Ecco l'ultimo atto di Nuova Scena - Rhythm + Flow Italia, il rap show di Netflix. Già il titolo dell'episodio 8, Un solo vincitore, richiama il cinema, l'attesa, la suspense, l'epica, quel:"Ne resterà soltanto uno" che ci riporta ad Highlander. Se l'ultimo immortale aveva la facoltà di comandare il mondo, il rapper ha vinto ben 100mila euro. Una cifra enorme, su cui gli aspiranti vincitori, sin dall'inizio, hanno avuto le idee chiare. Tutti hanno detto che l'avrebbero spesa per fare soprattutto musica, ma anche per aiutare le proprie famiglie, visto che molti vengono da situazioni difficili. Rilasciata alle 21 di lunedì 4 marzo (una novità per Netflix), proprio come un evento da tv generalista (la differenza, ovviamente, è che l'episodio rimane disponibile, in coda agli altri, in modo che chi vuole può guardare lo show come un unico racconto), la finale di Nuova Scena dimostra un leggero riposizionamento di Netflix, ed è anche stata pensata per essere guardata nell'immediato. Per cui saprete sicuramente il vincitore, ossia Kid Lost, rapper napoletano, che ha battuto sul filo di lana Jelecrois, la grintosa ragazza anche lei partenopea, e il romano Elmatador.
Il lavoro con i produttori
La novità di questo episodio è che, per la prima volta, si vede il lavoro in studio dei rapper, che in finale devono presentare il loro inedito, il brano che li rappresenta e con cui, si spera, si faranno conoscere una volta fuori. Con un montaggio veloce, che lascia il giusto tempo a questo aspetto, si vede così il lavoro con i produttori. Un lavoro serio, certosino, studiato, mai improvvisato. È un frammento da far vedere a chi dice che il rap non è musica di qualità, e che dietro non ci sia un grande lavoro. La cosa che colpisce, i produttori in primis e anche noi che guardiamo, è che i tre rapper arrivano in studio con le idee chiare. Dicono di volersi mettere a nudo, di parlare delle loro backstory e delle storie dei familiari: le madri, i padri, le sorelle e i fratelli. Ma anche della propria zona e della situazione di chi la abita. I tre artisti non si nascondono più, prendono il coraggio a quattro mani e decidono si scrivere dei pezzi personali, profondi, che facciano riflettere le persone. "Cose che mi fanno sentire a posto non come artista, ma come persona", come dice Elmatador.
Nuova Scena, su Netflix va in scena una rivoluzione a tempo di rap
Lo show: Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain
Lo show finale è veloce, serrato, teso. Entrano in scena prima i giudici, ognuno con il proprio colore. Fabri FIbra è in total black, giubbotto di pelle e felpa con cappuccio, coerente, essenziale: è il Maestro e non ha bisogno di orpelli. Geolier è in total white, giubbotto all'americana con toppe: è più appariscente e, in puro stile hip hop, è il rapper che vuol far vedere che ce l'ha fatta. Rose Villain è red passion, tuta rossa da eroina degli Avengers, e capelli tra la Fata Turchina di Pinocchio e la Lea Seydoux de La vita di Adele.
Jelecrois: Partenope
Ed eccoli i tre nuovi talenti del rap, sul palco mentre in platea ci sono i genitori, ma anche gli altri rapper che hanno partecipato alla gara. Inizia Jelecrois con Partenope. È una canzone che è stata immaginata come una preghiera. "È come se avessi chiesto al Dio della mia terra determinate cose" racconta l'artista. Prodotto da Dat Boi Dee e Poison Beats, i produttori di Geolier, Partenope è un brano in cui mille elementi si incastrano e in cui l'italiano serve a far arrivare ben chiaro il messaggio e il napoletano a dare melodia. Jelecrois ha la grinta e la rabbia di chi ce la vuole fare e ce la fa. E dimostra che il rap non è solo un genere per uomini.
Kid Lost: Criatura
È quindi la volta di Kid Lost, uno dei più forti tra i concorrenti a livello di scrittura. Il suo brano si chiama Criatura. "Vivo in una provincia dimenticata, nelle case popolari di una provincia dimenticata, quindi ancora più dimenticate" spiega introducendo il brano. "Non ho mai avuto una vera infanzia, ho sempre dovuto lottare e sentirmi grande. Criatura racconta di quelle persone che non hanno mai avuto un'infanzia e di cui mi sento parte". Prodotta da Zef e Marz (i produttori che la scorsa estate hanno lanciato TILT, con Elisa e La Rappresentante di Lista), la canzone è molto riuscita nell'arrangiamento oltre che nel testo. Per raccontare i bambini soldato a cui hanno rubato l'infanzia, il ritornello ha un coro che evoca quello dei bambini, mentre nel finale una marcia, un battipiedi, ha una solennità quasi marziale.
Elmatador: El Matador
Elmatador, da Ciampino, Roma, il più ironico e giocoso dei tre, e dell'intero gruppo, stavolta cambia registro e si mette a nudo: è più drammatico, più sentito. Ma è solo una parte della canzone, perché poi torna lui. "La canzone parla di mia madre, di cose che non ho mai avuto il coraggio di raccontare" aveva spiegato. "Tutti hanno una storia: sono dell'idea che sei fai rap devi avere per forza qualcosa". E così arriva El Matador, diviso in due parti: arrivano i suoi dolori, nella prima parte, mentre nella seconda in cui arriva Elmatador, il suo alter ego, il suo nuovo Io, il supereroe che lo salva da tutto. Come a voler dire: "il rap mi ha salvato la vita". Il brano è prodotto da Sixpm, e ha un suono di trombe che fanno subito Messico o Sud America, coerentemente con il suo nome d'arte, e quegli "e-eeh o-ooh", che fanno molto rap Old School e anni Novanta.
Neflix: il talent è veloce, ritmato, godibilissimo
Torniamo da dove avevamo iniziato, da questo Nuova scena che sposta leggermente il posizionamento di Netflix verso quello di una tv generalista. Se già altre piattaforme di streaming avevano virato verso gli show, e anche Netflix aveva già lanciato i suoi reality, ora si sposta su un nuovo terreno, quello del talent, ma alla sua maniera. Ancora una volta viene naturale il confronto con X Factor. Pensate a quelle finali e a tutte le manche che prevedono: l'inedito, i duetti, il medley con le migliori interpretazioni, la prima eliminazione e poi di nuovo l'esibizione con l'ultima sfida. Per non parlare, ma è proprio un altro mondo, della durata monstre di una serata finale di Sanremo. Ecco, la finale del talent secondo Netflix dura 48 minuti. È secca: gli artisti in studio, un breve dietro le quinte, le esibizioni sul palco, il giudizio, il verdetto. Veloce, ritmato, godibilissimo: il talent show secondo Netflix è servito.