Cosa accadrebbe se i nostri sentimenti repressi diventassero visibili e avessero delle conseguenze? È da questo presupposto che parte la singolare storia di My Oni Girl, nuovo film anime disponibile dal 24 maggio su Netflix e diretto da Tomotaka Shibayama che per il servizio streaming (causa Covid) aveva già diretto Miyo - Un amore felino. Non la solita storia d'amore fantasy tanto cara all'animazione nipponica, non la solita storia d'amicizia singolare, non il solito romanzo di formazione tra umani ed esseri sovrannaturali. Ne parliamo meglio nella nostra recensione, che inizia dal viaggio intrapreso dai due protagonisti.
Una trama tra due mondi
La trama di My Oni Girl parte appunto dal viaggio di Hiiragi, timido e introverso studente che vive nella prefettura giapponese di Yamagata e si ritrova ad essere sempre accomodante con tutti pur di non dire di no. C'è poi Tsumugi, ribelle ragazza con una capigliatura colorata che strizza l'occhio alla Ramona di Scott Pilgrim e che invece fa tutto quello che le passa per la testa. Presto, complice il cornetto che si ritrova sulla testa, verrà scoperta da Hiiragi: è un Oni, un essere soprannaturale che viene da un altro mondo, il cosiddetto villaggio nascosto.
Lei è alla ricerca della madre scomparsa quand'era piccola, mentre lui non riesce a spiegare al padre come si sente e perché si comporta così. Il ragazzo si offre di aiutarla nel suo viaggio di scoperta del mondo degli umani e di ritrovo della madre: lungo la strada incontreranno svariate persone che li aiuteranno e saranno costantemente braccati da un misterioso Demone della Neve che produce freddo anche in piena estate, quando è ambientata la storia.
Il viaggio degli eroi
A differenza di altre pellicole che sono romanzi di formazione per immagini, My Oni Girl è un doppio coming of age sia dal punto di vista maschile che femminile della storia: i due non dovranno solamente comprendere e venire a patti coi propri sentimenti repressi verso le persone a loro care, in primis i propri genitori, ma anche quelli che scopriranno di provare l'uno per l'altra. Dovranno affrontare svariate prove e test nel corso del lungometraggio, alla ricerca della propria identità e di una nuova consapevolezza di sé. Tanti i temi affrontati dalla pellicola attraverso la sua storia per immagini: l'imbarazzo dei primi incontri, il rapporto tra la vita e la morte, le relazioni tra genitori e figli, il sentirsi degli estranei in casa propria e nel proprio nucleo. Così come la trasformazione in oni che è molto più legata agli esseri umani di quanto si pensi. Demoni che da subito non vengono presentati come pericolosi ma semplicemente come un'altra parte di noi.
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Un'animazione accattivante
Il film è prodotto dallo Studio Colorido - già dietro, oltre a Miyo e Penguin Highway, anche La casa tra le onde per la piattaforma - che dimostra ancora una volta la propria fluidità e consapevolezza nell'uso dell'animazione. I colori e i fondali vengono valorizzati dalla regia di Tomotaka Shibayama, con una caratterizzazione dei personaggi da subito efficace e resa avvincente anche dalla colonna sonora del fenomeno pop che vive quasi nell'anonimato Zutamayo.
È interessante notare come la rappresentazione del villaggio nascosto sia molto simile a quello degli umani, con alcuni valori mistici e il classico albero-vita che rappresenta il ricongiungimento alla natura ma allo stesso tempo un universo che non è così lontano dal nostro: gli oni ad esempio utilizzano le moto da neve per viaggiare sul ghiaccio piuttosto che fluttuare, volare o usare altri espedienti magici. Anche la rappresentazione di alcuni esseri, come il Demone della Neve, pur risultando fortemente derivativo dalla lezione di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli, acquisisce una propria identità e una propria ragion d'essere nel panorama animato nipponico contemporaneo. Proprio come tutto My Oni Girl.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di My Oni Girl sottolineando come sia un bel film anime che ci sentiamo di consigliare, perché pur derivando la propria trama e la propria animazione da più o meno illustri predecessori sa anche costruire una propria mitologia visiva e narrativa, intrisa di magia. Proprio come i due mondi di cui racconta che vanno ad incontrarsi per imparare l’uno dall’altra a smetterla di reprimere i propri sentimenti, perché potrebbero causare una catastrofe.
Perché ci piace
- La caratterizzazione di Hiiragi e Tsumugi.
- Il doppio romanzo di formazione raccontato.
- La regia di Tomotaka Shibayama nei colori e nei fondali.
- L’animazione convincente…
Cosa non va
- …anche se derivativa.
- Alcuni momenti del film danno una battuta d’arresto al ritmo.