Recensione Old Man & The Gun: il grande addio di Robert Redford

La recensione di Old Man & The Gun: l'addio alle scene di Robert Redford è un film leggero, soffuso, sospeso, jazzato, che ci riporta agli anni Settanta.

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The Old Man & the Gun: Robert Redford e Gene Jones in una scena del film

Nel momento in cui ti dicono che scriverai una recensione di Old Man & The Gun capisci subito che avrai una certa responsabilità. Il film di David Lowery, presentato alla Festa del Cinema di Roma, è infatti l'ultimo lungometraggio in cui reciterà il grande Robert Redford, che ha deciso di ritirarsi dalle scene. Dalle prime immagini di Old Man & The Gun, dalle prime scene in cui appare sullo schermo, capisci subito che guarderai tutto in un modo molto particolare: non staccando mai gli occhi da questo grande attore, sapendo che, in un nuovo film, non lo rivedrai più.

Old Man & the Gun racconta, dal 1981 in poi, la vera storia di Forrest Tucker, ladro molto particolare specializzato nelle rapine in banca, del suo incontro con una donna di cui si innamora, Jewel (Sissy Spacek) e di John Hunt (Casey Affleck), il poliziotto che decide di impegnarsi nel dare la caccia a quella che i media hanno cominciato a chiamare la "banda dei vecchietti", vista l'età avanzata rispetto ai soliti rapinatori: sono tra i sessanta e i settant'anni, anche se ben portati.

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Il canto del cigno di Robert Redford

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The Old Man & the Gun: Robert Redford e Sissy Spacek in un momento del film

Old Man & the Gun è scritto, recitato e girato proprio per essere il canto del cigno di Robert Redford. Sarà che, come dicevamo, non stacchiamo gli occhi da lui, ma è evidente che la regia è perfettamente al suo servizio: il film è pieno di primi e primissimi piani, sul volto, gli occhi, la bocca di Redford. Tutto è studiato per valorizzare l'espressività di un viso elegante, a cui le rughe non sembrano fare effetto, anzi, sono lì per aggiungere altri colori alla sua tavolozza espressiva. Già dal primo, bellissimo, incontro con Sissy Spacek, possiamo notare quei suoi occhi, piccoli e vispi, vivissimi, quel sorriso a suo modo discreto, misurato. Ecco, se dovessimo trovare un tratto distintivo nella recitazione di Redford è proprio la misura, un voler restare su delle prestazioni sempre controllate, centrate sui dettagli, sulle sfumature impercettibili. Un non voler andare mai sopra le righe, anche in situazioni più drammatiche o pericolose. Tratti che ne fanno un attore molto particolare tra quelli della sua generazione, gli attori esplosi tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta (i Nicholson, i De Niro, i Pacino), tutti molto più istrionici.

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Casey Affleck e i mezzi toni

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The Old Man & the Gun: Robert Redford e Casey Affleck in una scena del film

A proposito, un degno contraltare di Robert Redford è il suo "antagonista" (che poi, vedrete, essendo un film molto particolare, tanto antagonista non è...), quel Casey Affleck che ha fatto dei mezzi toni e dell'understatement il marchio di fabbrica della sua carriera. I due sono perfetti per stare in un film come questo. Old Man & The Gun è un film leggero, soffuso, sospeso, quasi jazzato come la partitura musicale che spesso accompagna le scene. Più che un poliziesco, o un heist movie, è una commedia sofisticata. Perfetta per raccontare la storia di un ladro gentiluomo, che rapina le banche con tranquillità e sempre con il sorriso sulle labbra, lontanissimo dalle entrate in scena ad effetto e della violenza di un John Dillinger (citato volutamente nel film, a contrasto).

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Old Man and the Gun: Robert Redford in un'immagine

Un uomo a cui "non interessa guadagnarsi da vivere, ma vivere", che ama davvero quello che fa. Un uomo che è stato arrestato 17 volte e quasi sempre è evaso (anche da prigioni come Folsom e San Quentin, care a Johnny Cash). Il poliziotto di Affleck è altrettanto gentile, posato, viene ripreso spesso in scene familiari con i bambini. Con due caratteri così il primo incontro tra i due non può che essere una scena "cult", di cui non vogliamo dirvi di più. Nel cast brillano anche Tom Waits, Danny Glover e l'intensa Elizabeth Moss di The Handmaid's Tale.

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The Old Man & the Gun: Robert Redford in una scena del film

Un paradosso spazio-temporale

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The Old Man & The Gun: Robert Redford e Sissy Spacek in una scena del film

Tutti questi elementi vanno a finire in una confezione pregiata, che fa di Old Man & The Gun un viaggio indietro nel tempo. La storia è ambientata nel 1981: tutto - fotografia, grana dell'immagine, inquadrature - è pensato per rispecchiare il cinema di quei tempi, non il cinema patinato degli anni Ottanta, ma quello degli anni Settanta, dove Robert Redford è esploso ed è diventato un divo amatissimo. Old Man & The Gun è pensato per celebrare l'addio alle scene di Robert Redford, per costruirgli attorno il suo ambiente ideale, per puntare su di lui i riflettori. Godetevi il finale che, con intelligenza, riesce a recuperare alcune immagini di repertorio inserendole perfettamente nella trama. Guardando Old Man & The Gun ci si ritrova in un cortocircuito, in un paradosso spazio-temporale. È come se, con una macchina del tempo, si fosse preso il Redford di adesso e lo si fosse portato nel cinema che lo ha visto nascere, vivere ed esplodere, quello americano degli anni Settanta. È il modo migliore per dire: addio, caro Bob.

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3.5/5