili e omaggi ad amici che non ci sono più come Bud Spencer. Accompagnati dal coro pisano degli Animeniacs, gli Onions hanno dedicato la porzione iniziale del concerto a ripercorrere alcune delle più popolari sigle di cartoni animati da loro composte. Spazio allora a Il gatto Doraemon, D'Artacan, Il giro del mondo di Willy Fog o Rocky Joe, adattamento del celebre manga sportivo di Asao Takamori Ashita No Joe che racconta le gesta del giovane pugile Joe Yabuki, orfano dall'esistenza tormentata.
Ma il primo colpo al cuore arriva quando gli Animeniacs intonano la sigla di Galaxy Express 999, gioiellino futuristico firmato da Leiji Matsumoto nel 1977 che condivide l'universo narrativo di Captain Harlock, come si deduce dal design dei personaggi. Il treno che "corre e nella notte va" è quello che collega la modernissima Megalopolis con un pianeta in cui vengono forniti gratuitamente corpi meccanici ed è proprio ciò a cui aspira l'orfano Tetsuro, tratto in salvo dall'eterea Maetel. Va detto che la sigla dell'anime è una delle più riuscite e apprezzate degli Oliver Onions.
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Televisione mon amour
Ma non ci sono solo i cartoon nell'abbondantissima produzione musicale degli Oliver Onions. Il secondo tuffo al cuore arriva con le hit del piccolo schermo, da Furia cavallo del West, composta dai De Angelis ed eseguita da Mal dei Primitives nel 1977, a Orzowei, musicata dal duo nel 1976 su testo di Susan Duncan Smith e Cesare De Natale, altra hit legata alla serie italo-tedesca del '77 che racconta la storia di un bambino bianco abbandonato nelle foreste del Sudafrica e cresciuto da una tribù di Bantu.
Dopo l'accorato SOS lanciato con la misteriosa Spazio 1999, Paolo Vallesi, uno degli ospiti della serata, fornisce il suo contributo in Sandokan, che vede il pubblico della nostra età esplodere ballando e cantando su una gigantesca operazione nostalgia incoronata, nel finale, dall'inno Mompracem vivrà. Colonna sonora per cui gli Oliver Onions furono ingaggiati personalmente dal regista Sergio Sollima, che cercava "avventura e movimento". Arriva poi il momento in cui la voce roca di Guido De Angelis lascia spazio alle coriste che eseguono la struggente Stay, hit romantica della colonna sonora di Cenerentola '80 eseguita, in origine, dagli interpreti Bonnie Bianco e Pierre Cosso.
L'irruzione di Franco Nero e Giancarlo Giannini
Nella cavalcata di due ore in cui ci guidano gli Oliver Onions c'è tanto, tantissimo cinema. Franco Nero e Giancarlo Giannini salgono sul palco sfidando il maltempo per celebrare la loro collaborazione coi fratelli romani ricordando aneddoti su aneddoti. Franco Nero si guarda divertito sul maxischermo nei panni di Keoma, nel western di culto di Enzo G. Castellari, mentre Giannini ricorda le difficoltà trovate nel cantare il brano Una vita a metà, colonna sonora del film di Bruno Corbucci Il bestione, in cui Giannini interpretava un loquace e caotico camionista siciliano.
Guido De Angelis si ritaglia anche il tempo per raccontare l'incontro con Quentin Tarantino alla Mostra del Cinema di Venezia, svelando che, quando gli è stato presentato, il regista californiano si è rivolto a lui dicendo: "Hai lo stesso nome di due fratelli romani che compongono sigle di film che adoro. Ho rubato molte loro musiche per i miei film".
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Bud Spencer e Terence Hill, amici per sempre
Ma diciamocela tutta. Il 90% degli spettatori accorsi sotto il palco degli Oliver Onions erano lì per godere delle versioni live di brani storici come l'hit Dune Buggy, da Altrimenti ci arrabbiamo, Fantasy, colonna sonora di Bomber che ha la stessa base di Galaxy, Banana Joe, e la trascinante Sheriff, inno di Uno sceriffo extraterrestre... poco extra e molto terrestre, che ha fatto ballare e saltare proprio tutti, anche gli ombrelli. Era carica di emozione la voce di Guido De Angelis nel ricordare l'amico Carlo Pedersoli, l'unico e il solo Bud Spencer, rivendicando la sua vicinanza nonostante la scomparsa dell'attore, morto nel 2016.
De Angelis ha ricordato alcuni gustosi episodi vissuti sul set con l'amico Bud, mentre il sodale Terence Hill compariva sul maxischermo alle sue spalle. Ma c'è spazio anche per l'allegro tema di Anche gli angeli mangiano fagioli, commedia action ambientata negli anni '30 e diretta da E.B. Clucher in cui al posto di Terence Hill ad affiancare il grande Bud è Giuliano Gemma, e per Bulldozer, dove la voce di Guido De Angelis è accompagnata da un tagliente riff di chitarra. Ma la vera chicca arriva nel gran finale, con l'eccezionale Coro dei pompieri. E qui cantano davvero anche le pietre di Lucca mentre le mani (con cellulari accesi o senza) si alzano verso il cielo e celebrano quel cinema degli anni '70 e '80 povero di mezzi, ma ricco di idee che ha plasmato la nostra generazione e di cui oggi sentiamo la nostalgia più che mai.