Noi siamo leggenda è la nuova serie Rai che sfrutta il teen drama e il genere supereroistico per raccontare i dolori, i disagi e le problematiche di un gruppo di adolescenti. Lo fa attraverso la storia di Massimo che perde sua madre a causa di un tumore; la perde proprio nel momento in cui forse aveva più bisogno di lei, alle soglie di una maturità che è ancora all'orizzonte e anche per questo si sente spaesato, in preda all'incertezza e ad un dolore difficile da accettare e che troverà sfogo in quello che è un vero e proprio superpotere. Ma se per Massimo è la rabbia a scatenare tutto, non è così per altri suoi compagni che, per differenti motivazioni, scoprono di poter fare cose straordinarie ma, per usare un'inevitabile citazione cara al genere, "da grandi poteri derivano grandi responsabilità".
Il regista Carmine Elia, dopo l'esperienza con Mare Fuori, confeziona un'altra serie corale e contemporanea, una produzione audace per la televisione generalista che coniuga l'immediatezza della fiction a una messa in scena particolarmente ricercata, intelligente ed efficace che mette ben in risalto i protagonisti: un cast di giovanissimi tra i quali Emanuele Di Stefano, Margherita Aresti e Giulio Pranno, che nel contesto del Lucca Comics & Games 2023 abbiamo avuto modo di intervistare.
Personaggi diversi
Come descriverebbero allora, con tre aggettivi, i propri personaggi? Il primo a rispondere è stato Giulio Pranno, che ha definito Marco leale, simpatico e maturo e ha aggiunto: "Come Marco ho la capacità di perdonare le persone che mi fanno dei torti". Margherita Aresti ha descritto la sua Viola come coraggiosa, irriverente e intelligente. Emanuele Di Stefano, invece ha puntato prima su alcune caratteristiche non proprio positive del suo personaggio ("Immaturo, arrabbiato, buono"). Per poi aggiungere: "Per come sto imparando a lavorare il personaggio parte sempre da me, c'è una mia radice e metto sempre qualcosa di me. Se lo avesse interpretato Giulio ad esempio sarebbe uscito molto diverso."
La forza della serie
Ma quali sono, secondo loro i punti di forza della serie? Pranno non ha dubbi: "Il fatto di mischiare una serie di supereroi con la parte teen che ora va molto, il target è abbastanza giovane". Emanuele Di Stefano sottolinea poi un altro aspetto interessante: "L'aver reso il linguaggio molto nostro, potevamo improvvisare molto in scena e quella naturalezza che abbiamo portato credo possa essere vista positivamente anche da chi guarda". Visto il contesto in cui sono state realizzate queste interviste, alla domanda se si sentono un po' nerd, il più entusiasta è stato di sicuro l'interprete di Massimo che ha ammesso: "Io sono in fissa con Dylan Dog, anzi, se qualcuno ha qualche Dylan Dog da vendere o da regalare io lo compro!"