Dopo il successo televisivo di Boris ed un un primo passo sul grande schermo proprio col film ispirato alla (fuori)serie italiana, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo tornano al cinema con il film per eccellenza del panorama italiano: il film di Natale. Ma lo fanno, ovviamente, a modo loro, prendendo tutto ciò che c'è di tradizionale, e per tanti fastidioso, delle feste e usandolo come spunto per una commedia sopra le righe, che tende al grottesco e funge da spunto per riflettere su alcuni aspetti del nostro paese che nel periodo delle feste emergono pericolosamente.
Ogni maledetto Natale mette al centro del racconto una giovane coppia, quella formata da Massimo e Giulia (Alessandro Cattelan ed Alessandra Mastronardi) nella primissima fase della loro relazione, messa a rischio dalle ansie e lo stress delle Feste: può l'amore resistere e sopravvivere ad una celebrazione che dovrebbe unire e invece finisce per stressare le persone fin dalla notte dei tempi, e a superare la dura prova del Natale passato con le rispettive famiglie?
Un esordio importante
Per il protagonista Cattelan, sempre più in vista grazie anche alla sua esperienza come conduttore di X-Factor, è l'esordio sul grande schermo, una prima esperienza non difficile: "è più facile quando si inizia con il meglio che si può trovare e poi Massimo è un personaggio che si trova ad essere fuori contesto nella prima parte del film, come lo ero io sul set." Ma ha affrontato la prova con la massimo disponibilità anche ad imparare i trucchi del mestiere dai colleghi più esperti. "Non ho rubato niente, ma ho osservato tutti cercando di inserirmi, ", ha dichiarato, "mettendomi dove mi dicevano con molta umiltà in questo nuovo mondo che ancora non conoscevo". Un'inesperienza che ha fatto da filo conduttore a tutta la sua avventura legata ad Ogni maledetto Natale, fin dal provino. "Non avevo esperienza e fin dal secondo provino ero convinto che mi avessero già preso. E nemmeno mi rendevo conto che stavo affrontando provini che duravano più del normale, anche dieci ore, erano dei veri test di sopportazione."
Lo conferma Vendruscolo: "Gli facevamo provini infiniti perché era troppo bravo e non potevamo crederci! Ha quella capacità tutta inglese di lasciarsi scivolare le cose addosso."
Ma come mai hanno scelto Cattelan? Ce lo spiega Ciarrapico: "Perché ha vinto il provino e lo abbiamo preso. Abbiamo questo strano criterio di scegliere gli interpreti più bravi..."
Ogni maledetto interprete
Importante anche la scelta dei comprimari, per dar vita alle due pittoresche famiglie. Si tratta di due gruppi di parenti di natura opposta: i Colardo di cui fa parte Giulia sono semplici e ruspanti, persone della campagna della Tuscia, mentre i Marinelli Lops di Massimo sono ricchi e un po' snob. Ma un punto in comune lo hanno: sono interpretati dagli stessi attori: Francesco Pannofino e Laura Morante interpretano padre e madre di entrambi i ragazzi, mentre Marco Giallini, Valerio Mastandrea, Corrado Guzzanti, Caterina Guzzanti, Andrea Sartoretti e Stefano Fresi si rimescolano da una famiglia all'altra per comporre i due pittoreschi affreschi di italianità. "E' stato un passare da una parrucca all'altra," spiega Mastandrea, "e non pensate sia facile farlo. Ma i registi ci hanno aiutati ad entrare nei diversi personaggi, perché c'è sempre stata molta chiarezza sulle intenzioni." Non facile interpretare due personaggi diametralmente opposti, ma senza dubbio stimolante. "travestirsi aumenta l'aspetto ludico della recitazione," racconta Laura Morante che aggiunge: "a dire la verità mi trovo più bella come Colardo che come Marinelli Lops. Non mi piace molto vedermi su schermo e con il trucco della Colardo mi rilasso perché guardo qualcuno che non so chi sia."
Lo conferma Pannofino: "io ero innamorato di Colardo, poi lavorandoci Marinelli ha preso piede. E' quello su cui puntavo meno ed alla fine mi ha dato più soddisfazione."
Qualcosa sui propri ruoli la aggiunge anche Giallini: "il mio Colardo è un Buffalo Bill ed è stato divertente interpretarlo: ho parlato poco ma sparato molto. E' un pazzo scatenato... ma anche l'altro."
Una scelta, quella del doppio ruolo, che ha entusiasmato Corrado Guzzanti: "mi piaceva l'impianto teatrale con gli attori a fare due ruoli. Ma anche il fatto che si accenna continuamente a questioni antiche e del paese, non sempre necessariamente spiegate. Anche il litigio tra Sauro e Aldo non è mai chiarito, ma le faide sono così."
E' il produttore Lorenzo Mieli a completare il quadro: "Abbiamo cercato di mantenere una specularità dei due mondi per rafforzare l'idea del significato del film."
Dall'idea allo schermo
Ma come è stato impostato il percorso produttivo che ha portato a Ogni maledetto Natale? Il produttore Lorenzo Mieli ce lo racconta: "abbiamo pensato molto a questo film, ha avuto una gestazione lunghissima. E' sia la storia personale dei due protagonisti che del loro rapporto con le rispettive famiglie e per questo i provini erano così lunghi: dovevamo trovare due interpreti in grado di reggere il film sia da soli che a contatto con i mondi surreali dei familiari."
Luca Vendruscolo dice la sua al riguardo: "tutto è partito da una sfida, dall'idea di fare un film che uscisse a Natale ma che non facesse quello che ci si aspetta da una commedia natalizia. Siamo partiti come per fare una qualunque commedia, abbiamo identificato un tema e ci siamo fatti delle domande. Ci siamo resi conto che parlare di Natale vuol dire parlare di famiglie e che anche chi ama il Natale ha sempre una parte del rituale che detesta. Poi abbiamo trovato un cast fortissimo e l'idea interessante del doppio ruolo da sfruttare." E' quindi un anti-cinepanettone? Mastandrea mette in guardia al riguardo: "Cerchiamo di non tifare per qualcosa, ma di offrire al pubblico una grande varietà. Non pensiamo a Ogni maledetto Natale come anti-qualcosa, è una commedia di un certo tipo che contestualità il Natale. Dobbiamo cercare di creare una pluralità di offerta che spinga il pubblico ad andare al cinema."
Uno sguardo al futuro
Ma che ci si aspetta dal futuro? Prima di tutto le reazioni al film, che gli autori si aspettano. "Se fai un film è per trasmettere un messaggio e ti aspetti delle reazioni." Ma non trovano ci sia niente che possa creare polemiche eccessive, nemmeno tra i viterbesi di cui fanno parte i ruspanti Colardo. E poi arriverà il tanto temuto Natale, col quale ognuno dei cast ha un suo rapporto tutto personale. "Mi piaceva da bambino," dice Cattelan "e ora che ho una figlia mi piace farle regali." Gli fanno eco i colleghi, dalla Mastronardi che da Napoletana lo vive in modo molto caloroso e vivace, alla Morante che ama il Presepe e considera le feste l'unica occasione dell'anno in cui riunirsi con i parenti. Ma c'è anche chi, come Pannofino, lo considera "una gran rottura", un po' come i personaggi del film, e si troverà a teatro per provare lo spettacolo che debutta il 26.
Ma c'è stata anche l'occasione per parlare di un futuro più lontano. Cattelan non ha ancora deciso se ripetere l'esperienza del grande schermo: "sono stato felice, ma non so se dipende dallo splendido gruppo in cui mi sono trovato o da questo mondo in generale." Corrado Guzzanti è invece al lavoro proprio con Mattia Torre ad una serie breve per Sky, sei puntate da trenta minuti, che è ancora in fase embrionale. Il titolo provvisorio è Dov'è Mario? e racconta una disgrazia che capita nel mondo degli intellettuali. "Ma per scaramanzia non vorrei parlarne troppo..." spiega. Il tutto attendendo le regole del gioco di carte che appassiona i Colardo, Spurchia Filetto a coppie, che anima una delle sequenze più divertenti e deliranti del film e sul quale si è scherzato in conferenza. "Farà parte del merchandising del film!" Spiega Vendruscolo ridendo "uscirà una scatola che comprende le pistole e tutto il necessario per giocarci!"