In onda su Rai 1 per quattro prime serate dal 10 gennaio 2021, Non mi lasciare è la serie, coprodotta da Rai Fiction e Paypermoon, che porta in prima serata il difficile tema dei crimini sui minori. In bilico tra il thriller e il giallo, questa fiction racconta le vicende del vicequestore Elena Zonin, che vive e lavora a Roma, dove si occupa di crimini informatici, ed in particolare dà la caccia a una rete di pedofili responsabile del rapimento e della vendita sul web di ragazzini appartenenti a famiglie povere o disagiate, individui di cui spesso non viene nemmeno denunciata la sparizione. Dopo il ritrovamento del corpo di un ragazzino nella Laguna di Venezia, le indagini si sposteranno proprio nella suggestiva città veneta, un luogo familiare per Elena che vi ha vissuto l'intera infanzia e l'adolescenza, fuggendo però vent'anni prima in circostanze misteriose. Per lavoro quindi la donna rincontra Daniele, un poliziotto che si occupa delle indagini e suo ex amore di gioventù. Abbiamo partecipato alla conferenza di presentazione della serie, in cui il vice direttore di Rai Fiction Ivan Carlei, il produttore Mario Mauri, il regista Ciro Visco e gli interpreti Vittoria Puccini e Alessandro Roia hanno raccontato della loro esperienza sul set e delle difficoltà di realizzazione di una serie così impegnativa, che tratta di un argomento poco battuto, specialmente sulle tv generaliste.
Venezia come protagonista
Ivan Carlei, vice direttore di Rai Fiction è stato il primo a prendere la parola per introdurre questa serie che di sicuro risulta coraggiosa negli intenti e che vanta tanti punti di forza: "Una bella sfida ma visto i numeri che leggiamo sui giornali questo è un argomento che andava affrontato. Questa serie è molto riuscita, sento veramente che tutti i talenti che hanno partecipato a questa sfida sono andati nella stessa direzione. La televisione non deve rimuovere i problemi, li deve mettere in luce. La preparazione è stata dolorosa nel sentire i poliziotti e chi lavora a questi casi." Carlei ha poi aggiunto: "Abbiamo avuto la fortuna di azzeccare tutte le scelte e raccontare Venezia in uno modo non da cartolina." Di Venezia parla anche il produttore Mario Mauri, la città fa da sfondo alle vicende che, contemporaneamente, ci mostrano un lato inedito e cupo della laguna: "Siam partiti da Venezia perché la nostra intenzione era fare un prodotto internazionale. In questi casi o si parte da un romanzo conosciuto o si cerca qualcosa di diverso. All'estero vogliono un prodotto italiano e l'idea è stata di partire da una città amata in tutto il mondo: Venezia. Ma Venezia non è solo una location, è protagonista di questa serie."
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La responsabilità di raccontare tematiche difficili
A prendere la parola anche il regista Ciro Visco, che racconta la responsabilità di raccontare tematiche difficili: "Il regista ha un compito delicato quando racconta una storia: si deve mettere a sua disposizione e raccontarla a tutti. Io vedevo il Web come qualcosa di positivo e improvvisamente ho scoperto come sotto la superficie ci fosse in realtà qualcosa di nascosto, che lo rende come un iceberg. Da qui come regista è partita la fascinazione per l'argomento. Approcciarmi a questo tema è stato molto difficile e ho dovuto metterci un po' di coraggio. Abbiamo trasformato il tutto in una sorta di favola nera, è stato complesso e c'è stato qualche attimo di scoramento, ma quando tutto ha iniziato a girare, io mi sono limitato a prendere questo argomento e dargli luce, farlo vedere per come era."
Il web come risorsa e pericolo
A ricoprire il ruolo di una donna complessa, capace e determinata è lei, Vittoria Puccini che parla così del progetto e del suo personaggio in Non mi lasciare: "Non so quanto ci sia di Elena in me. Mi ha conquistato la sceneggiatura, l'ho trovata una tematica importante raccontata all'interno di una storia avvincente che spero possa catturare lo spettatore. Elena è una professionista capace, determinata e coraggiosa, particolarmente intuitiva ed è anche capace di creare una cosa su cui abbiamo lavorato molto con Ciro: negli interrogatori lei crea un'empatia, sa leggere le persone, quindi chi ha di fronte è portato ad aprirsi." L'attrice ha espresso anche le sue preoccupazioni come madre di un adolescente verso quella che è sia un'importante risorsa che un potenziale pericolo: "Dopo aver girato questa serie, le preoccupazioni come madre sono aumentate. Penso sia importante conoscere gli strumenti che hanno oggi i ragazzi perché sono un potenziale incredibile, una fonte di conoscenza, ma al tempo stesso bisogna saper usare internet in sicurezza. Il web nasconde quello che è il dark web, un luogo oscuro. Il web va usato con sicurezza, ci vuole un controllo. I ragazzini nella serie usano i social ed è importante parlare dei pericoli. Fondamentale è conoscere la realtà e dialogare con i ragazzi."