Tutto inizia da un assurdo cortocircuito: cosa succede se Babbo Natale non crede più nel... Natale? Pensateci. Un mondo che corre veloce, le tradizioni che cambiano, una regressione culturale nonché umana. Unita ad una profonda distrazione globale. Testa bassa sugli schermi, giornate rigirate su se stesse, lontano dalle emozioni, al riparo da una serpeggiante paura. Non c'è più tempo per l'immaginazione. Figuriamoci se c'è tempo per credere ancora ad una vecchia favola per bambini. Succede dunque che, un prodotto di puro entertainment via streaming, nonché sequel diretto di una delle saghe cinematografiche più amate, fotografi perfettamente una svilente dimensione generale in cui lo stesso Babbo Natale fa enorme fatica a riconoscersi e, soprattutto, a farsi riconoscere. Ma non temete, come vogliamo sottolineare nella nostra recensione, Nuovo Santa Clause Cercasi (The Santa Clauses, titolo originale) gioca poi con il fattore nostalgia e con una grossa dose di divertimento, facendoci (ri)trovare lo Scott Calvin alias Santa Claus di Tim Allen.
Lo avevamo lasciato nel 2006, con il non molto riuscito Santa Clause è nei guai, terzo capitolo del franchise iniziato nel pieno degli Anni Novanta con Santa Clause, che nel titolo giocava con un "E" di troppo, a rimarcare le clausole a cui deve sottostare Scott diventato Babbo Natale. Quel film, dal successo planetario, aprì la strada alla moda dei meravigliosi Comfort Christams Movies. Ogni moda però passa, e i film di Natale sono via via divenuti più rari e meno interessanti. Almeno fino all'imposizione delle piattaforme streaming, che invece cavalcano perfettamente la stagionalità. Allora, ecco l'intuizione della Disney: sviluppare una serie in cui Scott / Santa deve fare i conti con l'età. Il risultato? Sei puntate da mezz'ora (le prime due subito disponibili, poi a cadenza settimanale) firmate dallo showrunner Jack Burditt per Disney+ che, sfruttando il profilo di Tim Allen, ci trasportano in una dimensione natalizia strettamente attuale, in cui abbiamo forse perso una naturale e coinvolta percezione verso le Xmas Holidays.
Babbo Natale cercasi
Come ogni sequel che si rispetti, Nuovo Santa Clause Cercasi inizia in medias res: è la Notte di Natale, e Santa Claus sta facendo il giro dei regali insieme all'aiutante elfo Noel (Devin Bright). Qualcosa però sta cambiando: c'è meno trasporto, i bambini stanno crescendo, la tecnologia pare abbia soppiantato i sogni. Non solo, la preparazione del Natale, al Polo Nord, è diventata una sorta di catena di montaggio, automatizzata e digitale. Anche la scelta dei regali deve sottostare ad un nuovo approccio sociale, ed ecco che i bambini cattivi diventano invece bambini incompresi. Un'epoca diversa, che Scott fatica a capire. I trent'anni di esperienza come Babbo Natale non aiutano, e in più il declino della popolarità del Natale influisce sulla sua forma fisica. Babbo Natale sta perdendo la canonica stazza, oltre che lo spirito natalizio. Il Natale però va salvato, e con lui va riscoperta la felicità che dovrebbe accompagnare il periodo più bello dell'anno. Come se non bastasse, Scott fatica ad essere presente per la sua famiglia, smistata tra il Polo Nord e Lakeside, Illinois. Tra elfi, bambini e famigliari, Scott scopre che esiste una clausola di pensionamento (!) e si propone di trovare un sostituto che si adatto a ricevere la sua preziosa slitta.
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Tim Allen e le emozioni disconnesse. Anche a Natale
La serie di Jack Burditt, che reintroduce anche i volti storici della saga come Elizabeth Mitchell, Eric Lloyd e David Krumholtz, è un ulteriore esempio di quanto la serialità televisiva può aiutare a sviluppare sequel diretti dei film cult più amati. C'è più tempo, c'è più spazio per approfondire, e c'è forse una maggior libertà e si può sfruttare un pubblico davvero trasversale, composto da vecchi e nuovi fan. Ed è quindi un piacere sorridere delle tante citazioni pop e dell'approccio umoristico, mentre Santa Claus, come fosse Rocky, si allena a mangiare caramelle per riprendere peso sulle mitiche note di Eye of the Tiger. Addirittura, c'è una spassosa rivisitazione di Girl Just Have a Fun, che diventa I Folletti Vogliono Solo Divertirsi. Ma se il fattore nostalgia è uno dei maggiori stimoli - insomma, rivedere Tim Allen vestito da Babbo Natale è un colpo al cuore! - Nuovo Santa Clause Cercasi è una riuscita e inaspettata disamina su quanto il mondo sia sempre più disconnesso.
Sembra quasi un controsenso data la costante presenza digitale, eppure il Natale acuisce le emozioni: se si è tristi, si è ancora più tristi. Se si è felici, si è ancora più felici. Ma le emozioni oggi sono cambiate, e allora è cambiato anche il Natale: i regali si fanno on-line e c'è un'invadente depressione generalizzata. Vengono destrutturate le tradizioni (quelle più pure, quelle più vere) e le certezze di una volta vengono sostituite da un futuro in cui non bisogna più credere a nulla. Perché? Perché non c'è tempo da perdere, perché Babbo Natale è un retaggio superato. Le vacanze di Natale sono diventate solo uno scomodo intermezzo in cui confrontarsi con gli altri, prima di tornare nel nostro guscio. Per questo, scacciando i lati più deprimenti, il ritorno di Scott Calvin aka Tim Allen ci ricorda quanto invece sia essenziale tornare a credere, tornare a sognare e tornare ad assaporare la magia. Solo così potremmo riabbracciare il nostro lato più bello. E non solo a Natale...
Conclusioni
Concludiamo la recensione di Nuovo Santa Clause Cercasi rimarcando quanto oggi, alcune saghe, si prestino perfettamente alla dimensione seriale. Tim Allen nei panni di Babbo Natale scatena l'effetto nostalgia, ma la serie Disney+ riesce anche a fotografare la nostra epoca complessa. Disillusa e meno avvezza alla magia.
Perché ci piace
- Tim Allen è Tim Allen.
- Natale è Natale.
- Lo spunto, e la riflessione su un mondo meno "magico".
- L'effetto nostalgia.
- Pubblico trasversale.
Cosa non va
- Ovviamente è un prodotto stagionale.
- Gli effetti visivi ogni tanto scricchiolano, ma è un problema minore.