Con la recensione del quarto episodio di Ms. Marvel siamo ormai vicini al capolinea, perché mancano solo due capitoli per concludere questa prima fase della storia di Kamala Khan su Disney+, in attesa di ritrovarla al cinema il prossimo anno al fianco di Carol Danvers e Monica Rambeau. Una storia che, come già accaduto con la cultura africana per le avventure di Black Panther e quella egiziana per le gesta di Moon Knight, cerca di approfondire sfaccettature del nostro mondo solitamente poco utilizzate sullo schermo (per lo meno in modo non stereotipato), tramite quella grande piattaforma che è il Marvel Cinematic Universe ma anche il servizio streaming della Disney, che proprio con le serie originali della Casa delle Idee si è ritagliato uno spazio importante nelle vite dei fruitori di visioni domestiche.
Accadde una notte a Karachi
Dopo la rivelazione del precedente episodio, il quarto capitolo di Ms. Marvel si sposta in Pakistan, a Karachi, con la famiglia che torna in patria per visitare i parenti. In particolare, la nonna ha invitato il contingente americano per rivedere Kamala, poiché entrambe hanno avuto la stessa visione di un treno che dovrebbe essere legato alle origini della bisnonna e il suo rapporto con i Clandestini. Questi ultimi, intenzionati a servirsi dei poteri di Kamala per tornare a casa, malgrado gli eventuali effetti collaterali per l'umanità, non demordono, e per capire come sconfiggerli Kamala entra in contatto con dei vigilanti locali, che conoscono la storia dei Clandestini e del loro mondo di origine. Per certi versi, la giovane comincia a sentirsi a casa, pur essendo lontanissima dal New Jersey, ma l'euforia è destinata ad avere durata breve...
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Ms. Marvel: Far From Home
Se negli episodi precedenti uno dei nodi tematici era l'integrazione di Kamala, pakistana e musulmana, nella quotidianità americana (per l'esattezza nel New Jersey, abbastanza vicino alla New York degli eroi Marvel classici, ma comunque sufficientemente lontano da darle un credibile status da outsider), qui avviene l'inverso, con la sua americanità che emerge nel contesto asiatico, con varie simpatiche gag in merito (molto riuscita quella sul cibo, con i cugini che le chiedono se gli occidentali sono riusciti a fare il whitewashing anche con il colore dei condimenti). Uno straniamento voluto, che funziona in termini di humour e pathos ma anche in termini pratici, poiché le riprese di questo episodio e di quello successivo si sono svolte fuori dagli USA, e nello specifico in Tailandia, con la giusta qualità internazionale senza far trasparire le difficoltà produttive legate alla pandemia.
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E come nell'episodio precedente, comincia a delinearsi più chiaramente il ruolo di Kamala nella mitologia più vasta del Marvel Cinematic Universe (un dettaglio legato ai Clandestini rimanda a un elemento narrativo di Doctor Strange nel Multiverso della Follia), ma sempre in modo tale da non rendere necessario alcun pacchetto di conoscenze pregresse, permettendo agli spettatori di apprezzare le avventure della nuova eroina della Casa delle Idee come racconto a sé, per quanto riconoscibilmente situato all'interno di un franchise dalla portata globale. E se la cosa continuerà così con i due episodi rimanenti (al netto di eventuali post-credits con camei importanti), sarà la seconda volta consecutiva, dopo Moon Knight, che i Marvel Studios non si affidano eccessivamente all'universo più vasto per le loro serie incentrate su personaggi nuovi di zecca. Una scelta apprezzabile che conferma la forza del franchise a livello di rapporto con il pubblico: tutto è collegato, ma non sempre allo stesso modo.
Conclusioni
Chiudendo la recensione del quarto episodio di Ms. Marvel, notiamo come l'ingresso nella seconda metà della miniserie sia all'insegna della trasformazione, geografica e non solo.
Perché ci piace
- Il cambio di location dà all'episodio un respiro un po' diverso.
- La componente action rimane efficace.
- Le gag continuano a funzionare molto bene.
Cosa non va
- I villain rimangono poco definiti per ora.