"Onorate gli anziani, perché sono tanti e un giorno diventerete tutti come loro": è condensato in questa frase, estrapolata da una pagina stropicciata consegnata alla protagonista, il significato più profondo del film, che riflette sulla vecchiaia e su come spesso quando si è giovani si finisca a pensare di essere immortali salvo poi ritrovarsi lì, negli ultimi anni della propria vita, a comprendere la verità. Come vedremo nella recensione di Old People, la storia riflette tramite le dinamiche di genere sul dramma degli anziani lasciati soli, spesso abbandonati a loro stessi in case di riposo fatiscenti dove solo il buon cuore degli infermieri - ma a volte nemmeno quello, come dimostrano sempre più spesso inquietanti fatti di cronaca - porta un po' di compagnia a queste anime sole, che si ritrovano ad affrontare il tramonto della propria vita in una lancinante solitudine.
L'orrore ha inizio
Durante una calda notte estiva la nazione tedesca è scossa da un'incredibile e spropositata ondata di violenza, provocata da persone anziane che di punto in bianco sono impazzite e hanno perso la testa ferendo e uccidendo chi si fosse trovato sulla loro strada. Ella sta facendo ritorno al villaggio di campagna dove è nata e cresciuta per presenziare al matrimonio della sorella. Insieme a lei i figli, una ragazza adolescente e un bambino, avuti dal marito con il quale si è separata e che è rimasto a vivere nel luogo natio insieme alla nuova compagna, infermiera nell'ospizio locale. La comunità è infatti abitata per la maggior parte da persone anziane, molte delle quali si trovano proprio ricoverate in quella struttura fatiscente e in condizioni spartane, anche per via della scarsità di personale che è obbligato ad adottare misure drastiche pur di mantenere l'ordine all'interno dell'edificio. La sera delle nozze qualcosa si scatena tra i vecchi lì ospitati, che impazziscono e dopo aver ucciso i badanti evadono dalla loro "prigione", in cerca di vendetta verso il resto del mondo. Ella e la sua famiglia si troveranno alle prese con una disperata lotta per la sopravvivenza.
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Tra il dire e il fare...
L'etica e il messaggio retroattivamente edificanti, per quanto spiccioli, avrebbero potuto garantire una veste introspettiva non da poco, sfruttando il filone horror per parlare d'Altro con cognizione di causa. Peccato che gli spunti pur insiti in fase di sceneggiatura vengano diluiti in un racconto popolato da personaggi anonimi e monodimensionali e da dinamiche altrettanto improbabili, che scadono in più occasioni nel ridicolo involontario. Perché a conti fatti Old People non è altro che uno zombie-movie di bassa qualità dove al posto dei morti viventi vi sono proprio gli anziani: ecco perciò che il rischio parodia si tramuta ben presto in realtà, con risvolti sempre più assurdi e soprattutto nessun nesso logico - o almeno plausibilmente contestualizzato al genere - a giustificare quest'estemporanea follia di massa che ha colpito soltanto la fascia più debole della popolazione.
Il nemico alle porte
"Anticamente si pensava che uno spirito vendicativo possedesse gli anziani. Un potere oscuro che si impossessava dei membri più fragili del clan e generava in loro una rabbia apparentemente cieca": la premessa è affidata a questa scritta in sovrimpressione in apertura, senza alcun riferimento preciso e facendo affidamento su vaghe credenze pagane rimasticate ad uso e consumo della narrazione in questione. Ecco poi che ci viene presentato il nucleo di protagonisti principali, ognuno caratterizzato su stereotipi più o meno marcati - dai genitori separati in procinto di riconciliarsi alla nuova fidanzata di lui comprensibilmente gelosa, dal bambino che necessita l'inalatore al nonno amorevole che funge da "mediatore" - e su ambiguità talmente nette che tutto è ampiamente prevedibile già minuti prima che avvenga. Situazioni e decisioni forzate trascinano verso un'escalation finale dove la tensione viene esasperata inutilmente, con i movimenti di camera che seguono in maniera sempre più forsennata un cast ormai spaesato e in balia dei buchi di trama. Le potenzialità di partenza sono così disciolte in uno svolgimento deludente, che invece di generare un sano terrore ammantato da note amare finisce per scatenare risate impreviste, fino a quell'epilogo che apre ad un sequel in un mondo potenzialmente invaso da anziani affamati di carne umana: Geriatric World potrebbe essere un titolo ben più che adatto.
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Conclusioni
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Old People il film cerca di affrontare il tema della vecchiaia e della solitudine che spesso affligge le persone anziane tramite le vie dell'horror e in particolare quella degli zombie-movie. Non è un caso che la seconda metà si trasformi inesorabilmente in una lotta per la sopravvivenza da parte degli anonimi protagonisti contro i canuti pazienti di un ospizio, che altro non sono che un'inedita versione dei classici morti viventi privi di intelligenza ed emozioni. Si scade a più riprese nel patetismo e nel ridicolo involontario, sprecando le pur notevoli potenzialità insite nell'incipit di partenza.
Perché ci piace
- La sceneggiatura conteneva spunti potenzialmente interessanti...
Cosa non va
- ...ma li spreca in una narrazione improbabile e forzata.
- Il ridicolo involontario è sempre dietro l'angolo.