C'era una volta un ragazzo nato in una famiglia in cui la disciplina era l'unico credo possibile per regolare la vita di ogni suo componente. Sarà per la vicinanza al mondo militare, sarà perché è stato cresciuto come testimone di Geova. In ogni caso il ragazzo è cresciuto, unito al fratello e alla sorella, pieno di stimoli e strumenti per affrontare la vita secondo le sue passioni e i suoi interessi. Un ragazzo che per un video comico diventato virale (lo trovate su YouTube, noi non lo linkiamo per motivi di sensibilità, dato il contenuto), verrà notato da un produttore NBC all'epoca al lavoro su di una nuova serie comedy per la quale deciderà di ingaggiarlo come sceneggiatore dopo aver testato le sue qualità attraverso la scrittura di sketch, testi con cui l'artista aveva già dimestichezza, avendo scritto durante il college cortometraggi per il suo collettivo comico "Derrick Comedy" e addirittura sceneggiature per degli ipotetici episodi de I Simpsons.
La serie televisiva era 30 Rock e il ragazzo in questione era Donald Glover, che, grazie a questo incarico, otterrà ben cinque candidature Writers Guild Award, di cui tre coronate con la vittoria. Negli anni precedenti, Glover aveva in realtà anche cominciato ad avvicinarsi al mondo della musica come disc jockey, affermandosi con il nome di Childish Gambino. Ma oggi Glover è uno degli showrunner più interessanti e ricercati del panorama statunitense, oltre che uno dei cantanti più impattanti degli ultimi anni. Un artista che dopo aver collezionato riconoscimenti nel mondo musicale e premi nel mondo comedy, ha debuttato quest'anno con una serie per lui potenzialmente "pericolosa" come Mr. & Mrs. Smith (qui la nostra recensione), una sua ennesima collaborazione con Amazon Studios dopo il film Guava Island realizzato con Rihanna e la miniserie Sciame. Ed ha anche fondato la casa di produzione Gilga (da Gilgamesh), provvista di biblioteca culturale e distesa di aranci.
Perché la definiamo "pericolosa"? Cosa ci può essere di pericoloso per un autore che ha fatto Community, un film della saga di Star Wars, il videoclip di This is America e una serie come Atlanta? Forse, dover coniugare le molte aspettative con la richiesta di dover ridimensionare la libertà autoriale che gli ha permesso di trovare negli anni un suo linguaggio riconoscibilissimo e piegarla al servizio di un'operazione che invece presuppone degli standard più inquadrabili, essendo un remake del film del 2005 e in generale un titolo ancorato ad un certo immaginario. Una prova di maturità sicuramente complessa, ma che Donald Glover ha superato con entusiasmo e voglia di fare, come spesso gli capita, cercando di rielaborare tutto attraverso la sua lente. Com'è andata? (SPOILER!) Bene.
Donald Glover: la genesi di una lente per raccontare il mondo
Il Donald Glover Club comincia a prendere corpo nel 2013, quando inizia uno dei sodalizi più importanti della sua carriera, ovvero quello con il regista Hiro Murai, che si siederà dietro l'obiettivo in tutte le creature di Glover, compresa Mr. & Mrs. Smith. Siamo nel mondo dei videoclip, mentre l'esperienza dell'artista come attore co-protagonista in Community volge al termine e già si sta pensando a quale sarà il prossimo passo per continuare quel processo instancabile di formazione iniziato praticamente da quando era in fasce.
Questo prossimo passo si chiama Atlanta, la celebrata serie FX ideata da Glover, che è stato attore, insieme a nomi divenuti importantissimi come Brian Tyree Henry, Lakeith Stanfield e Zazie Beetz, ma anche sceneggiatore e a volte regista. Il titolo è divenuto una fucina di talenti e visioni che ha man mano creato un universo ben riconoscibile e una scuderia ben identificabile, grazie a presenze al di là del set come quella di Stephen Glover (il fratellino di Donald) e quella arrivata poco dopo, ma comunque risolutiva, di Francesca Sloane. Il loro comune lavoro è identificabile, più che come immaginario, proprio come una lente personalissima per raccontare il mondo, una sorta di "modus operandi narrativo", al di là di un formato o di una reinterpretazione di uno o più generi.
Tant'è che, al di là di Atlanta, Glover ha continuato a portare questa firma collettiva in giro per il mondo con Sciame, una miniserie meno ambiziosa e quindi per certi versi ancora più libera di sperimentare rispetto al titolo FX (nonostante ci sia ben poco di limitato o canonico anche in quello), in cui era possibile ritrovare i tropi tipici dell'autore, sia tematici che estetici e anche di linguaggio. C'era il surrealismo grottesco, l'horror, la musica, la black comedy e la tematica razziale, ancora più teso, ancora più livido rispetto al respiro ampio che Glover si concede. La miniserie venne percepita come un'appendice, una sorta di postilla a margine del discorso e dunque c'era grande curiosità per una prova più sostanziosa.
Mr. & Mrs. Smith, la recensione: matrimonio combinato, spionaggio assicurato?
Una prova di maturità
Ecco perché Mr & Mrs. Smith era un lavoro inaspettato a questo punto della carriera dell'autore, un titolo che già una sua storia nel mondo dell'audiovisivo (debuttando con Hitchcock tra l'altro) e perché nato con l'etichetta di remake. Ma come? Glover non aveva bisogno di libertà? La trovata produttiva era quello di vederlo in coppia con Phoebe Waller-Bridge, sia davanti che dietro lo schermo, un'idea svanita poco dopo a causa dell'abbandono dell'attrice britannica. Glover ha quindi preso in mano le redini del progetto, ha reclutato la vecchia banda (e Simon Kinberg, creatore dei personaggi) e ha scelto come co-protagonista Maya Erskine.
Stavolta la sua lente ha trasformato il racconto originale dei coniugi Smith in un brillante trattato sulla destrutturazione della storia d'amore di una coppia prima e di un matrimonio poi, in cui la parte spy diventa una gustosa sfumatura pronta all'uso, oltre che un pretesto per associare al racconto un genere di intrattenimento. Ritroviamo la struttura delle puntate di Atlanta, pensate per dividere la storia in parabole, leggibili insieme e separatamente, e il gioco di ibridazione con la commedia dell'assurdo, l'horror, l'action e il coming of age, il tutto piegato però un nuovo scopo. Glover costruisce una storia d'amore voyeurista come solo le storie contemporanee possono essere, mandandola in crisi un pezzo alla volta, in un mondo in cui l'inaspettato è la regola.
Mr. & Mrs. Smith è una prova di maturità incredibile per Glover perché è un'operazione in cui si prende un'opera pop e di facile consumo e la si rigira secondo la logica che l'autore si è costruito negli anni, non tradendo però mai il nucleo immaginifico da cui è scaturita. La riconosciamo, ne riconosciamo le logiche, ma allo stesso tempo è anche tutt'altro. Glover porta a termine questo lavoro facendo tesoro di tutto quello che ha costruito durante la sua carriera, proponendolo con assoluto rispetto allo spettatore, che non è imboccato, ma stuzzicato, stimolato e cercato costantemente. Non era facile, ma il ragazzo della Derrick Comedy l'ha fatto una volta ancora, regalandoci una nuova versione di se stesso.