Nunzio e Paolo per la prima volta al cinema, recita la frase di lancio di questo Non è vero ma ci credo, come se in massa dovessimo levare un'espressione di giubilo, invece di aggrottare le sopracciglia e chiedere educatamente chi siano Nunzio e Paolo. Ma abbiate pazienza, la vostra cronista ha da tempo perduto i contatti coi palinsesti tradizionali, è gravemente malata di streaming e ha dimenticato come si usa un telecomando, per cui probabilmente non è la persona più adatta a parlare del curriculum artistico di Nunzio (Fabrizio Rotondo) e Paolo (Vita), ultima arrivata tra le coppie di comici italiani nati come autori di documentari per il piccolo schermo che lo scorso anno hanno ottenuto un buon riscontro con il loro film per la TV Innamorati di me, commedia leggerissima pensata su misura sulle loro personalità e dinamiche di amici per la pelle.
Non molto diverse sono le premesse per Non è vero ma ci credo, anche se qui il motore dell'azione non è l'amore e il rapporto con le donne ma l'esistenza sconclusionata e patetica di due nullafacenti mantenuti da mogli di successo che, esasperate, si apprestano a staccare la spina alle finanze e agli impegni coniugali.
Leggi anche: Nunzio e Paolo in Non è vero ma ci credo, clip esclusiva della "commedia vegetariana"
Due amici alla ricerca dell'idea vincente
L'adorabile e imberbe voce narrante che ci introduce alle vicende di Nunzio e Paolo ci porta per prima cosa molto lontano nel tempo, fino agli anni delle scuole elementari, anni in cui i due buffoni patentati, già inseparabili, conquistavano chissà come l'amore delle due bambine più intelligenti della classe. La più classica delle ellissi, poco dopo, ce li mostra quarantenni alle prese con gli ultimatum delle mogli, divenute l'una brillante avvocata divorzista e l'altra designer di una linea di gioielli: basta progetti campati in aria, basta startup improvvisate, basta idee geniali come quella delle mutande insonorizzate, Nunzio e Paolo devono trovarsi un lavoro e concludere qualcosa nella vita, altrimenti tanti saluti (e zero alimenti).
Quando i due amici si rendono conto di essere alla fine della corsa, decidono di tentare il tutto per tutto con l'ennesimo investimento azzardato strappato alle consorti: l'idea arriva grazie all'incontro con un narcotrafficante afflitto da colite cronica che si spaccia per ristoratore vegetariano. Il futuro è veggie, e l'idea di aprire un locale vegetariano è perfetta per i compari che non toccano carne da molti anni. I due riescono, grazie a un clamoroso lavoro di networking, a mettere insieme un gruppo che funziona, dal cuoco clochard alla cameriera spogliarellista, passando per una paio di ex galeotti fino al samurai cinese che parla romanesco. Ma non basta: per lanciare a dovere il ristorante serve l'endorsement del feroce critico Michel De Best, carnivoro convinto. Che fare?
Veggie, vidi, vici
È solo grazie a una magica sinergia, a tanto impegno e a una buona dose di fortuna che al gruppo riesce di azzeccare la miracolosa ricetta della bistecca vegetariana, anche se il difficile viene dopo, tra fughe di prigione, manifestazioni animaliste e complicazioni varie. L'elemento meno azzeccato di cotanto intruglio a noi sembrano proprio i due protagonisti, la cui enunciazione è soporifera e i cui tempi comici sono completamente fuori sincrono con il resto del cast, nel complesso ben più accattivante, al punto che non vediamo l'ora di rivedere in scena le due mogli antipatiche interpretate da Elisa Di Eusanio e Giulia Di Quilio pur di avere un po' di tregua dai loro mariti; al punto che un rimbalzo mammario di Micol Azzurro o un volo di sopracciglio di Maurizio Lombardi sono più memorabili di tutto il campionario espressivo regalato al film da Rotondo e Vita.
L'esordiente Stefano Anselmi non si eleva mai oltre la mediocrità dei nostri eroi, e la qualità della messa in scena ricorda quella degli spettacoli del venerdì sera nei villaggi Valtour. Insomma noi questo piatto lo rimandiamo in cucina; se poi vi basta lo sguardo innocente di un vitellino, qualche battuta grossolana o qualche sommovimento intestinale per dare una possibilità a Nunzio e Paolo per la prima volta al cinema, per carità, buon appetito!
Movieplayer.it
1.5/5