Presentato a Venezia 2019, adesso Obsessio - La storia di Trevor McNills è disponibile sia in homevideo per CG Entertainment-Real Dreams che in digitale sulla piattaforma CG Digital. È l'occasione per scoprire il thriller psicologico diretto dal catanese Giovanni Marzagalli, in arte John Real, vincitore Globo d'oro nel 2011 come regista rivelazione dell'anno per Native. Anche se come vedremo nella recensione di Obsessio - La vera storia di Trevor McNills, riteniamo questo lavoro decisamente meno riuscito.
L'escalation di un'ossessione
Obsessio - La storia di Trevor McNills racconta di un importante e viscido uomo d'affari (Neb Chupin) che, causa un disturbo ossessivo compulsivo di personalità, si innamora in modo malato della sua impiegata, l'avvenente Natalie (Natalie Burn). L'uomo è affascinato in modo morboso dalla sua bellezza e ossessionato dall'averla sempre sotto controllo: infatti l'arrivo in ufficio di un collega che dimostra subito feeling con la ragazza, lo renderà ancora più geloso e per questo molto pericoloso. Il mobbing lavorativo finirà per trasformarsi in stalking e poi in vera violenza, rendendo la vita della ragazza un vero inferno.
Mobbing e violenza psicofisica sulle donne: un tema sempre attuale
Il film di John Real va esaminato sotto due aspetti distinti. Il primo è il tema trattato, quello scottante delle molestie sul lavoro e le sue pericolose derivazioni, ed è meritorio riportarlo a galla in maniera così chiara ed esplicita, tanto da farne l'asse portante del soggetto. Di mobbing, stalking e violenza psicofisica sulle donne, soprattutto sul posto di lavoro, non si parla mai abbastanza, anche all'epoca del caso Weinstein e del #MeToo. La terribile escalation di pressioni psicologiche, di frasi e comportamenti ambigui e subdoli del protagonista, che sfocia fino alla violenza con conseguenze devastanti per la vittima, segue nel film una diabolica dinamica sicuramente interessante.
Script all'osso, inutile lentezza e confezione povera
Ma è il secondo aspetto del film che lascia perplessi: se non ci sono dubbi sull'interesse dell'argomento trattato, è il modo in cui metterlo in scena che lascia molto a desiderare. Innanzitutto la confezione è davvero troppo scarna: a parte un paio di anonime panoramiche di grattacieli americani slegatissimi dal contesto, la location è limitata in pratica all'ufficio, a parte una scena nella casa della ragazza. Per carità, il budget sarà stato risicatissimo, ma c'è modo e modo di sfruttarlo. Lo script inoltre è davvero povero, ogni scena è prolungata all'inverosimile proprio per fare durata, perché in realtà quel che accade è pochissimo. Per cui la lentezza, che può essere un pregio per certi film, qui ha la sensazione di una scusa per tirarla più per le lunghe, come in alcune interminabili ripetizioni di gesti e atti di cui abbiamo già capito da tempo la ripetitività.
Intepretazioni rigide e forzate, discreta la colonna sonora
Al ritmo piatto, a parte un solo guizzo di una certa vivacità verso il finale, si abbina anche una veste patinata a tratti diventa imbarazzante, oltre a una regia spesso banale. E non aiutano le interpretazioni, spesso rigide, meccaniche e palesemente forzate, asettiche come l'ambientazione dell'ufficio. Meglio la colonna sonora, ma la sensazione finale è di aver puntato l'asticella troppo in alto: gestire narrativamente il tortuoso percorso di una mente deviata, è difficile, e qui il prodotto non è pari alle pur ammirevoli ambizioni.
Conclusioni
Come abbiamo visto nella recensione di Obsessio - La storia di Trevor McNills, il film di John Real resta purtroppo abbondantemente al di sotto delle pur lodevoli ambizioni del regista. L’ossessione morbosa di un imprenditore per la sua impiegata, che sfocia in mobbing e in violenza, appoggia su uno script troppo povero, una confezione scarna e interpretazioni poco convincenti.
Perché ci piace
- La volontà di approfondire temi scottanti quali mobbing e stalking sulle donne, soprattutto sul luogo di lavoro.
- L’apprezzabile colonna sonora.
Cosa non va
- Sceneggiatura povera, piena di scene inutilmente lente.
- Le interpretazioni rigide e ingessate non aiutano.
- Confezione scarna e messa in scena deludente per le alte ambizioni.