Sono passati 14 anni da About a boy - Un ragazzo, film in cui interpretava Marcus, ragazzino paffuto e introverso che cerca di sistemare a tutti i costi la madre (Toni Collette) con Hugh Grant: tanti centimetri (supera il metro e novanta) e pellicole dopo, Nicholas Hoult è oggi uno degli attori più promettenti e versatili della sua generazione, passando con disinvoltura dal sofisticato A Single Man (2009) di Tom Ford all'adrenalinico Mad Max: Fury Road (2015) di George Miller, passando per la nuova trilogia di X-Men, in cui è Beast.
Archiviata una chiacchierata relazione con la collega Jennifer Lawrence, Hoult è sommerso dal lavoro, con diversi progetti in lavorazione: presterà la voce a Fiver, personaggio della serie animata Watership Down, in cui lavorerà a fianco di altri interpreti inglesi (insieme a lui anche Ben Kingsley, James McAvoy, John Boyega, Gemma Arterton e molti altri); ha ultimato le riprese di Rebel in the Rye di Danny Strong, in cui è J.D. Salinger, sotto la guida di Kevin Spacey, che interpreta Whit Burnett, mentore dello scrittore, e quelle di Sand Castle, pellicola ambientata durante l'occupazione dell'Iraq da parte degli USA, e sarà presto sul set di The Death and Life of John F. Donovan, nuova pellicola di Xavier Dolan dal cast stellare (oltre a Hoult il regista canadese può contare su Susan Sarandon, Jessica Chastain, Natalie Portman, Kit Harington, Kathy Bates, Michael Gambon, Thandie Newton, Sarah Gadon, Bella Thorne e la cantante Adele).
Prima di volare sul set di Dolan, Hoult ha fatto una pausa in Italia, dove è ospite del Giffoni Film Festival, per presentare Equals, film di Drake Doremus, presentato in concorso alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, in cui recita al fianco di Kristen Stewart, in uscita nelle sale italiane il 3 agosto. Abbiamo incontrato l'attore in un agriturismo tra i monti di Giffoni, entusiasta della bellezza del paesaggio campano: "Ho letto un articolo scritto da Steinbeck nel '53 su Positano: diceva che combattere la Seconda Guerra Mondiale non è stato spaventoso come guidare per le stradine strette di Positano!" ci ha detto Hoult, continuando: "Parlava anche del calore della gente ed è una cosa che ho notato anche io. Ho fatto un corso di cucina e tutti sono stati gentilissimi e ospitali. Inoltre mi ha colpito la bellezza del posto: non è stata contaminata da multinazionali, non ci sono catene di ristoranti o edifici che rovinano la sua bellezza naturale e la storia".
Visto che ha citato Steinbeck, impossibile non chiedergli di Rebel in the Rye, in cui interpreta J.D. Salinger, il leggendario autore di Il giovane Holden: "Amo gli scrittori, mi meraviglia quello che riescono a creare. È un onore interpretare uno dei miei autori preferiti. Con ogni ruolo riesci a imparare qualcosa dal vissuto di quel personaggio, ti insegna a vedere il mondo da un punto di vista differente: la vita di Salinger è intrigante, è un personaggio pieno di fascino. Ho cercato di entrare nella sua testa e interpretarlo è stato un piacere. L'ultimo giorno di riprese ero davvero triste: non volevo separarmi da questo ruolo". Nel film Hoult recita con il due volte premio Oscar Kevin Spacey: "Kevin è un attore incredibile: questo ruolo significava molto per lui, perché ha una fondazione che supporta e incoraggia giovani registi a raccontare le loro storie e realizzare film, proprio come Whit Burnett, il suo personaggio nel film, la persona che ha aiutato Salinger a emergere, perché lo ha ispirato e messo in riga. Salinger era una persona molto complicata, ma Whit è il primo che ha intravisto tutto il suo potenziale. Il loro è stato un rapporto turbolento e questo mi ha permesso di interpretare delle scene incredibili con Kevin: quando lo guardi recitare non puoi che farti ispirare da lui. Inoltre è bravissimo con le imitazioni, al punto che sul set sembrava di trovarsi con i personaggi che imitava: fa un perfetto Marlon Brando. Sul set raccontava anche storie: è stato molto divertente lavorare con lui".
Nonostante la giovane età, Hoult ha fatto delle scelte consapevoli in campo lavorativo, fatto che fa pensare a una buona testa ma anche a una buona guida: gli abbiamo chiesto qual è il miglior consiglio che ha ricevuto per la sua carriera d'attore: "Consigli non se ne ricevono tanti, i migliori sono quelli appresi sul campo: si impara guardando i colleghi sul set, li studi e vedi come si comportano. Si impara moltissimo osservando la gente e usando l'intuito. Credo che il consiglio migliore mi sia stato dato da Melissa Jaffer, che in Mad Max: Fury Road interpreta la Custode dei semi: abbiamo passato insieme tanto tempo sul camion del film, parlando per giorni interi. È una donna fantastica, piena di esperienza e vitalità: mi ha dato un suggerimento semplice, ama e fatti amare, niente di straordinario ma buono".
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Sempre su Mad Max: Fury Road doveroso chiedergli se Nux, il suo personaggio, è riuscito finalmente a entrare nel Valhalla: "Sì adesso è nel Valhalla a divertirsi! Purtroppo penso che in realtà alla fine si sia reso conto che quell'idea era un'illusione. È stato meraviglioso interpretare questo personaggio: George (Miller) ha creato tutta la storia di Nux, abbiamo parlato per ore di lui tramite videochat, davvero dalla prima concezione del personaggio fino all'inizio delle riprese. Abbiamo parlato di tutto il suo arco narrativo, dei suoi genitori, delle idee a base della mitologia del film e di quanto fosse importante per lui la promessa di raggiungere il Valhalla, fino alla distruzione delle illusioni con cui è cresciuto".
Il 3 agosto esce invece in sala Equals, in cui è Silas, ragazzo che vive in una società dove le emozioni sono viste come una malattia e amare è il peggiore dei crimini: "Sul set di Equals c'era un'atmosfera davvero strana" ha ammesso, continuando: "Da attore lavorare in un film in cui i personaggi non provano emozioni era come non fare il proprio lavoro! Il regista ci ha fatto improvvisare, soprattutto nelle scene in cui finalmente si scatenano le emozioni. Sarebbe terribile vivere in un mondo senza sentimenti. Ognuno di noi ha provato questa sensazione: magari succede qualcosa che ti sconvolge, oppure senti una notizia terribile alla tv, ma devi comunque andare a lavoro nonostante tutto. Nascondere le proprie emozioni è una delle cose più difficili che si possa fare".
A proposito di nascondere le emozioni, Hoult è molto riservato quando si tratta della sua vita privata: "Sono fortunato: non c'è tutta questa intromissione nella mia vita privata. Se vuoi essere un buon attore credo che sia una cosa fondamentale non far sapere alla gente troppe cose di te: in questo modo quando ti guardano sullo schermo possono dimenticarsi di te e guardare solo il personaggio. Questo mi spinge a essere abbastanza riservato e a fare attenzione a come comportarmi e alle persone che mi stanno intorno".
Per quanto riguarda il cinema italiano, oltre a informarsi sui migliori registi in circolazione: "Queste sono le persone con cui in futuro potrei lavorare: consigliami bene che mi segno i nomi sulla mia lista personale" ci ha detto, ha ammesso di stimare in particolare due autori del passato: "Fellini sicuramente, La dolce vita è un film meraviglioso. Il regista italiano di cui vedo maggiore influenza forse è Sergio Leone: il cinema western gli deve molto. Molti dei registi con cui ho lavorato avevano ben presente il suo lavoro: soprattutto l'uso del widescreen, dei primi piani e l'effetto della videocamera che dà il senso di calore. Jonathan Levine ha rubato qualcosa da lui per Warm Bodies. È uno dei migliori: si deve rubare dai migliori".