Sono passati due anni da quando Case Walker è rientrato nel mondo delle arti marziali miste professionistiche, ma ha cominciato a essere stanco di combattere e si esibisce in incontri amatoriali. Dopo uno di questi a Beaumont, in Texas, Case incontra Brody James, un vecchio amico che è anche un lottatore di MMA, il quale ha firmato con PFC Combat, per combattere contro il gigante Caesar Braga, conosciuto con il soprannome non certo benaugurante di Psycho, in un incontro a Bangkok.
Come vi raccontiamo nella recensione di Never Back Down 3 - Mai arrendersi, Brody chiede a Case di aiutarlo ad allenarsi per il combattimento, nei giorni che precederanno l'atteso match. Il protagonista accetta e parte per la Thailandia, dove comincia a frequentare la palestra dell'amico e attira gelosie e antipatie di alcuni degli altri lottatori che frequentano l'attività. Ma con il passare del tempo se ne conquisterà anche la fiducia, diventando elemento chiave quando il losco Hugo Vega, organizzatore dell'evento immerso in traffici poco chiari, decide di cambiare le carte in tavola.
Non c'è due senza... tre
Dal secondo capitolo la saga di Never Back Down ha tracciato una storia tutta nuova, abbandonando i personaggi del prototipo per concentrarsi quasi esclusivamente sulla figura dell'ex campione di MMA Case Walker, interpretato da quel Michael Jai White che è subentrato anche dietro la macchina da presa e nel ruolo di sceneggiatore, potendo così ampliarne la figura a proprio piacimento. Se il quarto episodio uscito pochi anni fa, Never Back Down: Revolt (2021), ha rivoluzionato ulteriormente il tutto con la scelta di una protagonista femminile, in questa terza puntata datata 2016 ritroviamo il lottatore afroamericano alle prese con un'altra impresa sul ring, ambientata in terra esotica.
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Guerrieri vecchi e nuovi
La Thailandia nella quale ha luogo la vicenda e alcuni sviluppi di trama - a cominciare da un cattivo che più cattivo non si può - sembrano voler richiamare un grande classico del cinema d'azione marziale come Kickboxer - Il nuovo guerriero (1989), anche se qui il contesto melodrammatico è meno tragico e il Nostro è già un esperto combattente, tanto da essere lui stesso a prendersi la briga di insegnare i trucchi del mestiere a nuovi adepti. Approfittando del fatto di aver girato nel Paese asiatico ecco anche un breve cammeo di Tony Jaa, famosa star autoctona, nei panni di se stesso, che scambia Case per Cuba Gooding Jr., e una breve partecipazione - anche coreografica - della peperina Jeeja Yanin, indimenticata protagonista di un cult del filone come Chocolate (2008).
Botte da orbi
Dal punto di vista della pura azione poco da dire, Never Back Down 3 - Mai arrendersi svolge il suo compito con indubbia efficacia, tra slow-motion ad hoc e una notevole armonia di colpi e violenza, pur con una resa dei conti paradossalmente ridicola per via della caratterizzazione demenziale del "boss finale", che ha il fisico massiccio di un Nathan Jones al quale è stato chiesto di interpretare una macchina da guerra senza cervello: vederlo spaccare in un impeto d'ira il bagno dell'albergo è alquanto grottesco. Allo stesso modo alcune sottotrame non funzionano nel migliore dei modi, o poco esplorate o superflue ai fini della storia principale, quanto basta per allungare il minutaggio ai cento minuti d'ordinanza. Tra citazioni a Bruce Lee e al maestro Miyagi pensate anche per un pubblico casual, un risvolto romantico figlio dei cliché e l'epilogo più che prevedibile, la storia non offre effettivi colpi di scena nel suo attenersi alle dinamiche di genere.
Conclusioni
Un ex-campione di MMA viene chiamato da un vecchio amico e collega affinché lo alleni per un importante incontro che dovrà disputare in Thailandia, contro un avversario gigantesco e dalle tendenze psicopatiche. La permanenza nel Paese asiatico lo metterà al centro di intrighi e situazioni complicate, che lo spingeranno a tornare sul ring per fare la cosa che sa fare meglio: combattere! Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Never Back Down 3 - Mai arrendersi, Michael Jai White riveste i panni di Case Walker in questo terzo capitolo del franchise, strettamente legato al predecessore. Con una storia e relativa ambientazione che richiamano a classici del genere, i cento minuti di visione possono contare su efficaci scene d'azione e guest-star d'eccellenza, ma la stessa sceneggiatura non può dirsi memorabile.
Perché ci piace
- Buone scene d'azione.
- Un paio di cammei che faranno la gioia dei fan del cinema di arti marziali.
Cosa non va
- La sceneggiatura è poca cosa e spesso derivativa.