Checché se ne dica, anche al giorno d'oggi, i grandi registi in Italia non mancano. Nanni Moretti è certamente tra questi - come dimostra per esempio la grande passione che il più grande festival di cinema al mondo (quello di Cannes, ça va sans dire) prova per i suoi film - ma è anche un qualcosa di più, qualcosa di (questo sì) ben più raro nel panorama nostrano.
Nanni Moretti è un'icona, un personaggio, un uomo dalla grande personalità (nonostante le ancor più grandi insicurezze) che ha contribuito con il suo cinema, le sue idee e anche le sue provocazioni a formare generazioni di spettatori. Moretti, ancor più negli ultimi lustri, è stato spesso associato alla politica, e sebbene sia indubbiamente anche un "regista di sinistra" (se vogliamo usare questa brutta espressione), sarebbe assolutamente riduttivo considerare il suo cinema solo per spettatori politicamente impegnati, perché i suoi film riescono ad essere divertenti e memorabili a prescindere da tutto questo.
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Elencare le battute e i momenti più divertenti del suo cinema vuol dire andare a cercare il meglio del suo essere autore, ma anche tante esempi del suo essere un regista molto attento all'immagine, alle musiche e agli equilibri necessari per realizzare degli ottimi film, e, perché no, anche dei capolavori.
Ma vuol dire anche andare a cercare il "peggio" del Nanni uomo/personaggio, le sue idiosincrasie e le sue nevrosi, l'ansia e i dubbi.
Vuol dire, nel bene e nel male, scoprire Nanni Moretti in tutta la sua essenza.
Io sono un autarchico (1976)
Il primo lungometraggio di Moretti è un piccolissimo film indipendente costato poco più di 3 milioni di lire, girato in Super8 e interpretato esclusivamente da amici e parenti (tra i tanti solo Fabio Traversa ha continuato, con importanti risultati, la sua carriera come attore cinematografico). Tra i titoli della sua filmografia, questo è sicuramente quello meno conosciuto anche se all'epoca ebbe un discreto successo di pubblico e critica, ed ovviamente il più acerbo, a causa dei pochi mezzi e dalla scarsa esperienza dietro la macchina da presa.
Nonostante questo però il nostro caro Michele Apicella ha delle opinioni piuttosto forti su tutto, ma soprattutto sul fare cinema e sul nostro paese.
Cinema proletario
"Nel cinema, gli attori sono la borghesia, l'immagine è il proletariato, la colonna sonora è la piccola borghesia, eternamente oscillante tra l'una e l'altro. L'immagine, in quanto proletariato, deve prendere il potere nel film, dopo una lunga lotta."
Gli intellettuali italiani
"Hanno scoperto adesso Laura Antonelli. Io la seguo fin da Incontro d'amore a Bali, Ugo Liberatore, 1970."
I registi italiani
Michele Apicella dimostra di non gradire molto il cinema di Lina Wertmüller.
Si tratta di provocazioni? O più semplicemente di autoironia? Michele vi risponderebbe così:
Ma che sei stupido?? Con autoironia! Con autoironia?? Ma che sei stupido?
Ma il contributo più grande in termini di cultura e immaginario popolare, Io sono un autarchico ce lo regala con la frase ormai culto, citata recentemente anche da Matteo Renzi ad un comizio.
No! Il dibattito no!
Ecce bombo (1978)
Due anni dopo arriva il secondo lungometraggio, l'esordio a Cannes (direttamente in concorso per la Palma, comincia presto l'amore tra Moretti e e i cinefili francesi) ed un successo al botteghino che va oltre ogni aspettativa: oltre due miliardi di lire a fronte dei 180 milioni spesi!
Il caso Alberto Sordi
Uno dei motivi per cui il film è tutt'ora piuttosto famoso è probabilmente a causa della controversia riguardante un vero e proprio patrimonio nazionale come Alberto Sordi, criticato da Michele Apicella per il suo qualunquismo.
Ma che siamo in un film di Alberto Sordi? Bravo! Bravo! Te lo meriti Alberto Sordi!
Questa controversia è un qualcosa che ha accompagnato Moretti e Sordi stesso per decenni, anche se entrambi più volte hanno sottolineato come non ci fosse alcuna acredine. Ma, come spesso accade, il tormentone è rimasto, tanto che solo 4 anni fa il regista e sceneggiatore Massimiliano Bruno nella sua commedia di grande successo Nessuno mi può giudicare "ricambia il favore" facendo recitare a Rocco Papaleo una scena assolutamente speculare in cui dice: "Bianchi e neri siamo tutti uguali? Ma che siamo, in un film di Nanni Moretti? Te lo meriti, Nanni Moretti!"
"Noi giovani parliamo così!"
In Ecce Bombo non c'è però solo questo, ma anzi è proprio qui che Nanni/Michele comincia la sua personalissima crociata linguistica che continuerà (come vedremo) nei film successivi.
"Faccio cose, vedo gente"
Altro grande tormentone, ma anche una grande analisi (come d'altronde tutto il film) di quegli anni '70 che stavano per volgere al termine.
Vengo. No, non vengo.
A prescindere dalla citazione ai girotondi che ironicamente poi avranno un ruolo importante per il Moretti politico, la scena più emblematica (e forse più bella) di Ecce Bombo, nonché in quella in cui meglio di tutte emerge il Moretti nevrotico e eternamente insicuro, è quella della telefonata in cui chiede:
Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?
Sogni d'oro (1981)
La terza opera, forse la più folle e discussa della sua filmografia, venne premiata a Venezia con il Leone d'argento, ma fu un altro ruggito, quello di Sergio Leone a far discutere con la dichiarazione: "Fellini 8 e mezzo m'interessa, Moretti 1 e un quarto no".
Nonostante questo però, Moretti è ormai un autore dallo stile molto riconoscibile, e che ha molto da dire in particolare sul cinema e sui critici.
"Tutti parlate di cinema"
Tutti si sentono in diritto, in dovere di parlare di cinema. Tutti parlate di cinema, tutti parlate di cinema, tutti! Parlo mai di astrofisica, io? Parlo mai di biologia, io? Parlo mai di neuropsichiatria? Parlo mai di botanica? Parlo mai di algebra? Io non parlo di cose che non conosco! Parlo mai di epigrafia greca? Parlo mai di elettronica? Parlo mai delle dighe, dei ponti, delle autostrade? Io non parlo di cardiologia! Io non parlo di radiologia! Non parlo delle cose che non conosco!
Cinema per casalinghe
"Forse noi possiamo capire questi suoi giochi intellettuali, questi esperimenti linguistici. Ma una casalinga di Treviso, cosa capisce di questo suo linguaggio nuovo? Cosa gliene importa, a lei che ha lavorato tutto il giorno, la sera è stanca, ha voglia di divertirsi?"
"La volgarità purtroppo ha trionfato ancora una volta"
La scena cult del "duello" con Giampiero Mughini che fa da moderatore e arbitro.
Pubblico di merda!
Bianca (1984)
Per molti si tratta del primo capolavoro di Nanni Moretti, un film malinconico e inquietante quanto divertente, ricco di molteplici suggestioni; ma quello che è certo è che Bianca è una vera e propria fucina di momenti indimenticabili del suo cinema.
Perché non parli?
Il professore di Storia
La Nutella
La Sachertorte
Michele Apicella al suo meglio (o peggio, dipende dai punti di vista) è senza alcun dubbio quella che si autoinvita a casa di un alunno e mostra tutto il suo essere nevrotico, inopportuno ma anche esilarante.
Va be', continuiamo così, facciamoci del male!
La messa è finita (1985)
Per la prima volta Nanni abbandona il personaggio di Michele Apicella e si trasforma in Don Giulio, un sacerdote che ritorna a Roma dove tanti anni ma fa fatica a relazionarsi con i suo parrocchiani, con gli amici e con la famiglia.
E' il primo passo verso un cinema più drammatico che comico, un passaggio che gli fruttò comunque un Orso d'argento a Berlino, ma non per questo mancano i momenti divertenti.
"Guardi che c'ero io prima di lei"
La confessione
Ogni tanto non do l'assoluzione: perché non sono veramente pentiti. Anzi, a volte vorrei picchiare qualcuno.
"Io credo nella felicità"
Il momento più bello ed emozionante però è sul finale con la canzone Ritornerai di Bruno Lauzi e l'ultima toccante omelia di Don Giulio.
Palombella rossa (1989)
Si tratta di uno dei film più amati dai conoscitori del cinema di Moretti, e forse il più disprezzato dai detrattori, a causa dei contenuti fortemente politicizzati.
L'ultima apparizione di Michele Apicella però non è solo legata alla crisi della sinistra italiana, ma serve anche a portare avanti discorsi già iniziati dieci anni prima, con quello stile unico che ha sempre contraddistinto il personaggio.
Come parla?
Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!
La nostalgia
La musica
Le canzoni e i balli hanno grande importanza nel cinema di Moretti, ma è forse proprio Palombella rossa a segnare un cambiamento importante nella sua filmografia.
I'm On Fire di Bruce Springsteen
E ti vengo a cercare di Franco Battiato
Caro Diario (1993)
Arriviamo così al film della svolta, il film che più di tutti rappresenta Nanni Moretti nel mondo. E non parliamo solo della qualità dell'opera o del prestigioso premio alla regia vinto a Cannes, ma soprattutto del fatto che, per la prima volta, il protagonista non è più un personaggio immaginario ma è semplicemente Nanni nelle sua più intima essenza.
Il film è composto da tre episodi - In vespa, Isole e Medici - ma è soprattutto il primo ad essere entrato nell'immaginario collettivo, grazie ad alcune sequenza davvero di culto.
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"Siamo invecchiati"
Voi gridavate cose orrende e violentissime, e voi siete imbruttiti. Io gridavo cose giuste, e ora sono uno splendido quarantenne.
Sa cosa stavo pensando?
Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza.
Il Mambo
In TV c'è Anna di Alberto Lattuada con Silvana Mangano che balla sulle note El Negro Zumbon. Come resistere?
Saper ballare
"Jennifer Beals? Di Flashdance? A me sarebbe piaciuto sempre poter danzare"
L'omaggio a Pasolini
Non so perchè ma non ero mai stato nel posto dove è stato ammazzato Pasolini
Aprile (1998)
Ancora in concorso a Cannes, Nanni Moretti presenta un altro film molto autobiografico, un film che racconta momenti importanti della sua vita (la nascita del figlio Pietro) e dell'Italia (la discesa in campo di Berlusconi e la vittoria delle elezioni anticipate da parte della Sinistra).
L'unione di questi due aspetti ha reso leggendari alcuni momenti e sequenze di questo film che forse nel complesso è il più divertente di tutta la sua filmografia.
Emilio Fede e la battaglia vinta da Berlusconi
La sera del 28 Marzo 1994, quando vinse la destra, per la prima volta in vita mia mi feci una canna.
D'Alema, di' una cosa di sinistra!
Diventare padre
Le fanno il cesareo. Ho chiesto di assistere, spero mi dicano di no
Quattro chili e duecento grammi!
Ricordati, Pietro, che ci sono due differenti prese: prima c'è la presa salda della madre; dopo proviamo la presa angosciata del padre, eh.
Muscoli!... Così non ti vengono quelle spallucce vittimiste dei tennisti italiani, che perdono sempre per colpa dell'arbitro, del vento, della sfortuna, del net, sempre per colpa di qualcuno, mai per colpa loro.
Un ragazzo fortunato
Jovanotti e Moretti, duetto impossibile? Mai dire mai...
"Ho voglia di litigare con qualcuno"
Il musical che vorremmo vedere
Silvio Orlando è un pasticcere trotzkista nell'Italia degli anni '50. Il "film" era stato già ironicamente anticipato in Caro diario e mai realizzato, ma noi sono anni che lo sogniamo davvero!
Possiamo però consolarci con il finale di Aprile che è un capolavoro.
La stanza del figlio (2001)
E' il film che ha portato Moretti alla Palma d'oro e a tantissimi altri premi e nomination in tutto il mondo, eppure è anche il film che forse ha inevitabilmente allontanato tanti spettatori dal suo cinema, perché doloroso e drammatico come mai lo era stato prima.
In questo senso è molto difficile trovare dei momenti "piacevoli" da ricordare, se non quelli legati alle canzoni, che come sappiamo sono sempre importanti per il regista.
Insieme a te non ci sto più di Caterina Caselli
By This River di Brian Eno
Il caimano (2006)
Si tratta di un altro film a sfondo politico, ma questa volta fa discutere ancora di più, non solo perché parla di Silvio Berlusconi ma perché negli anni precedenti Moretti si era esposto pubblicamente facendosi portatore di un malcontento popolare.
Nonostante non manchino momenti divertenti (soprattutto per i "finti" film di Silvio Orlando e Margherita Buy), questa volta i momenti e le frasi più memorabili sono sempre legate alla natura politica del film.
La vendetta va servita bollente
L'Italietta
Siete proprio abituati alle vostre schifezze. Ogni volta noi pensiamo che voi italiani finalmente avete toccato il fondo e invece no, state lì e scavate, scavate, scavate e andate ancora più giù, più giù ... raschiate.
La scena finale
In particolare il durissimo finale del film, che aveva ovviamente fatto molto discutere anche all'epoca, è tornato in auge soltanto due anni fa quando Silvio Berlusconi venne condannato in primo grado per il cosiddetto processo Ruby.
Habemus Papam (2011)
Con questo film Moretti è stato in grado di prevedere anche un evento che non avveniva da secoli: l'abdicazione papale da parte di Benedetto XVI.
E' solo logico quindi che le scene relative al papa in difficoltà interpretato dall'ottimo Michel Piccoli siano oggi le più significative.
Soffro di deficit da accudimento, ma non ho capito cos'è.
Però è ancora una volta Moretti stesso, anche se in un ruolo minore, ad avere i momenti più brillanti.
L'abbiamo chiamata perché Lei è il più bravo! - Ma che maledizione, me lo dicono sempre tutti!
Le quotazioni dei bookmakers
Il torneo di pallavolo
Mia madre (2015)
Arriviamo così a quello che è, per il momento, l'ultimo bellissimo film di Nanni Moretti, un film che tratta ancora una volta un argomento delicato come il lutto, ma lo fa con grande delicatezza e soprattutto lo fa affiancando una seconda storyline metacinematografica e molto divertente che vede come protagonisti la Buy ed uno scatenato John Turturro che recita sia in italiano che in inglese, inveisce contro la sua regista e addirittura cita Federico Fellini cantando Bevete più latte.
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Il ballo
Autoironia o autocritica?
Abbiamo visto che a Michele Apicella non piaceva parlare di autoironia, ma è difficile non pensarci oggi, a distanza di tanti anni quando il personaggio della regista di Mia madre non solo mostra tutta la fragilità, le incertezze e il senso di inadeguatezza di Nanni, ma si lascia anche andare a perle del genere.
Il regista è uno stronzo a cui voi permettete di fare tutto!
Caro Nanni, noi non potremmo mai di dirti nulla del genere, ma finché continuerai a fare grandi film stai pur certo che ti permetteremo questo ed altro!