Sono passati 17 anni dall'Ocean's Eleven firmato Steven Soderbergh, eppure all'arrivo di Ocean's 8 sembrano molti di più. Hollywood nel frattempo è completamente cambiata e ha come priorità quella di trovare nuovi mercati e seguire nuove tendenze e filosofie. Se insomma prima si poteva prendere un film vecchio di quarant'anni come Colpo grosso e farne un remake ad uso e consumo di nuove generazioni senza troppi problemi, oggi bisogna stare molto più attenti a non suscitare l'ira dei fan, non commettere alcun reato di lesa maestà e soprattutto a trovare il giusto equilibrio nel casting per quanto riguarda le presenze di entrambi i sessi e di tutte le etnie.
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Grazie anche ad un parterre di attori come se ne vedevano raramente all'epoca, il film con George Clooney, Brad Pitt e Matt Damon fu un grande successo tanto da diventare ben presto una trilogia, e furono in pochissimi nel 2001 a ricordare con nostalgia il mitico rat pack di Frank Sinatra, Dean Martin e Sam Davis Jr. Ancora meno furono quelli che ebbero qualcosa da ridire sulla presenza a dir poco ridotta, se non sprecata, di una superstar quale Julia Roberts, unica presenza femminile di rilievo in tutto il cast.
Oggi le cose sono molto diverse. Tanto che la produzione di Ocean's 8, il primo spin-off di una saga lontana dallo schermo da oltre dieci anni, si può permettere uno scintillante e prestigiosissimo cast tutto al femminile. E arrivare comunque ad incassare quanto i primi tre film, senza però contare sulla presenza di nessuno degli attori precedenti. Finendo, anzi, a concedersi il "lusso" di tagliare il prestigioso cameo girato e annunciato da Matt Damon in seguito alle dichiarazioni un po' troppo ambigue di quest'ultimo sul tema #MeToo.
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Una trama al servizio di un cast all-star
Il successo commerciale di questo film è ovviamente merito delle sue splendide protagoniste: nel cast Sandra Bullock, Cate Blanchett e Anne Hathaway, tre attrici già premiate con l'Oscar che non hanno bisogno di presentazioni e che da sempre hanno saputo alternare progetti più autoriali ad altri più di cassetta. In questo Ocean's 8 scelgono semplicemente di divertirsi e divertire, dimostrando, innanzitutto, di non essere da meno dei loro colleghi maschi sotto nessun aspetto. Carisma e bellezza certo non mancano, e d'altronde la saga di Ocean non è mai stata caratterizzata dalle scene adrenaliniche.
La scelta quindi di (ri)comporre con il duo Bullock/Blanchett quasi una copia esatta di quello formato da Clooney/Pitt va visto più come un omaggio che una vistosa mancanza di fantasia, quasi un test per mostrare al pubblico che in certi casi davvero il sesso del protagonista non influenza in alcun modo il risultato.
Ecco quindi che Sandra Bullock interpreta la sorella di Danny Ocean, Debbie, appena uscita di prigione e con in testa un piano perfetto per la rapina del secolo, mentre Blanchett è l'amica silenziosa, astuta e protettiva che l'aiuta a mettere su il resto della squadra.
Molto più divertente e fuori dagli schemi la Daphne Kluger interpretata da Anne Hathaway, una delle vittime della rapina al centro del film, se non altro perché può permettersi di giocare con le isterie e i divismi della modella tutta apparenza e senza cervello. E poi perché può fare coppia con una Helena Bonham Carter nei panni di una fashion designer nei guai con il fisco e ormai fuori moda, oltre che di testa. A completare il gruppo delle rapinatrici ci sono l'esperta di diamanti Mindy Kaling, l'hacker "Palla 9" di Rihanna, la ricettatrice Sarah Paulson e la giovane scippatrice interpretata da Awkwafina. Per ciascuna di loro c'è spazio per una piccola sottotrama, un importante ruolo nel colpo finale ed un cambio d'abito di grande effetto, ma, come ovvio, a brillare davvero sono soprattutto le superstar di cui sopra.
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Tra sequel e remake: il futuro è donna?
Se le attrici funzionano e il film rimane comunque scorrevole e piacevole da vedere per tutta la sua durata, cos'è che non va in questo Ocean's 8? In realtà assolutamente nulla, come d'altronde non c'era nulla di tecnicamente sbagliato nei tre film precedenti. Ma quanto sono ancora memorabili? Quanto hanno effettivamente segnato il panorama cinematografico dello scorso decennio? Questo Ocean's 8 non devia di una virgola dal format precedente ma semplicemente ripropone la stessa identica formula in una salsa diversa. Si tratta di una prova di forza importante per quella parte di industry hollywoodiana che vuole far emergere i molteplici e variegati talenti femminili presenti al suo interno, ma è davvero questo il modo giusto?
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Così com'era già stato l'anno scorso per Wonder Woman, è ammirabile l'intenzione che si nasconde dietro a questo progetto ed interessante la promessa che in qualche modo fa al suo pubblico, ma portare avanti l'idea di un cinema diverso fatto dalle donne per le donne vuol dire anche avere il coraggio di rischiare di più. Vuol dire avere il coraggio di scrivere personaggi e situazioni da zero e non semplicemente adattare quanto già fatto in passato con nuove interpreti. La speranza è che questo Ocean's 8 non venga considerato da Hollywood il colpo grosso, ma solo una prima fase preparatoria per quella che potrà essere davvero la rapina del secolo: togliere agli uomini di cinema la presunzione che esistano cose che solo loro possono fare. Sappiate però che, una volta portata avanti questa giusta e doverosa "vendetta", noi ci aspettiamo solo grande cinema. E possibilmente qualche idea in più.
Movieplayer.it
3.0/5