Presentato nella sezione Giornate degli Autori all'80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Nina dei Lupi è una pellicola di genere postapocalittico diretta dal regista Antonio Pisu, ispirata all'omonimo libro di Alessandro Bertante; una storia di crescita che mette al centro l'adolescente Nina, una ragazza che dopo una catastrofe naturale provocata da un'eccezionale tempesta solare, vive con suo padre in un villaggio dell'Alto Adige isolato dal mondo esterno. L'umanità, infatti è allo sbando, gli apparecchi elettronici non funzionano più e nel resto del mondo vige la legge del più forte. Nel piccolo paesino di Nina, comunque, la vita procede con relativa normalità, la terra è ancora prospera e gli animali hanno di che mangiare.
La ragazza è però vista con sospetto dagli altri abitanti che spesso la chiamano strega, tenendola a distanza. Le cose sono destinate in qualche modo inevitabilmente a cambiare: grandi stravolgimenti si presentano all'orizzonte quando uno straniero, Fosco, riesce a superare il bosco e giungere nel villaggio destando curiosità e scompiglio. Abbiamo avuto l'occasione di intervistare il regista e due dei volti principali del cast: Sergio Rubini, interprete di Fosco, e Sara Ciocca, che ha il ruolo della protagonista, tre voci che ci hanno fatto meglio comprendere il grande lavoro che c'è dietro il film e l'importanza dei messaggi che lancia attraverso un genere che non sembra voler passare di moda e che spesso nasconde una potenza comunicativa inaspettata.
La video-intervista a Sara Ciocca
La tematica ambientalista
A Sara Ciocca, interprete della protagonista, abbiamo chiesto quali tratti di Nina l'hanno affascinata :"Il contatto stretto con la natura, con madre Terra, sicuramente l'essere animalesca, l'essere selvaggia e primitiva." L'attrice ha poi definito che tipo di umanità esce fuori da questa storia: "Un'umanità che distoglie l'attenzione da dove bisognerebbe agire, una società tralasciata ed egoista che non riesce a creare quella catena di gruppo, quella forza necessaria per salvaguardare il pianeta e il genere umano. Insieme si va incontro alla salvezza ed è necessaria un'attenzione in più verso il nostro pianeta."
Nina dei lupi, la recensione: un post apocalittico che non colpisce, tra coming of age e misticismo
L'intervista al regista Antonio Pisu
La video-intervista a Sergio Rubini
La tecnologia come nodo centrale
Antonio Pisu, regista del film, ha raccontato di essersi ispirati a titoli di genere abbastanza noti: "Ho raccontato un mondo dove non ci sono più apparecchiature elettroniche, un mondo oscuro, dark ed insieme a Marco Ferri il direttore della fotografia abbiamo preso come riferimento film estetici come 'The Road' e 'I figli degli uomini'". Sergio Rubini, invece, ha approfittato dello spunto datogli dal film per parlare di uno dei temi caldi di questo periodo: "Questo film ha un messaggio molto legato alla contemporaneità, se pensi che questo festival è disertato dagli attori americani perché stanno scioperando per cercare di regolamentare tutto ciò che arriva dalla tecnologia, dall'intelligenza artificiale, dall'algoritmo. Dobbiamo ricordarci che siamo esseri umani e dobbiamo mettere al centro l'essere umano altrimenti questa tecnologia rischia di disumanizzarci, di trasformarci nei personaggi interpretati da questo film. Spero che questo festival sia l'occasione per portare anche da noi l'attenzione sul problema."