Non c'è più religione: un presepe multietnico per combattere i pregiudizi

Un conflitto, questa volta di stampo religioso, inserito in una cornice natalizia è alla base del nuovo film di Luca Miniero che riunisce la coppia composta da Claudio Bisio e Angela Finocchiaro affiancata da Alessandro Gassmann e da un cast corale.

Mancano nove mesi al Natale ma a Porto Buio, piccola isola incastonata nel Mediterraneo, già sono iniziati i preparativi per il tradizionale presepe vivente che coinvolge l'esigua ma determinata comunità cittadina. Capanna, asinello, Madonna e Re Magi ci sono, peccato però che Lupo (Giuseppe Fiale), il Gesù Bambino titolare dalla nascita del prestigioso ruolo, sia ormai diventato un giovane adolescente e dentro la culla non riesca più ad entrare.

Non c'è più religione: Claudio Bisio, Alessandro Gassman e Angela Finocchiaro in una scena del film
Non c'è più religione: Claudio Bisio, Alessandro Gassman e Angela Finocchiaro in una scena del film

A nulla valgono i severi quanto disperati tentativi di Suor Marta (Angela Finocchiaro) di mettere a regime il ragazzo. L'usanza del presepe vivente rischia dunque di scomparire dato che sull'isola da anni non nascono più bambini. A fare da Deus ex machina Cecco (Claudio Bisio), neo sindaco tornato dopo svariate primavere a Porto Buio a seguito di una cocente delusione politica al Nord, che propone di chiedere "in prestito" un bambino ai tunisini che vivono sull'isola guidati da Bilal (Alessandro Gassmann), al secolo Marietto, amico d'infanzia convertito all'Islam con il quale inizia la danza dei compromessi tra le due comunità agli antipodi. Uno scontro religioso che li vede protagonisti insieme a Suor Marta e dietro al quale i tre si nascondono per saldare i conti in sospeso della loro adolescenza.

Dall'attualità al cinema

Non c'è più religione: Claudio Bisio e Alessandro Gassman in un momento del film
Non c'è più religione: Claudio Bisio e Alessandro Gassman in un momento del film

Era il 2010 quando Luca Miniero, intraprendendo in solitaria la strada della regia dopo le pellicole co-firmate con Paolo Genovese, sbancava al box office italiano con il suo Benvenuti al Sud, remake della commedia francese Giù al nord. Un successo replicato due anni dopo con Benvenuti al Nord seguito dai "minori" Un boss in salotto e La scuola più bella del mondo. Esattamente come accaduto per i due titoli campioni d'incassi, il regista partenopeo, parte da un conflitto, non più di stampo regionale ma religioso, per sviluppare una sceneggiatura fatta di iniziali contrasti necessari per innescare una comicità basata sullo scontro. Non si ferma però qui Miniero, affiancato in sede di scrittura da Sandro Petraglia e Astutillo Smeriglia, sfruttando gli esigui dati sulla natalità italiana per contrapporli a quelli più floridi delle comunità straniere che vivono nel Paese. "In questa sala avete 0,65 bambini e 2, 83 cellulari a testa" ricorda agli spettatori, con un tono tragicomico, l'inquadratura iniziale del film prima di spostare l'azione sull'isola di Porto Buio.

Non c'è più religione: una scena del film
Non c'è più religione: una scena del film
Non c'è più religione: Angela Finocchiaro in una scena del film
Non c'è più religione: Angela Finocchiaro in una scena del film

L'attualità al servizio della comicità. Espediente classico quanto vincente per raccontare, denunciare o far riflettere il pubblico in sala. Tra un salumiere/barbiere razzista, un sacerdote narciso ed un anziano vescovo che non riesce a stare al passo di una società e di una Chiesa che cambiano, una musulmana che vuole interpretare la Madonna nel presepe vivente ed un'anziana madre che non si rassegna alla conversione del figlio continuando a spedirgli pietanze a base suina, Non c'è più religione, gioca con i cliché ed i luoghi comuni nei quali siamo quotidianamente immersi per fargli esplodere dall'interno. Il risultato però non è graffiante e, a tratti, risulta confusionario a causa di una scrittura non sufficientemente tagliente che procede per accumulo.

Un presepe corale

Non c'è più religione: Claudio Bisio e Alessandro Gassman in una scena del film
Non c'è più religione: Claudio Bisio e Alessandro Gassman in una scena del film

A dare volto ai personaggi del film un nutrico cast che si muove tra riconferme e novità. Ad affiancare la coppia Bisio-Finocchiaro che si ritrova a condividere il set dopo le fortunate esperienze di Benvenuti al Sud e Benvenuti a Nord ci pensa Alessandro Gassmann nel ruolo di un convertito per amore dopo la prova "ecclesiastica" di Don Pietro in Se Dio Vuole di Edoardo Falcone. Tra i co-protagonisti di Non c'è più religione oltre a Giovanni Cacioppo, Laura Adriani e Massimo De Lorenzo, spiccano due nomi già conosciuti dal grande pubblico. Si tratta d Nabiha Akkari, qui nel ruolo della moglie di Bilal, Aida, e Mehdi Meskar che presta il volto ad Alì, aiutante di Suor Marta nel suo ristorante isolano. I due interpreti, rispettivamente, di Che bella giornata, pellicola di Gennaro Nunziante con Checco Zalone nei panni di un addetto alla sicurezza del Duomo di Milano che s'innamora di Farah, finta studentessa di architettura intenta a preparare un attentato terroristico, e Pitza e datteri, commedia di Fariborz Kamkari nella quale Meskar interpreta Saladino, giovane imam afgano alle prese con Bepi (Giuseppe Battiston), italiano convertito all'islam dalle idee integraliste.

Non c'è più religione: Paola Casella in una scena del film
Non c'è più religione: Paola Casella in una scena del film

Due esempi di film comico o commedia dove l'attualità, lo scherno dei luoghi comuni e la messa in scena dei limiti di entrambe le comunità trovano la giusta chiave narrativa, centrando l'obiettivo preposto. Intento che il film di Luca Miniero in più di un'occasione non riesce a focalizzare. Una pellicola che però gode del lavoro di "maestranze" illustri che impreziosiscono Non c'è più religione grazie ai costumi ricercati e raffinati di Francesca Livia Sartori, alla scenografia folcloristica di Francesco Frigeri, agli inediti colori brillanti della fotografia di Daniele Ciprì passando per l'interessante lavoro sulle musiche realizzato da Pasquale Catalano accompagnate dalle note di 4 marzo 1943 di Lucio Dalla.

Movieplayer.it

2.0/5