Riscrivere la Storia con la s maiuscola al femminile è sempre un rischio di questi tempi. Si viene facilmente tacciati di politically correct senza una vera e propria ragion d'essere dietro il progetto, se non il donare visibilità, inclusività e rappresentazione a chi non l'ha avuta finora. È una fortunata eccezione a questa regola non scritta Nell - Rinnegata, la nuova serie originale interamente disponibile dal 29 marzo su Disney+ e il merito è soprattutto della mentre dietro questa storia alternativa. Ne parliamo meglio in questo speciale in cui le avviciniamo Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin, la dramedy ad una comedy che si appena conclusa su Apple TV+, dimostrando di poter (ri)scrivere la Storia anche quando si tratta di personaggi realmente esistiti, vicini al mito, decostruendone i modelli di machismo legati ad un certo tipo di eroismo e brigantaggio.
Una favola rovesciata
Proprio come la torta rovesciata che rimescola gli ingredienti per ottenere una ricetta simile ma diversa, vecchia ma nuova, anche la trama di Nell - Rinnegata (in originale Renegade Nell a strizzare l'occhio ai cult anni '80 con protagonisti maschili) narra la vita avventurosa e scapestrata del personaggio titolare, Nelly Jackson che vuole farsi chiamare Nell, interpretata dall'ex Orla McCool di Derry Girls Louisa Harland, che porta tutta la verve di quel personaggio in questa nuovo ruolo che prova a scardinare qualsiasi regola dell'epoca, l'Inghilterra del XVIII secolo, quando torna a casa vedova di guerra, dopo essere stata creduta morta e trova il villaggio in preda ai capricci del figlio del proprietario terriero, un borioso ricco ragazzo annoiato che brama l'eredità del padre.
A questo punto, per una serie di circostanze, diviene la più celebre fuggitiva del regno (da qui il titolo e l'appellativo di Rinnegata). A questo punto conosce uno spirito magico in versione tascabile, Billy Blind (interpretato dall'ex Nate Shelley di Ted Lasso Nick Mohammed) che le dona dei poteri sovrumani, "meglio di quelli di un uomo", per poter combattere i soprusi dei bulli intorno a lei. Non si tratta però di un potere perdurativo ma occasionale e questo ancora una volta ribalta le regole del linguaggio favolistico scelto. Poteva risultare un pasticcio della tanto denunciata ideologia woke e invece grazie alla scrittura brillante a monte di Sally Wainwright, e dalla messa in scena frizzante, diventa un'anti-favola che rinnega e ribalta tutti gli archetipi e gli stilemi di genere risulta un prodotto spassoso e riuscito. La Principessa di turno è un'eroina e anche una guerriera, non ha bisogno di qualcuno al suo fianco ma fa tutto per la propria famiglia, e sarà una fata madrina sotto le spoglie di un fato padrino a donarle i poteri della superforza, che a quel punto utilizzerà per punire e vendicarsi dei villain in giro per il regno.
Nell - Rinnegata, la recensione: l'avventura si fa donna nella serie con Louisa Harland
Una leggenda demitizzata
Un gioco di usi e costumi presente anche ne Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin. Ancora una volta al centro della trama vi è un brigante fuggitivo, il più ricercato del reame, ma questa volta a livello storico, nonostante sia un figura che viaggia a metà strada tra leggenda e realtà. Il personaggio titolare, ben interpretato da Noel Fielding, è divenuto celebre più per i colpi da maestro per il fascino con cui sapeva ammaliare i propri ascoltatori, a partire dai capelli. Un altro esempio di ribaltamento di generi e ruoli, come spiegato nella nostra recensione: i creatori Claire Downes, Ian Jarvis e Stuart Lane, insieme allo stesso Fielding, hanno decostruito un pezzo alla volta - anzi, un abito alla volta - la figura storica di Dick Turpin e in generale il ruolo degli uomini e delle donne nella società.
Anche in questo caso, non ci si ferma solamente alla scrittura ma si utilizza anche la messa in scena, fatta di montaggio e regia estremamente dinamici e volatili; si utilizza una durata degli episodi più esigue per avvicinarsi maggiormente al genere commedia e rendere la storia fruibile ad un pubblico più ampio e smaliziato. Andando oltre, anche in questo caso, ai dettami del politically correct ma semplicemente scherzando e ironizzando soprattutto sul fatto che, nonostante siano passati molti anni da quel XVIII secolo in cui è ambientata la Storia, non è che le questioni di gender siano poi cambiate così tanto. Forse è questo l'insegnamento più importante e prezioso che queste due adventure comedy hanno saputo regalarci.