Nick e Aaron Carter: La caduta delle star, la recensione: una docu-serie sul lato oscuro del pop

Nick e Aaron Carter: La caduta delle star, la docu-serie in quattro parti sulla controversa vita dei fratelli Carter prova a far luce sulla verità dietro la finzione. In streaming su Discovery+.

Un'immagine dei fratelli Nick e Aaron Carter.

Quando si sale sulle montagne russe, la salita e la discesa sono inversamente proporzionali: più è ripida e lenta la prima, tanto più rapida e repentina sarà la seconda. È quello che succede spesso alle star, soprattutto se divenute celebri da bambini e ragazzini, quindi nel pieno della formazione e crescita, magari in un'epoca in cui ancora non c'era l'attenzione e la sensibilità di oggi su certi temi: dopo l'ascesa incredibile, arriva il tonfo nell'abisso, tra dipendenze, problemi di salute mentale e denunce. È proprio questo aspetto che cerca di esplorare Nick e Aaron Carter: La caduta delle star, docu-serie in quattro episodi prodotta da Ish Entertainment per Investigation Discovery, il canale true crime americano targato Warner Bros. Discovery, e disponibile in Italia su Discovery+ con appuntamento settimanale.

Primo punto di vista: la vittima

Carter Bob Buriano Music Producer
Il produttore musicale Bob Curiano parla del modus operandi di quel tempo nel settore

Il primo aspetto sulla questione che Nick e Aaron Carter: La caduta delle star vuole mettere in luce è a cosa le vittime di aggressione, molestia, violenza o stupro vanno incontro quando decidono di denunciare, soprattutto se sono passati molti anni dal fattaccio. Quando insomma è più difficile trovare testimoni affidabili, prove corroboranti e così via. Il primo istinto dell'opinione pubblica e della stampa, però, è credere all'accusato più che all'accusatore: all'uomo dare il beneficio del dubbio, alla donna credere facilmente che in qualche modo se la sia cercata o ci sia stata. Nel 2017 la cantante e attrice Melissa Schuman, ex componente della girlband delle Dream, che ebbero successo proprio negli anni dei Backstreet Boys, accusa Nick Carter di violenza sessuale. Negli anni successivi, si fanno avanti altre due donne, Ashley Repp e Shay Ruth, portando la propria storia anche in questa docu-serie. Tutte devono affrontare l'essere costantemente giudicate e messe sulla gogna mediatica, forse ancor più di Nick, difeso dalle fan e dai manager, gli stessi che in qualche modo portarono a quella possibile situazione poiché spinsero per farli credere una coppia davanti alla telecamere, per poi scaricare la cantante emergente, quasi ventenne, al primo problema da lei sollevato.

Secondo punto di vista: gli accusati

Carter Mark Giovi Tour Manager Aaron Carter
Tra le testimonianze Mark Giovi, il Tour Manager di Aaron Carter

A quel punto la svolta in questa storia drammaticamente vera: Aaron Carter decide di sostenere le accusatrici del fratello, proprio mentre stava lottando contro la tossicodipendenza e con problemi di salute mentale, e mentre già aveva dei dissidi nei rapporti col fratello. Ostilità che porteranno alla sua triste dipartita nel 2022, lasciando solamente Nick a dire la propria. Il processo al maggiore dei Carter è tuttora in corso e il disclaimer iniziale della docu-serie ci tiene a precisarlo immediatamente, così come il fatto che l'accusato non ha voluto partecipare al progetto e dire la propria versione dei fatti. Manca insomma il punto di vista dell'accusato, rendendo Nick e Aaron Carter: La caduta delle star un po' troppo di parte.

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Terzo punto di vista: familiari, amici, agenti

La docu-serie prova ad indagare, con un occhio un po' pruriginoso, la verità dietro anni di finzione. Risultano così, come dicevamo, un po' troppo tendenziosi l'insieme delle testimonianze, anche dall'interno della famiglia Carter con un cugino più grande che ha deciso di dire la propria insieme ad altre interviste esclusive, che sono sempre un valore aggiunto in questi casi - come l'ex fidanzata di Nick, Kaya Jones, e l'ex fidanzata di Aaron, Melanie Martin. Forse troppa carne viene messa sul fuoco, dati i tanti temi affrontati: aggiungiamo infatti l'attenzione e la sensibilità non solo per le dipendenze, già viste in titoli simili, ma quelle alla salute mentale, un problema spinoso nello star system e soprattutto nella musica che sono negli ultimi anni è stato finalmente sdoganato in vari documentari di rilievo.

Carter Melanie Martin Ex Fidanzata Aaron
Tra le interviste esclusive della docu-serie c'è Melanie Martin l'ex fidanzata di Aaron

Fama e notorietà sono sempre l'altra faccia di una medaglia solo apparentemente scintillante, come dimostra la faida tra fratelli che ha investito la famiglia Carter proprio a fine anni '90, quando il pop era sulla bocca (e nelle orecchie) di tutti. Un rapporto difficile e instabile, come la precarietà della salute di Aaron. Il montaggio psichedelico e sincopato, alternato a momenti in cui la musica enfatizza fin troppo le testimonianze degli intervistati, rende tutto un po' troppo esasperato come tono ma tutti i temi che denuncia e di cui prova a parlare ne acuiscono l'importanza, soprattutto oggi. Cosa significa essere un'icona pop?

Conclusioni

Come abbiamo spiegato nella nostra recensione, Nick e Aaron Carter: La caduta delle star vuole provare a raccontare i tanti elementi ed eventi che hanno portato alle accuse di violenza sessuale da parte di tre donne a Nick Carter, ex frontman dei Backstreet Boys negli anni del successo; e a come il rapporto di quest’ultimo col fratello Aaron si sia definitivamente incrinato dopo il suo sostenere le accusatrici, fino alla sua morte. Tante (forse troppe) le tematiche affrontate e forse un po’ troppo di parte il montaggio e le testimonianze anche esclusive, ma altrettanto importante la denuncia ad un sistema perpetrato per troppi anni dagli stessi produttori e discografici musicali a sfavore delle star.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Il doppio punto di vista, delle accusatrici e della faida fraterna.
  • Le interviste esclusive.
  • La riflessione sulla salute mentale nella musica e sull’ascesa e caduta vertiginosa della fama.

Cosa non va

  • L’assenza della testimonianza di Nick Carter.
  • Il montaggio e la musica, che enfatizzano troppo una parte del racconto.