Non c'è pressoché nulla di tradizionale nel modo in cui le canzoni vengono innestate nel tessuto narrativo di un'opera quale Mr. Robot. In numerose occasioni abbiamo già avuto modo di rilevare come la magnifica serie creata nel 2015 da Sam Esmail rappresenti una delle punte di diamante della TV americana di questo decennio; e fra i motivi di fascino e di originalità nel racconto delle tormentate vicende di Elliot Alderson, la musica si è dimostrata fin da subito uno degli ingredienti principali.
Non si tratta soltanto dell'apporto della colonna sonora di Mac Quayle, già collaboratore di fiducia di Ryan Murphy e vincitore dell'Emmy Award nel 2016 grazie a Mr. Robot, ma anche delle altre scelte musicali: infatti, nel corso delle tre stagioni finora realizzate, un'ampia e variegata gamma di brani ha corredato le vicende del giovane hacker sociopatico interpretato da Rami Malek. E mentre la terza stagione di Mr. Robot è da poco approdata su Infinity TV, proviamo ad analizzare proprio questo aspetto con un'analisi, in ordine cronologico, di dieci scene della serie e delle canzoni che ne fanno parte: sequenze ed abbinamenti particolarmente incisivi, ma a cui se ne potrebbero aggiungere moltissimi altri (fra gli artisti la cui musica è stata presa in prestito da Mr. Robot si annoverano anche Cure, Depeche Mode, Robert Plant, Kenny Rogers, Daft Punk, Brenda Lee, Laura Branigan e gli Alabama Shakes).
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1. Neil Diamond, If You Go Away
Partiamo dal mitico episodio pilota, Ciao amico, che già mette in mostra in maniera magistrale le peculiarità della messa in scena della serie di Esmail. Nel corso di una lunga macrosequenza, che si apre con Elliot Alderson in metropolitana e si chiude all'interno degli uffici della Allsafe, il montaggio di diversi momenti nella giornata del protagonista è scandito dalla melodia di If You Go Away: si tratta della versione in inglese di un brano del 1959 di Jacques Brel, Ne me quitte pas, nella cover incisa nel 1971 da Neil Diamond. Il senso di malinconia e l'eleganza 'classica' della canzone offrono un primo, netto contrasto con gli elementi semi-futuristici di una storia immersa invece nella contemporaneità.
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If you go away on this summer day/ Then you might as well take the sun away
2. Maria Callas, Casta Diva
È addirittura una celeberrima aria d'opera, Casta Diva, ad accompagnare invece alcune sequenze del terzo episodio, Il bug. La versione proposta nella serie è ripresa da una registrazione della Norma di Vincenzo Bellini da parte di Maria Callas, la cui voce inconfondibile fa da atipico sottofondo a due scene contigue: i preliminari erotici fra Tyrell Wellick (Martin Wallström) e sua moglie Joanna (Stephanie Corneliussen), impegnati nel loro consueto gioco sadomasochistico; e la drastica decisione di Elliot, che sceglie di entrare a far parte della fsociety. Anche in questo caso, Mr. Robot ci offre un contrappunto musicale singolare e straniante rispetto alle immagini.
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Casta Diva, che inargenti queste sacre antiche piante/ A noi volgi il bel sembiante senza nube e senza vel
3. Sonic Youth, Kool Thing
Nel penultimo episodio della prima stagione, Lo specchio, viene inserito uno dei cavalli di battaglia dei Sonic Youth, Kool Thing: questo trascinante brano rock, tratto dal loro album Goo del 1990, viene ascoltato da Angela Moss (Portia Doubleday) mentre si trova al PC a indagare sui dirigenti della Evil Corp e, contemporaneamente, è in tensione per la crisi dell'amico Elliot. Il legame fra il personaggio di Angela e la rockband newyorkese verrà rinsaldato in una delle puntate successive, in una sequenza in cui la ragazza è immersa in un'altra canzone dei Sonic Youth, Bull in the Heather.
Kool thing sittin' with a kitty/ Now you know you're sure lookin' pretty
4. Phil Collins, Take Me Home
La seconda stagione di Mr. Robot si è rivelata ancora più ambiziosa nel modo in cui ha impiegato la propria soundtrack da una puntata all'altra. Per esempio nel secondo episodio, Il controllo è un'illusione, uno dei momenti clou viene costruito interamente sull'incedere elettronico di Take Me Home, un successo di Phil Collins del 1985, tratto dall'album No Jacket Required. Il crescendo di intensità del brano fa infatti da compendio alla scena in cui Scott Knowles (Brian Stokes Mitchell) consegna per conto della Evil Corp un riscatto di quasi sei milioni di dollari alla fsociety: una montagna di denaro a cui l'uomo sarà costretto a dare fuoco.
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So take, take me home/ 'cause I don't remember
5. Dusty Springfield, You Don't Have to Say You Love Me
In varie occasioni, la susepense e l'atmosfera d'angoscia tipiche di Mr. Robot vengono accostate in maniera decisamente spiazzante al melodrammatico romanticismo d'altri tempi di ballate degli anni Sessanta e Settanta con sontuosi arrangiamenti orchestrali. È il caso della canzone che parte all'inizio di Errore interno, terzo episodio della seconda stagione: You Don't Have to Say You Love Me, enorme successo inciso da Dusty Springfield nel 1966 e cover dell'italiana Io che non vivo (senza te) di Pino Donaggio. La potentissima voce della Springfield ci accompagna dai titoli di testa, attraverso una panoramica di Manhattan e fino a una delle sequenze clou della puntata: la misteriosa telefonata fra Elliot e Tyrell Wellick.
You don't have to say you love me, just be close at hand/ You don't have to stay forever, I will understand
6. Television, Guiding Light
Una delle puntate più innovative e originali della seconda stagione, la sesta, intitolata Guarda davanti a te, si apre con un assurdo sogno/delirio in formato sit-com e si chiude con un malinconico flashback sull'infanzia di Elliot e sul suo rapporto con il padre Edward (Christian Slater), gravemente malato. Il dialogo fra l'uomo e suo figlio, che porterà a una significativa scoperta a proposito del nome Mr. Robot, è al cuore di una delle sequenze più emozionanti della stagione, corredata alla perfezione da una stupenda scelta musicale: Guiding Light, commovente brano tratto dall'album capolavoro dei Television del 1977, Marquee Moon.
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Oh, but tell me how do I say?/ I woke up and it's yesterday/ Do I again face this night?
7. Tears for Fears, Everybody Wants to Rule the World
È una performance sommessa e struggente quella che Angela Moss, nell'ottava puntata, Intercettazione illegale, offre nel corso di una serata karaoke. Con una voce fragile e tremante, sempre sul punto di spezzarsi, la ragazza si inerpica lungo le note di Everybody Wants to Rule the World, storica hit dei Tears for Fears del 1985, tratta dall'album della band inglese Songs from the Big Chair; nel frattempo, sullo schermo, al primissimo piano di Angela si alterna un montaggio incrociato dei membri della fsociety in azione.
Acting on your best behaviour/ Turn your back on Mother Nature/ Everybody wants to rule the world
8. Kraftwerk, The Hall of Mirrors
Nell'episodio finale della seconda stagione, Tempo scaduto, la prima canzone selezionata per la soundtrack appartiene invece a un genere ben diverso: il pezzo in questione è The Hall of Mirrors del 1977, tratto dall'album Trans-Europe Express della band tedesca dei Kraftwerk, specializzati in musica elettronica. Il ritmo solenne e profondamente sinistro del brano, contraddistinto dagli effetti dei sintetizzatori e da un cantato compassato e robotico, scandisce il percorso di Elliot e Tyrell fino alla sede della Dark Army, verso il fatidico epilogo della stagione. Di segno diametralmente opposto è la canzone che chiude l'episodio, nella scena dopo i titoli di coda: la ballad romantica di Bob Seger We've Got Tonight, nella versione in duetto fra Kenny Rogers e Sheena Easton del 1983.
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Even the greatest stars/ Discover themselves in the looking glass
9. Julie Andrews, Whistling Away the Dark
Così come You Don't Have to Say You Love Me per la puntata Errore interno, i titoli di testa della première della terza stagione, Modalità risparmio energetico, scorrono su una ballata melodica che, in quanto a stile ed atmosfere evocate, non potrebbe essere più distante da quelli di Mr. Robot. Subito dopo il monologo di Whiterose (B.D. Wong) sul futuro di Elliot ecco partire dunque le note della dolcissima Whistling Away the Dark, composta da Henry Mancini e Johnny Mercer per il musical del 1970 Operazione Crêpes Suzette e interpretata da Julie Andrews... fin quando la voce carezzevole della Andrews non si interrompe sul primissimo piano dell'occhio di Elliot, cedendo il posto alla sua voce narrante.
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Often I think this sad old world is whistling in the dark/ Just like a child who late from school/ Walks bravely home through the park
10. Roxette, Listen to Your Heart
Il secondo episodio, Annulla, contiene invece una fra le scene più tese della serie: la sparatoria notturna fra Joanna Wellick, il suo ex amante Derek (Chris Conroy) e il suo autista/bodyguard, Mr. Sutherland (Jeremy Holm). Dall'istante in cui il cranio di Joanna viene trafitto da un proiettile, in sottofondo, con una scelta bizzarra e di macabra ironia, parte il ritornello di Listen to Your Heart, ballad romantica dei Roxette datata 1988, dall'album del duo svedese Roxette Look Sharp!; e pochi secondi più tardi, la voce di Marie Frediksson si fonde con il pianto di un neonato con il volto bagnato del sangue della madre.
Listen to your heart when he's calling for you/ Listen to your heart, there's nothing else you can do