Anche in periodo natalizio, Netflix non si smentisce, e regala ai suoi abbonati una dose massiccia di K-Content per festeggiare al meglio. E se per l'atteso Gyeongseong Creature con Park Seo Joon e Han So Hee dovremo aspettare ancora qualche giorno, a tenere banco in queste settimane è un altro titolo che aveva sollecitato la curiosità degli appassionati di K-Drama fin dal suo annuncio: My Demon.
La serie con protagonisti Song Kang e Kim Yoo Jung (in patria in onda su SBS TV) ha fatto il suo arrivo sulla piattaforma a novembre (assieme a una versione webtoon scritta da Choi AhIl e illustrata da Konyan), e ha da subito guadagnato un grande seguito, pur essendo ancora in corso. Ma cos'è che ha reso questo show così popolare? Appunto, cerchiamo di capirlo insieme in questa recensione dei primi 8 episodi di My Demon.
My Demon: ovvero, Tale as Old as Time
La storia alla base di My Demon non è nulla di particolarmente rivoluzionario, anzi, è abbastanza in linea con i più gettonati trope fantasy, romance e action: la protagonista è Do Do Hee (Kim Yoo Jung), giovane imprenditrice orfana adottata da piccola dalla capofamiglia di una prestigiosa azienda, Ju Cheon Sook (Kim Hae Sook). Quando la donna, che l'ha sempre amata più dei suoi figli biologici, viene improvvisamente a mancare, questa lascia in eredità la compagnia proprio a Do Hee, che finisce con il ritrovarsi ancor più nei guai di quanto non fosse già in precedenza (qualcuno stava già cercando di ucciderla) e nel mezzo di una lotta per la successione tra parenti serpenti.
È qui che entra in gioco il demone titolare interpretato da Song Kang, Jeong Gu Won, con il quale Do Hee si era ritrovata per sbaglio a un appuntamento al buio. Per via della natura demoniaca di Gu Won - che esaudisce desideri in cambio della vita delle persone una volta passati 10 anni - e di un apparente "scherzo del destino", le strade di Do Hee e Gu Won risultano ormai inesorabilmente intrecciate e, come facile immaginare, anche i loro cuori.
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Se siete dunque fan di tali dinamiche, potreste intraprendere la visione di My Demon anche solo fidandovi di queste premesse, mentre se non amate particolarmente simili cliché potreste, chissà, pensare che non ne valga la pena dedicare tempo allo show. Tuttavia, e nell'indecisione, dovete sapere che la serie prodotta da Studio S Binge Works, come d'altronde è lecito aspettarsi dalle produzioni coreane, non lascia nulla al caso, e presenta grande cura e attenzione per i dettagli.
Essendo ancora in corso, non possiamo commentarne la coerenza narrativa fino alla sua conclusione, ma durante la visione risulta palese quanto la sceneggiatura sia abbastanza solida, lasciando spazio allo spettatore che si interroga sulla genuinità delle intenzioni dei vari personaggi, specialmente quando si tratta di capire gli schieramenti, anche in relazione alla lotta per il potere. Ogni episodio gestisce al meglio le tempistiche e gli espedienti narrativi a disposizione per far sì che il pubblico torni puntuale a premere sul tasto play al momento dell'uscita del successivo (su Netflix trovate due nuovi episodi a settimana, in uscita rispettivamente il venerdì e il sabato), e anche con una buona dose di entusiasmo.
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Il fascino magnetico di My Demon
Molto del successo di My Demon si deve senz'altro ai suoi interpreti principali, alle performance attoriali che mettono in scena, anche grazie alla chimica tra loro. Infatti, la Do Hee di Kim Yoo Jung è una donna forte e intraprendente, ma allo stesso tempo sensibile e vulnerabile. Ha dovuto imparare come fare per sopravvivere in un mondo difficile e pieno di insidie, senza mostrare alcuna debolezza, ma cercando allo stesso di non perdere la propria umanità, ed è esattamente ciò che traspare dall'interpretazione di Yoo Jung. Dal canto suo, Song Kang ci offre una diversa concezione della creatura demoniaca, rinunciando all'archetipo "broody & gloomy", e portando sullo schermo una versione più fresca e avvicinabile della figura (non completamente dissimile da quanto accadeva, ad esempio, con Nam Joo Hyuk in Bride of the Water God), senza però lasciare indietro alcuni dei suoi tratti caratteristici come una certa arroganza e una limitata conoscenza delle emozioni umane, che tuttavia andrà ad approfondire con il tempo.
Messi insieme questi due, tra l'altro accompagnati da un cast secondario affatto dimenticabile (esilaranti Seo Jung Yeon e Heo Jung Do nei ruoli dei rispettivi assistenti, per citarne giusto un paio), è facile capire come My Demon abbia conquistato il pubblico di riferimento, che sembra essere rimasto affascinato inoltre anche da elementi "accessori" quali i costumi (un abito in particolare ha fatto parlare di sé sul web, raccogliendo numerosi commenti positivi) o le musiche, sempre centrali nelle produzioni sudcoreane (tra i brani della colonna sonora ne troviamo alcuni firmati dalle star K-Pop NewJeans e Winter delle aespa). Non vi sono molti dubbi, dunque, sul perché My Demon stia riscontrando un responso generalmente entusiasta, ed è difficile immaginare che possa poi cambiare drasticamente a seguito degli episodi finali. Per poter confermare o smentire quanto appena detto, tuttavia, dovremo attendere la conclusione dello show (programmata per gennaio).
Conclusioni
Se siete amanti delle varie declinazioni del genere fantasy, romance e action, questo è decisamente un titolo che fa per voi. Come vi abbiamo illustrato in questa recensione dei primi 8 episodi di My Demon, infatti, la serie non manca di intrattenere e appassionare utilizzando i più popolari trope, e riesce a tenere alta la soglia dell’attenzione confezionandoli in maniera tale da lasciare lo spettatore con la voglia di vedere sempre di più. Per il giudizio finale, però, non resta che attendere pazientemente.
Perché ci piace
- Storia e sviluppo avvincenti.
- Ottime scelte di casting.
- Musiche e costumi degni di nota.
Cosa non va
- Non c'è da aspettarsi una rivoluzione del genere.