No Exit, Danny Ramirez e David Rysdahl: “Quando manca il wi-fi nei thriller c’è da avere paura!”

La video intervista a Danny Ramirez e David Rysdahl, tra i sospettati di aver rapito una bambina in No Exit, film di Damien Power ispirato al romanzo di Taylor Adams. Su Disney Plus.

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No Exit: Havana Rose Liu in una scena

No Exit il libro, è stato pubblicato nel 2017: scritto da Taylor Adams, autore del bestseller La donna delle finestra (anche questo trasformato in un film), è un thriller con protagonista Darby Thorne (Havana Rose Liu), tossicodipendente che scappa dal rehab e guida verso Salt Lake City. La sua corsa viene interrotta da una tempesta di neve: costretta a fermarsi, si ritrova in compagnia di un gruppo di sconosciuti. Ora è un film diretto da Damien Power, disponibile dal 25 febbraio su Disney Plus.

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No Exit: Havana Rose Liu in un'immagine

Tra un caffè e una chiacchiera Darby scopre che in una delle macchine parcheggiate davanti al locale c'è una bambina legata. Uno dei suoi compagni di attesa è il colpevole. Ma chi? Ci sono Ash (Danny Ramirez), Lars (David Rysdahl), Ed (Dennis Haysbert) e sua moglie Sandi (Dale Dickey) e il poliziotto Ron Hill (Benedict Wall).

La tensione per Darby è alle stelle: anche perché vuole salvare la piccola Jay (Mila Harris). Come nei romanzi di Agatha Christie, in cui tutti i sospettati sono nella stessa stanza, la protagonista deve cercare di sfoderare la detective che è in lei per capire con chi ha a che fare. Abbiamo parlato del film No Exit con gli attori Danny Ramirez e David Rysdahl, raggiunti via Zoom.

La video ntervista a Danny Ramirez e David Rysdahl

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No Exit: cosa ci spaventa oggi

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Locandina di No Exit

Qualche anno fa quando un film horror o un thriller creava un'atmosfera dark e sapevamo che c'era qualcosa di strano c'era sempre uno scantinato buio. Ora in questo film non c'è wi-fi: secondo voi l'assenza di wi-fi oggi fa davvero paura?

David Rysdahl: In realtà mi sento libero quando non c'è wi-fi: posso finalmente essere presente. Che ne pensi Danny?

Danny Ramirez: Sono combattuto: c'è una parte di me che si sente liberata, che dice: ah, sono libera. David Rysdahl: Non vuoi essere libero? Lo capisco.

Danny Ramirez: Fa paura ritrovarsi all'aperto in un posto come quello del film: la parte più spaventosa è non poter comunicare. Specialmente in una situazione come quella di Darby: la famiglia cerca di mettersi in contatto con lei, non voglio fare spoiler... Ah no, è nel trailer! Per me la parte che fa più paura è non poter comunicare con le persone che ami. E poi, ovviamente, trovare una ragazzina nel furgone.

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No Exit: fare un buon thriller

Visto che conoscete tutti i segreti dei film thriller, cosa vi spaventa adesso? Perché ora sapete tutto. Cosa vi spaventa da spettatori?

Danny Ramirez: Escluse tecniche classiche dei thriller come i jump scare, credo siano i momenti in cui pensi di conoscere una persona che poi si rivela completamente diversa. L'idea che fa paura è che chiunque potrebbe andare fuori di testa anche nella vita reale. È una paura costante. Anche fuori dal film: ti pianta dentro il dubbio. Mi spaventa tutto ciò che mi manipola come una marionetta: quindi dipende dal film. Se riesce a spaventarmi.

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No Exit: una scena del film

David Rysdahl: Ho sempre pensato che gli esseri umani facciano molta più paura del soprannaturale. I film con demoni e fantasmi non mi spaventano. Invece i film in cui ci sono delle persone completamente folli mi terrorizzano. È per questo che No Exit mi ha fatto paura: perché sei chiuso con delle persone folli. Amo le persone, ma a volte facciamo cose assurde. Mi interessano i thriller che giocano con gli esseri umani.

No Exit: dal libro al film

Nel libro originale Darby dice: "la differenza tra un eroe e una vittima è il tempismo". Siete d'accordo con lei?

Danny Ramirez: Sì. Mi ricordo che, quando ho letto il libro, ho fatto caso a questa frase: è un modo bello, tragico e romantico di vedere ciò che ci succede. Nel film c'è un po' di entrambi... No, spoiler! Tutto quello che dico può essere spoiler!

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No Exit: Havana Rose Liu in una scena del film

David Rysdahl: Dipende da come vediamo noi stessi, è soggettivo: magari tutti ti vedono come una vittima ma sei l'eroe. È stato interessante per noi lavorare su questo nel film. In generale nella vita ci vediamo in modo diverso. Fa parte della grande ironia di essere vivi.

Danny Ramirez: Credo che in questo film a un certo punto tutti pensino di essere sia l'eroe che la vittima della propria storia. Sia Ash, Lars che Darby hanno dovuto affrontare momenti difficili e hanno tutti punti di vista diversi.