Se dovessimo scommettere su una produzione seriale di quest'ultimo periodo immaginandone l'attenzione, l'accoglienza e il successo, questa sarebbe Noi siamo leggenda, che arriva su Rai 2 e RaiPlay dal 22 novembre per passare subito, a mezzanotte e quindi dal 23, su Prime Video. Il motivo, o meglio i motivi, sono semplici: prima di tutto abbiamo ancora negli occhi il bagno di folla di Lucca Comics and Games, che ha reso difficile per il cast raggiungerci per l'attività stampa e le interviste che abbiamo avuto modo di fare; in secondo luogo per quel mix di teen drama e fantastico che può coinvolgere il target di riferimento della serie, quello degli adolescenti; inoltre c'è il simulcast tra RaiPlay e Prime Video, una novità per il nostro paese, che può trascinare spettatori e appassionati da una parte e dall'altra.
Infine, ma non per ultimo, quella vicinanza al mondo di un fenomeno come Mare fuori, che accompagna questa coproduzione Rai Fiction e Fabula Pictures, prodotta da Nicola e Marco De Angelis, in collaborazione con Prime Video: gli elementi narrativi che le serie hanno in comune li scopriremo andando avanti, ma in prima battuta sono evidenti alcuni nomi che fanno da filo conduttore, dal regista Carmine Elia e Nicolas Maupas, Giacomo Giorgio e Valentina Romani.
La scoperta del potere
Abbiamo parlato di fantastico, o fantasy che dir si voglia, perché c'è un elemento chiave della serie che aggiunge questa connotazione al racconto e ai personaggi: Noi siamo leggenda parla di un gruppo di adolescenti che scopre all'improvviso di essere dotato di superpoteri. Niente di innovativo, sia chiaro, ma funzionale al discorso che la serie vuole portare avanti, accompagnando questa manifestazione di abilità peculiari a una esplorazione di se stessi, che in adolescenza è basilare. Si tratta infatti di poteri che affondano la loro natura e le loro radici nelle paure, nelle insicurezze e nei desideri più profondi di questi ragazzi, sviluppando quindi in parallelo il coming of age insito in questo genere con l'aspetto più proprio del racconto di stampo fantastico e di genere.
Nulla di nuovo anche qui, sia chiaro ancora una volta, ma l'obiettivo è di farlo in una serie che possa colpire e sfondare nel Prime Time della nostra televisione generalista, costruendo una storia Young Adult in grado di distaccarsi dalla corposa concorrenza, muovendosi con una struttura da "piramide rovesciata", come ci hanno raccontato anche nell'incontro stampa a Lucca Comics, arrivando a scoprire pian piano le carte e quali ragazzi sono dotati di queste abilità speciali. Se infatti in apertura di serie ne conosciamo uno e poi un secondo, saranno cinque in totale i ragazzi che si troveranno coinvolti in questa scoperta di altrettanti superpoteri.
Superpoteri, ma non supereroi
Non si tratta però di una serie di supereroi classica, perché non ci vengono raccontate missioni e soprattutto cattivi da sconfiggere. Le difficoltà da affrontare sono interiori e riguardano quell'evoluzione che ognuno dei protagonisti dovrà compiere, quel cammino di autoconsapevolezza che tutti noi dobbiamo portare avanti in quella fase della nostra esistenza. Tutto parte dal Massimo di Emanuele Di Stefano, diciassettenne che scopre di avere un potere il giorno della morte della madre. Massimo è in grado di incendiare i palmi delle mani, ma inizialmente tiene per sé questo segreto e non lo confida nemmeno ai suoi migliori amici, Marco e Andrea, ovvero Giulio Pranno e Milo Roussel. A convincerlo sarà invece Viola, la ragazza da cui è attratto, a cui dà il volto Margherita Aresti, ma intanto attorno a loro altri adolescenti scoprono di avere a loro volta delle capacità fuori dal comune e, quando questi ragazzi si troveranno, i dubbi e le domande sull'origine di questi poteri inizieranno a moltiplicarsi.
La linearità narrativa di Noi siamo leggenda
Non cerca di stupire Noi siamo leggenda, ma costruisce il racconto in maniera pulita e asciutta, permettendoci di scoprire poco a poco i diversi personaggi coinvolti nella storia. Per questo inizialmente sembra esserci una certa banalità nell'approccio ad alcuni di essi, ma è una sensazione che sfuma man mano che si procede, man mano che iniziamo a scoprire le sfumature di ognuno di loro che i rispettivi interpreti riescono a tratteggiare con cura, dai già citati reduci di Mare fuori a Beatrice Vendramin, Sofya Gershevich, Giulia Lin e i compagni d'avventura con maggiore esperienza, da Lino Guanciale a Claudia Pandolfi e Antonia Liskova.
La regia di Carmine Elia è pulita e insieme ricercata, comunicativa e d'impatto, e permette di entrare poco per volta in sintonia con questi giovani protagonisti, supportata anche da una selezione musicale che ha una propria personalità e stile. Insomma, le carte in regola per proseguire nel migliore dei modi ci sono tutte e per questo se dovessimo scommettere su una serie, questa sarebbe Noi siamo leggenda. E siamo fiduciosi che sarebbe una scommessa vinta.
Conclusioni
Un possibile nuovo successo seriale italiano? Sì, molto probabile, come vi abbiamo raccontato nella recensione dei primi episodi di Noi siamo leggenda. L’impostazione da teen drama con innesti fantasy può raccogliere un pubblico ampio, così come può destare curiosità il coinvolgimento di diversi volti noti al pubblico di Mare fuori. Se la scrittura è inizialmente semplice, la regia di Carmine Elia riesce a sostenere bene il racconto e lo sviluppo dei personaggi, tra scoperta di poteri e di se stessi.
Perché ci piace
- Il gruppo di personaggi ben amalgamato e i rispettivi interpreti che appaiono naturali ed efficaci.
- La regia di Carmine Elia che valorizza il racconto e il lavoro su personaggi e temi.
- L'uso della scoperta dei superpoteri come punto di partenza di un coming of age.
Cosa non va
- La scrittura si mantiene inizialmente sul semplice.
- Anche se l'insieme funziona, molti degli spunti non vivono di una particolare originalità.