Non un altro E.T.
È stato l'unico cartone animato italiano presentato al Future Film Festival 2006. Prodotto dall'EFFECI di Roma, per la regia di Camillo Tetie Victor Rambaldi, che è il co-autore - insieme a Gina Basso - del libro Amici per lo spazio (ed. Loescher) da cui è tratto il film, Yo Rhad - Un amico dallo spazio si avvale della collaborazione di Lucio Dalla per la colonna sonora e del premio Oscar Carlo Rambaldi per l'ideazione delle scenografie e per il character design dei personaggi, soprattutto quello di Yo-Rhad, il piccolo extraterrestre del titolo che risulta debitore in modo esplicito, in particolar modo nell'estetica, dell'alieno E.T. l'extraterrestre protagonista del film diretto da Steven Spielberg.
Yo Rhad è il baby-extraterrestre che insieme al suo popolo, l'antica civiltà abitante il pianeta Klat-uh, sopravvive sul meteorite Glen-darh, il quale però sta entrando in rotta di collisione con la Terra e rischia per questo di essere disintegrato dalle testate nucleari che le superpotenze mondiali si preparano a scagliargli contro, come hanno abilmente insegnato pellicole appartenenti al genere catastrofico quali Armageddon e Deep Impact.
Della disperata corsa contro il tempo per salvare il meteorite sono protagonisti Jason e suo nonno Merope - grandi appassionati di scienza e astronomia -, oltre che i compagni di classe del ragazzo, che aiuteranno Yo-Rhad e i suoi simili a sconfiggere il cattivo di turno e a trovare un nuovo pianeta su cui stabilirsi.
Per Yo Rhad è stato scelto, dal punto di vista tecnico, un binomio 2D-3D, successivamente uniformato in 2D, con una media complessiva di 1.500-2.000 disegni al minuto, prediligendo una tecnica full animation aderente all'universo disneyano old style, che persegue i canoni del massimo realismo possibile. Operazione opposta a quella rappresentata da Terkel, Yo Rhad si avvicina alle opere della Disney anche per lo scheletro contenutistico e valoriale che propone, improntato a un rassicurante ottimismo e a edificanti finalità didattiche: l'amicizia, la solidarietà, il rapporto generazionale, la solidarietà e la tolleranza tra culture diverse sono, infatti, i temi cardine affrontati dal film. Peccato, però, che le lancette dell'orologio si siano definitivamente fermate nel caso di Yo Rhad e per quanto sia stato nelle intenzioni dei creatori realizzare un prodotto diverso dai lungometraggi d'animazione internazionali, più attento alla storia che non agli effetti speciali, il film di Camillo Teti e Victor Rambaldi si presenta lontano ancora anni luce dagli esiti raggiunti da studi di animazione inglesi (Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro, La Sposa cadavere), giapponesi (Hayao Miyazaki e Katsuhiro Otomo per citare qualche nome), francesi (Sylvain Chomete il suo Appuntamento a Belville) e americani (Pixar, Blue Sky Studio) non solo per la piatta resa visiva, ma soprattutto per la narrazione, troppo meccanica, lineare e prevedibile per esaltare situazioni, personaggi e motivazioni di base, destinati in prevalenza a un pubblico composto da bambini. Il film sarà comunque ricordato come il primo cartoon italiano a prevedere al suo interno accordi di product placement, ossia la tecnica di comunicazione che prevede la possibilità di utilizzare brand e marchi commerciali all'interno del film, ottenendo in cambio introiti di tipo pubblicitario.