Qual è il prezzo della libertà? A questa fatidica domanda hanno risposto molte persone nel corso della storia, combattendo per ciò in cui credevano e pagando spesso il prezzo più alto che si possa pagare nel corso della nostra esistenza: quello della vita. Uno degli ultimi esempi da questo punto di vista è quello di Aleksej Naval'nyj, tra i più noti oppositori del presidente della Russia Vladimir Putin. La storia della sua crociata per la libertà, e il modo scioccante in cui chi colui che è ancora al potere ha cercato di porvi fine, è raccontata in Navalny, il nuovo film del regista Daniel Roher che ha vinto il premio Oscar per il miglior documentario agli Academy Awards del 2023.
Nel 2017 il leader del partito Russia del Futuro e presidente di Coalizione Democratica ha perso l'80% della vista dall'occhio destro a seguito di un attacco e nell'agosto 2020 è stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato avvelenato con l'agente nervino Novichok. Il 2 febbraio 2021 il tribunale Simonovsky di Mosca ha sostituito la condanna sospesa di 3 anni e 6 mesi di Naval'nyj con una definitiva e il 10 agosto è stato accusato di aver creato "un'associazione non-profit che viola le persone e i diritti dei cittadini". Il 22 marzo 2022 il tribunale di Lefortovo di Mosca ha condannato Naval'nyj a 9 anni di carcere.
1. Un documentario incentrato sul leader dell'opposizione russa
Navalny, documentario prodotto per CNN Films ora disponibile anche nelle sale italiane, parla dell'attivista, politico e blogger russo di origini ucraine, della sua famiglia e del lavoro che ha svolto contro la corruzione politica in Russia durante il governo del presidente Vladimir Putin. Il suo attivismo lo ha reso un eroe per molti, ma un nemico per il Cremlino: dopo essere rientrato in Russia in seguito al suo tentato omicidio, Aleksej è stato arrestato e sta tutt'ora scontando la sua pena.
"Se mi uccideranno, non arrendetevi", sono queste le parole che l'oppositore di Putin ha recentemente rivolto alla popolazione russa. Il 31 marzo 2021 Naval'nyj ha iniziato uno sciopero della fame a causa del rifiuto dei medici di assisterlo e il 17 aprile, dopo essere stato ricoverato per sospetta tubercolosi, i dottori hanno dichiarato che sarebbe potuto morire da un momento all'altro. Il 18 aprile alcuni deputati russi hanno firmato una lettera indirizzata a Putin con la richiesta di fornire cure mediche a Naval'nyj e il 7 giugno Aleksej è tornato in carcere dopo essere completamente guarito.
2. L'indagine relativa al tentato omidicio
Navalny potrebbe essere classificato come uno dei migliori documentari true crime di sempre, poiché racconta dettagliatamente gli eventi che hanno portato all'avvelenamento di Aleksej con un agente nervino di livello militare chiamato Novichok durante un volo da Tomsk a Mosca, il che ha immediatamente suscitato sospetti che Putin fosse coinvolto. Il documentario segue l'oppositore del presidente della Russia mentre, insieme al giornalista bulgaro Christo Grozev, indaga sull'attentato e arriva addirittura a telefonare direttamente ai sospettati. Senza rivelare troppo, Roher e la sua troupe televisiva catturano delle prove schiaccianti che non possono che lasciare gli spettatori a bocca aperta.
Navalny vince l'Oscar, il regista Daniel Roher: "Non dobbiamo temere i dittatori"
3. Le parole del regista Daniel Roher
Durante un appello che è stato diffuso in tutto il mondo da Variety, il regista Daniel Roher ha esortato i colleghi a prendere posizione, in un mondo che ormai è divenuto sempre più confuso e fratturato, contro il regime "omicida" del presidente Vladimir Putin: "C'è un lato giusto della politica. E sì, i registi scelgono da che parte stare. Perché o sei dalla parte della moralità, della giustizia, dello stato di diritto e della democrazia, o sei dalla parte di una dittatura omicida che lancia invasioni di nazioni sovrane e uccide bambini ogni giorno...La possibilità e la probabilità che questa fosse la sua ultima intervista era nella mia mente e non sapevamo cosa sarebbe successo. Non sapevamo se sarebbe stato ucciso. Non sapevamo se sarebbe stato condannato al carcere per il resto della sua vita. Ma quella domanda era molto reale...".
4. Nel documentario Nalvalny parla sia in russo che in inglese
Nel documentario, Navalny dimostra di essere capace di parlare in inglese durante le interviste con Roher. Tuttavia, per la maggior parte del film, come durante tutte le conversazioni con la sua famiglia o con i suoi colleghi o quando ci vengono mostrati i numerosi filmati d'archivio, il leader intenzionato a riformare il suo paese parla sempre in russo. I sottotitoli, disponibili in streaming sia in inglese che in italiano, rendono possibile la visione del documentario al pubblico più ampio possibile.
5. Il cast
Il cast, oltre allo stesso Alexey, a sua moglie Yulia Navalnaya e alla figlia Dasha Navalnaya, è composto da svariate figure importanti che nel corso degli anni si sono opposte a Putin: l'attivista, politico e blogger russo di origini ucraine Zakhar Navalny, la giornalista investigativa russa Mariya Pevchikh, il giornalista investigativo bulgaro Christo Grozev, il politico, informatico, attivista russo e capo di gabinetto della campagna di Alexei Navalny per le elezioni presidenziali del 2018 Leonid Volkov, la portavoce di Navalny Kira Yarmysh, l'attivista russo Georgy Alburov, l'atleta russa Anna Biryukova, il giornalista del settimanale tedesco Der Spiegel Fidelius Schmid, il giornalista della CNN Tim Lister e la giornalista e conduttrice televisiva della CNN Clarissa Ward.
6. Dove vederlo
Come accennato in precedenza, Navalny di Daniel Roher è disponibile nei cinema italiani dal 22 marzo, distribuito da Wonder Pictures, e può essere visto anche online sulla piattaforma iWonderfull. Navalny potrebbe non essere appropriato per gli spettatori più giovani e, a causa dei molti momenti in cui viene utilizzato un linguaggio per adulti, il documentario è stato vietato ai minori in alcuni paesi del mondo.