Nastri d'argento 2024, intervista ai vincitori: da Paola Cortellesi a Matteo Garrone, come gestiscono l'ansia

Come gestisce l'ansia il cinema italiano? Lo abbiamo chiesto ai vincitori dei Nastri d'argento 2024: da Paola Cortellesi e Matteo Garrone, premiati per C'è ancora domani e Io capitano, ecco come affrontano il set.

Paola Cortellesi ai Nastri d'argento 2024

Ormai è il tema dell'estate: il grande successo di Inside Out 2 si deve molto al fatto - oltre a essere un bel film - che abbia saputo dare un volto e una voce all'emozione che più ha caratterizzato gli ultimi anni, l'ansia. La pandemia, le varie guerre in corso, il cambiamento climatico, i social che ci fanno sentire sempre più inadeguati: questa è sicuramente un'emozione che stiamo provando tutti. E nel cinema italiano forse anche di più: gli incassi, tranne alcuni casi eccellenti, sono pessimi, le produzioni sono ferme. Insomma, c'è crisi. Nella nostra intervista ai vincitori dei Nastri d'argento 2024 abbiamo quindi pensato di concentrarsi proprio su questo.

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C'è ancora domani di Paola Cortellesi

Perfino Paola Cortellesi, che ha realizzato il film con il migliore incasso del 2023 in Italia, C'è ancora domani, che sta andando molto bene anche all'estero, non è estranea a questo sentimento. Alla domanda che cos'è del tuo lavoro che ti crea ansia e quindi vuoi sempre migliorare, ci ha detto: "La concentrazione. A volte non è possibile molta concentrazione sul set. C'è tutta una macchina che si muove e vorrei riuscire a essere proprio zen. Avere, come gli Avengers, qualcosa che mi protegge, uno scudo, che mi lascia concentrare. Poi invece finisco sempre per fare battute, brutte tra l'altro, a dire tutte cose inutili, e poi magari mi deconcentro. È una cosa che vorrei ottenere meglio".

Visto che li ha nominati lei, impossibile non chiedere quale Avenger si senta Paola Cortellesi: "Wolverine, ovviamente. Io sono Wolverine! Tiro fuori gli artigli alla bisogna: per ora non mi è mai capitato, però mi piacerebbe avere quella possibilità. Sarebbe fantastico". Ecco cosa ci hanno detto anche gli altri vincitori dei Nastri d'argento 2024.

Nastri d'argento 2024: i vincitori

C'è ancora domani (recensione qui) ha vinto il premio speciale Film dell'anno. Vinicio Marchioni, che ha ricevuto anche il Premio Persol al personaggio dell'anno, ci ha detto: "Fortunatamente non ce l'ho mai avuta l'ansia. Cerco sempre di migliorare qualsiasi aspetto del mio lavoro. L'unico aspetto che mi riconosco è l'essere cintura nera del ricominciare sempre da capo. Penso che, soprattutto dopo quest'anno, sarà ancora più difficile resettare, far finta di niente e ricominciare con il prossimo film come se fosse il primo. Mi auguro sempre che sia il più bello di tutti".

Romana Maggiora Vergano invece, che nel film ha il ruolo di Marcella, figlia della protagonista Delia: "Sicuramente sento la pressione estetica, dell'immagine. Devo dire che sono migliorata tantissimo da questo punto di vista, perché alla prima visione non riesco a giudicarmi oggettivamente: guardo come sono ripresa sostanzialmente. Abbiamo sempre da ridire riguardo ai nostri difetti fisici. Quindi dico molto sinceramente che è questo che mi crea molta ansia. Però sto cercando di guardarmi in maniera più oggettiva e di perdonarmi dei difetti che invece sono parte della mia persona e mi rendono in qualche modo unica".

Io capitano di Matteo Garrone trionfa ai Nastri d'Argento 2024, sette premi tra cui miglior film e regia

Io capitano di Matteo Garrone vince miglior film e regia

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Seydou Sarr in Io capitano

Io capitano di Matteo Garrone (recensione qui) è il grande vincitore dei Nastri d'argento 2024: si è portato a casa miglior film, regia, produzione, la fotografia di Paolo Carnera, il montaggio di Marco Spoletini, il sonoro in presa diretta di Maricetta Lombardo e il miglior casting director Francesco Vedovati.

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Una scena di Io capitano

Sull'ansia Garrone ci ha detto: "Fa parte del lavoro dell'artista, che è un po' esoterico, magico. Non hai mai certezze. Quindi un artista convive con le insicurezze, con delle ansie. Cerco sempre poi di trovare la perfezione. La cerco".

Il protagonista di Io capitano, Seydou Sarr ha poi vinto il premio speciale Nastro d'argento all'esordio. Ma rimane umile: "Io sono una persona normale. Naturale. A volte le persone mi chiedono come faccio a recitare. Per me devi solo essere te stesso e basta. Per me il cinema non è difficile".

Palazzina Laf di Michele Riondino è la sorpresa dell'anno

Tra le sorprese della stagione appena passata c'è sicuramente anche l'esordio di Michele Riondino alla regia: Palazzina Laf (recensione qui), che ha vinto i Nastri al miglior esordio, sceneggiatura (di Riondino con Maurizio Braucci), miglior attore protagonista, sempre Riondino, miglior attore non protagoista Elio Germano e migliore canzone originale, La mia terra di Diodato.

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Elio Germano e Michele Riondino in Palazzina Laf

Per Riondino l'ansia è una costante: "Il mio lavoro stesso mi crea ansia! Preparare un personaggio mi crea molta ansia. È la parte più divertente ma anche più faticosa del mestiere che faccio. Siamo dei masochisti noi! Ci piace soffrire". D'accordo Diodato: "I live mi creano sempre un po' di ansia. Ma il paradosso è che è anche la parte che preferisco. Perché c'è un riscontro immediato dal vivo. Non puoi andare a correggere successivamente. I live sono una cosa che mi mette ansia ma che amo profondamente: quindi è un'ansia che amo. Una roba un po' strana, che fa parte proprio del mio modo di essere".

Mimì - Il principe delle tenebre: premiati Brando De Sica e Domenico Cuomo

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Una scena di Mimì - Il principe delle tenebre

Celebrato anche l'horror Mimì - Il principe delle tenebre (recensione qui) di Brando De Sica: il regista e l'attore Domenico Cuomo hanno vinto il Premio HamiltonBehind the camera- Nastri d'Argento. Per Brando De Sica l'ansia può essere un'alleata: "Facciamo un mestiere che è cercare di controllare il caos: la regia è veramente cercare di controllare il caos. Quindi in qualche modo non la devi combattere l'ansia: ti devi lasciar andare. Casomai devi usarla come benzina per tirare fuori l'energia che ti serve per dirigere o creare. Quindi la paura è un elemento necessario e sempre presente all'interno di un film. L'importante è trasformarla: cioè usare quell'energia là".