Non lasciarmi cadere, la recensione: due adolescenti nella malavita svedese

La recensione di Non lasciarmi cadere, la serie crime svedese che mette al centro un caso torbido che coinvolge due ragazzi disagiati ma non riesce nel proprio intento. In streaming su Netflix.

Non lasciarmi cadere, la recensione: due adolescenti nella malavita svedese

Un ragazzo col cappuccio corre nella notte. Una pistola da gettare via, del sangue da togliere subito mettendo i vestiti in lavatrice. Un appuntamento tra amici finito male. Una telefonata alla polizia. Una corsa in ospedale. Niente storia vera per una volta nel recente catalogo e nella Top 10 di Netflix, anche se quella che stiamo per raccontarvi potrebbe essere uscita da un qualunque fatto di cronaca al telegiornale e sul web.

Stiamo parlando di Non lasciarmi cadere, serie original svedese approdata in piattaforma che va a rinfoltire non solo l'offerta crime del servizio streaming ma anche quella scandinava che sappiamo essere prolifica in quanto a thriller e simili. Solo che stavolta forse ha fatto cilecca all'interno di un genere che normalmente padroneggia con maestria e cura certosina: ne parliamo meglio nella nostra recensione.

La trama di Non lasciarmi cadere

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Olle Strand e Yasir Hassan in una foto

Al centro della trama della serie Netflix ci sono Dogge (Olle Strand) e Billy (Yasir Hassan) - all'anagrafe Bilal e Douglas - due adolescenti, uno bianco svedese e uno nero figlio di immigrati: due migliori amici che vengono reclutati dal giovane boss (Solomon Njie) di una banda criminale locale. Una notte però cambia tutto causando la tragica fine della loro amicizia. Ad essere chiamata sul posto è la polizia, tra cui l'agente di sorveglianza (Ardalan Esmaili) che conosce bene i due ragazzi e le loro situazioni familiari problematiche, oltre al lavoro della banda che finora non era mai arrivata ad un attacco sanguinario. Cosa sarà successo?

Uno sviluppo confuso

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Non lasciarmi cadere: una scena con Ardalan Esmaili

Il montaggio serrato, la fotografia scura che gioca coi toni del grigio e del blu, i continui flashback che mostrano come si sono conosciuti i due protagonisti e l'evoluzione della loro amicizia, poi divenuta involuzione, vorrebbero creare una certa tensione narrativa. Purtroppo il risultato di Non lasciarmi cadere è un pasticcio confuso che, per quanto proponga un epilogo realistico che potremmo aver sentito in tv o letto sui giornali, lascia l'amaro in bocca per ciò che la serie avrebbe potuto essere ed approfondire maggiormente.

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Non lasciarmi cadere: Solomon Njie nella serie Netflix

Invece molto del racconto rimane in superficie, pur volendo provare a riflettere sulla situazione di povertà e disagio che molte metropoli e cittadine vivono, dando ai ragazzi due sole possibilità per sopravvivere in un microcosmo profondamente legato e gestito dalla criminalità: o entri a far parte della banda per ottenere protezione anche per la tua famiglia oppure fuggi il più lontano possibile, ma solo se ne hai la possibilità. Una denuncia che arriva allo spettatore a metà: si provano a creare dei colpi di scena per arrivare alla verità su quella fatidica notte ma non sono ben inseriti nella narrazione, rendendola compassata e confusa, nonostante una colonna sonora particolarmente azzeccata quasi fossimo in un teen drama.

Una recitazione approssimativa

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I protagonisti della serie Netflix in un'immagine

Purtroppo i due interpreti principali, per quanto fisiologicamente giovani e inesperti, risultano particolarmente acerbi nella recitazione. Anche il resto del cast non eccelle e non brilla particolarmente, così come il lavoro dietro la macchina da presa e nella scrittura, rendendo anche il canonico passaggio dalle indagini alla ricostruzione dell'aggressione fino al processo di poco impatto per gli spettatori. Questo nonostante ci siano delle sorprendenti morti di alcuni personaggi - per ricordare al pubblico che nessun anello della catena alimentare è realmente necessario in questo microcosmo criminale. La durezza e la crudezza Non lasciarmi cadere parla anche di cosa si è disposti a fare non solo per i propri amici ma soprattutto per la propria famiglia; e a quali compromessi si è disposti ad arrivare rappresentando le forze dell'ordine per provare a far(si) giustizia in un mondo che sembra guardare sempre più nell'altra direzione.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Non lasciarmi cadere dispiaciuti che la serie non abbia la stessa potenza narrativa del soggetto da cui parte, che tratta di due adolescenti svedesi, uno nativo uno immigrato, e del loro rapporto con la malavita locale. Uno spaccato crudo della realtà di alcune città del mondo e dei dilemmi etici che attraversano tanto i cittadini e le famiglie quanto la polizia, che però manca di mordente, con una regia e una recitazione non particolarmente accattivanti e coinvolgenti.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Una storia di finzione che potrebbe essere una storia vera.
  • La crudezza del racconto…

Cosa non va

  • …che però rimane confuso nel suo sviluppo.
  • Le interpretazioni acerbe dei due protagonisti e quelle poco brillanti degli adulti.
  • Una regia non particolarmente ispirata.
  • Il finale che lascia l’amaro in bocca.