Uscito nelle sale americane nel 2008, Never Back Down - Mai arrendersi era un tentativo di combinare le arti marziali con i film incentrati sui liceali. Questa improbabile saga ha iniziato ad evolversi in positivo con il secondo episodio, Never Back Down - Combattimento letale, uscito direttamente in DVD e ancora in parte legato alla dimensione corale e giovanile del predecessore, ma con una maggiore cura nella realizzazione delle scene di combattimento e la presenza di una figura carismatica come quella dell'ex-campione Case Walker, interpretato da Michael Jai White, il quale ha anche esordito dietro la macchina da presa in tale occasione. Cinque anni dopo, Walker è il protagonista assoluto di Never Back Down 3 - Mai arrendersi, anch'esso diretto da White.
Abbiamo approfittato dell'uscita italiana (22 giugno) in Blu-ray e DVD, distribuiti da Universal Pictures Home Entertainment Italia, per conversare con l'attore-regista, un veterano delle arti marziali dal percorso artistico alquanto curioso: ha esordito come attore in The Toxic Avenger Part II ("Dovevo essere una semplice comparsa, ma ho anche lavorato come stuntman e coreografo"), e successivamente è diventato il primo supereroe di colore del cinema americano, interpretando l'omonimo protagonista in Spawn ("Se mi chiedessero di partecipare al _reboot, accetterei senza esitazioni_"). Senza dimenticare le collaborazioni con Tyler Perry o il recente passaggio alla regia.
La star dietro la macchina da presa
Per cominciare, cosa ti ha spinto a diventare regista? E perché hai scelto i sequel di Never Back Down per questa transizione?
Michael Jai White: La regia mi è sempre interessata, e questi film combinano due mondi che conosco molto bene, le arti marziali e il cinema. Ho girato diversi cortometraggi anni fa, e anche quando recitavo avevo sempre una mentalità da regista, quindi per me è stata una transizione molto naturale.
Never Back Down 3 è diverso dai primi due film, si concentra su un solo personaggio anziché essere un racconto corale. Questo è voluto, per far sì che la saga non diventi ripetitiva?
Sì. Per la precisione, la Sony ha scoperto, tramite dei sondaggi, che il mio personaggio nel film precedente era l'elemento preferito del pubblico, e così si è deciso di continuare la serie con lui nel ruolo principale. Questo mi ha permesso di contribuire con il mio vissuto per quanto riguarda le arti marziali miste, e le arti marziali in generale.
È per questo che hai anche firmato il soggetto del film? Per far sì che quel mondo fosse rappresentato nel modo giusto?
Assolutamente sì. L'ho fatto anche per il secondo film, perché ritengo che sia la mia responsabilità rendere giustizia a quello che è stato un elemento fondamentale della mia vita.
Alcuni attori divenuti registi affermano di aver avuto delle difficoltà, inizialmente, ad esercitare entrambi i ruoli per lo stesso film. Qual è stata la tua esperienza?
Per me non ci sono state difficoltà. Ho sempre pensato al film nel suo insieme, anche in progetti dove recitavo e basta, e mi pongo sempre delle domande da regista o produttore. Non riesco a scindere le due cose.
Carriera multiforme
Hai in mente dei progetti da regista che non siano legati a Never Back Down?
Sì, ma per ora nulla di concreto. Non mi interessa fare il regista tanto per, deve essere qualcosa che sento veramente il bisogno di raccontare.
E per quanto riguarda Never Back Down, continueresti a dirigere i film successivi anche se il tuo personaggio non dovesse tornare?
Forse, non ti saprei dire adesso. Sicuramente farò altri film da regista, ma per ora continuerò a lavorare come attore e produttore. Mi interesserebbe anche girare per la televisione, dove ho già dato come attore in alcune sitcom.
Prima di recitare sei stato un insegnante. Questo ha influito sul tuo approccio alla recitazione o alla regia?
Assolutamente sì, c'è una correlazione molto forte tra le due cose. Penso di essere stato un buon insegnante perché riuscivo a capire bene le persone, e mi riconoscevo nei ragazzi in difficoltà perché sono cresciuto da solo a partire da quando avevo 14 anni. Mi sono sempre interessato alla psicologia umana, e questo ha influito sul mio lavoro come attore. Penso che ci sia un legame forte tra l'insegnamento e la recitazione, perché in entrambi i casi si imparano e si insegnano cose relative al comportamento umano. Inoltre, mi sento un po' un insegnante quando giro un film come questo, perché il pubblico impara qualcosa su un mondo che forse non conoscerebbe se non fosse per il mio lavoro.
Le leggi del mercato
Entrambi i sequel di Never Back Down sono stati realizzati per il mercato home video, saltando l'uscita in sala, e c'è ancora una sorta di pregiudizio nei confronti di questo mercato a livello qualitativo. Questo ti spinge a dare il meglio di te come interprete e regista?
Guarda, quello che mi spinge a dare il meglio di me sono io stesso. Ricordo quando ero un ragazzino a New York, e sognavo di avere un'opportunità come questa. Adesso che ce l'ho, non posso trattenermi, devo impegnarmi al massimo.
Per quanto riguarda l'uscita del film, è l'industria che è cambiata. Sono sicuro che quindici anni fa un film come questo sarebbe uscito al cinema, ma con la situazione economica attuale le uscite in sala tout court sono diminuite. Le cose stanno così.