Per le strade e nei negozi si respira già l'aria natalizia, ma su Netflix ha da poco fatto il suo debutto una serie che di natalizio, e in generale di festivo, non ha proprio nulla. Lo show di fattura coreana si intitola Mr. Plankton, è composto da 10 episodi e porta la firma della penna dietro It's Okay to Not Be Okay, Jo Young, mentre alla regia troviamo Hong Jong Chan (Her Private Life, La Giudice).
Tra i suoi interpreti principali troviamo Woo Do Hwan (I Segugi, Joseon Lawyer) e Lee Yoo Mi (Strong Girl Namsoon, Squid Game) che interpretano rispettivamente Hae Jo - un aitante tuttofare che fatica a mettere radici, visto anche il suo difficile passato, e con un futuro incerto, date le ultime notizie sul suo stato di salute - e Jo Jae Mi - la ex di Hae Jo, orfana e alle prese con una scomoda verità che rischia di mandare a monte il suo matrimonio con l'unico discendete di una prestigiosa famiglia, Eo Heung (l'Oh Jung Se di It's Okay to Not Be Ok e Touch Your Heart) -. E la storia ha inizio proprio quando Hae Jo decide di rapire Jae Mi nel giorno delle sue nozze per fargli compagnia nella ricerca del suo vero padre.
Tali premesse potrebbero portare lo spettatore a pensare che ciò che li aspetta è una rom-com a tutti gli effetti, eppure non sarà proprio così.
Il K-Drama con accento sul "drama"
Per quanto, infatti, vi siano numerose scene dedicate a mostrare la comicità delle varie situazioni, quella di Mr. Plankton non si può certo definire una visione spensierata. La serie tratta temi di un certo spessore, e sovente lo fa senza troppi mezzi termini: dalla ricerca d'identità all'abbandono, dalla volontà di avere una famiglia all'impossibilità di averne, per quale che sia la ragione, sono i legami e le connessioni interpersonali a rappresentare il fulcro dello show. E se di mezzo ci sono malattie terminali e condizioni fisiologiche che lasciano davvero poco spazio alla speranza, se il focus sembra essere la caducità della vita e l'ingiustizia della stessa, capite bene che di rom-com non si può esattamente parlare. Perché dunque, vi chiederete voi a questo punto, val la pena di spendere quella decina di ore per guardare Mr. Plankton?
I motivi, in realtà, sono molteplici, e i primi risiedono proprio nella storia alla base, e nel modo in cui ci viene raccontata. Sebbene non siano sempre sfruttate al meglio le tempistiche narrative, e sebbene vi siano degli appunti sulla regia e sulla sceneggiatura che si potrebbero fare (si potrebbe, ad esempio, evitare di cadere in una certa ripetitività, riscontrabile specialmente nei numerosi viaggi in auto dei protagonisti), Mr. Plankton riesce a portare in scena una realtà crudele con una visibile nota di dolcezza, che non può (e non vuole) ovviamente coprire del tutto la sofferenza dei personaggi, ma che aiuta certamente a indorare la pillola dell'amara verità che si impone di rappresentare.
Sono le piccole cose, spesso, a essere le più degne di nota, come i gesti di spontanea gentilezza di Eo Heung, o la bontà neanche troppo celata del tanto misterioso quanto esilarante John Na (Alex Landi); ma anche quelle di una certa portata, come le rinunce di Hae Jo o la perseveranza di Jae Mi, sanno come farci amare questi personaggi anche quando ci fanno infuriare, e farci tifare per loro a prescindere da tutto.
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Mr. Plankton: tra simbolismo e scomode verità
I coreani, si sa, sono grandi fan del simbolismo, e le loro opere ne sono piene. Non fa certo eccezione Mr. Plankton, che fin dal titolo ci ricorda quanto a volte, ma diciamo pure molto spesso, sia necessario andare davvero a fondo per poter comprendere qualcosa. Anche le scarpe giocano un ruolo fondamentale in questa serie, e più volte servono a rinforzare e ribadire i legami tra i personaggi.
Legami messi duramente alla prova dalla vita, ma che in un qualche modo riescono ad uscirne più forti che mai. Quelli destinati a durare, s'intende. Legami che, anche grazie alla bravura degli interpreti, risultano tangibili anche allo spettatore, così come l'assenza di essi (ad esempio, non sarà poi così difficile capire l'esito dei test del DNA nella ricerca del vero padre di Hae Jo, in alcuni casi).
Un po' come accade in drama di simile fattura (per citarne uno, Uncontrollably Fond con Bae Suzy e Kim Woobin), sarà dunque senz'altro difficile dover stare lì a guardare come la sfortuna perseguiterà questi poveri ragazzi, ma lo spettatore sarà portato a voler seguire le loro vicissitudini fino alla fine, anche solo per sperare assieme ai personaggi che per la loro storia vi sia una degna conclusione. Se così sarà, tuttavia, lo lasciamo decidere a voi.
Conclusioni
Mr. Plankton non sarà un comfort watch, ma il nuovo K-Drama con Woo Do Wan e Lee Yoo Mi si presta comunque a una visione sì più impegnativa, ma non sgradita. La bravura del cast e la capacità di portare in scena temi di certo non leggeri ne fanno uno show da inserire in watchlist, per quanto vi consigliamo di dedicarvici quando siete dell'umore giusto (e, magari, guardarlo a più riprese).
Perché ci piace
- Le interpretazioni.
- La dolcezza.
- Il legame tra personaggi.
- Il simbolismo.
Cosa non va
- A volte ripetitivo.
- La gestione delle tempistiche.
- A volte troppo 'pesante'.