Il grande pubblico la conosce solo in relazione all'ex marito Matteo Garrone, ma adesso Nunzia De Stefano ha deciso di camminare con le proprie gambe nel mondo del cinema. Dopo aver collaborato a lungo con Garrone, con cui confessa di avere ancora oggi un ottimo rapporto ("sul lavoro lui ha bisogno di me e io di lui") ,la De Stefano presenta a Venezia 2019, nella sezione Orizzonti, Nevia, pellicola parzialmente autobiografica, racconta la storia di una volitiva diciassettenne cresciuta nei container di Ponticelli (Napoli). Con la madre morta e il padre in carcere, a crescere Nevia e la sorellina Enza sono la nonna e la zia acquisite, vicine di container che si sono occupate delle bambine. Ma a Nevia le regole della comunità di Ponticelli stanno strette e la ragazza decide così di cominciare a lavorare in un circo per conquistare la propria indipendenza.
La vita di Nevia, interpretata dalla ventunenne Virginia Apicella, ricalca in parte la vera storia di Nunzia De Stefano, cresciuta in un container alle porte di Napoli insieme ai genitori e a sette fratelli e poi divenuta domatrice di elefanti in un circo di Secondigliano.
"Una parte della mia vita è in questa storia ma alcuni eventi sono trasfigurati" ci racconta la neo regista. "Ho cercato di mantenere un equilibrio. Raccontare e rappresentare se stessi non è facile, così ho inserito nella trama figure reali come la zia, la nonna e Giulia, ma non tutto è vero. Ho voluto trasfigurare gli eventi perché ciò che mi interessava davvero era stare su Nevia. Tutto ciò che la circonda fa da sfondo".
Un esordio femminista
Pur avendo il sostegno illustre di Matteo Garrone, produttore del film, per la sua opera prima, Nunzia De Stefano afferma di non aver chiesto consigli a nessuno: "Parecchie scene le abbiamo cambiate lì per lì. Quando non funzionava qualcosa mi fermavo dieci minuti e risolvevo il problema. Non è stato faticoso, finivo due ore prima della fine delle riprese e il cast era felicissimo. Essere qui a Venezia è un'esperienza surreale". L'universo di Nevia è fatto di persone che vivono ai margini, divise tra lavori umili e microcriminalità. La protagonista ha lasciato la scuola e per sbarcare il lunario si presta a lavoretti di ogni genere. L'importante è sfuggire al controllo degli uomini che vorrebbero esercitare un qualche potere su di lei. Nevia è indipendente e ribelle proprio come Nunzia De Stefano che ha scelto di esordire con un film "femminista, fatto perché lo volevo fare, per seguire il mio cuore" proprio per mettere in luce come oggi "la donna abbia la possibilità di mettersi in gioco, arrivare a qualcosa a cui prima non poteva ispirare. Oggi c'è un'indipendenza che prima non esisteva".
Nevia descrive la realtà della periferia napoletana attraverso un duplice filtro, quello dello sguardo femminile e quello della giovinezza. Nevia diventa maggiorenne nel corso del film, mentre la sorellina è solo una bambina, scelta questa dovuta al fatto che "l'adolescenza è molto importante per il futuro di un individuo. Se non riesci a scappare e a scoprire le cose a quell'età non sei nessuno. Continuo a nutrire speranza nella nuova generazione anche se la situazione è peggiorata oggi è difficile avere una relazione con ragazzi che tengono la testa sempre china sul telefonino".
La tragedia dei container, una vergogna tutta italiana
Come la sua protagonista, anche Nunzia de Stefano è cresciuta in un container del terremoto dell'80 e ha deciso di dedicare il film a coloro che hanno perso per sempre la casa. "Ho portato protagonisti e troupe nei container per fargli vivere i disagi del luogo, ma anche la grande umanità, la dignità di queste persone. E' un luogo a cui sono molto legata, spero che il film li possa aiutare. Per le abitazioni della nonna e della zia, ho scelto le case più disagiate. Una non aveva neppure gli interruttori, accendevano la luce coi fili. Gli ho rifatto la casa da zero e poi abbiamo girato. Per il rispetto di quelle persone non avrei mai ripreso il disagio in cui vivevano".
Con un'ambientazione e personaggi talmente forti da catalizzare l'attenzione dello spettatore, Nunzia De Stefano non dimentica l'aspetto più prettamente cinematografico. Parlando dei suoi modelli cita Fellini: "Ricordo quando Matteo mi fece vedere La strada. Il finale è struggente. Adoro Giulietta Masina come attrice e come donna, anche non l'ho mai conosciuta, ma ciò che so di lei mi ha toccato tantissimo". Dopo l'uscita di Nevia, Nunzia De Stefano ha già in mente nuovi progetti ci cui non fa cenno, ma lascia intendere che c'è ancora spazio per l'autobiografia: "Chi conosce la mia storia sa che ne potrei fare una serie tv. Prima, però, devo fare 5 anni di psicanalisi".