La politica nelle serie tv ha avuto tanto una chiave drammatica (si pensi a The West Wing o House of Cards) quanto comica (Veep per citare la più autorevole, ma anche Parks and Recreation) o ancora in modo ibrido (The Politician). Ad aggiungersi a questo parterre seriale che sa riflettere sulla nostra società strappandoci una risata, spesso amara, arriva Mr. Mayor, dal 20 gennaio su Sky Serie, con tutti gli episodi subito disponibili on demand e in streaming su NOW. Ma in cosa si distingue questa nuova comedy dai suoi predecessori? Cercheremo di spiegarvelo in questa recensione di Mr. Mayor.
Essere sindaco per tutte le ragioni sbagliate
Mr. Mayor nasce dalla magnifica mente comica di Tina Fey e Robert Carlock, ovvero coloro dietro il successo di un gioiellino televisivo come 30 Rock. Se quest'ultimo raccontava il davanti e dietro le quinte della tv come pochi altri sono riusciti a fare, per celebrare e criticare a specchio la nostra società, Mr. Mayor ha il pregio di aggiustare il tiro rispetto a Unbreakable Kimmy Schmidt e avere tutta la verve comica della premiata ditta Fey/Carlock in ambito politico strizzando continuamente l'occhio all'attualità. Neil Bremer (Ted Danson, che aveva già dimostrato le proprie doti comiche in Cin Cin, Becker e The Good Place) è un ricco uomo d'affari che si candida a sindaco di Los Angeles "per tutte le ragioni sbagliate".
A sorpresa di tutti (lui compreso) vince le elezioni, ed è da qui che parte la serie, con il protagonista che dovrà capire per cosa vuole lottare davvero, il suo staff che non pensava vincesse e dovrà capire se vuole aiutarlo, e vari ostacoli da affrontare lungo la strada. Gli ostacoli hanno due nomi principalmente: il primo è Arpi Meskimen (una frizzante ma forse non totalmente in parte Holly Hunter), consigliera e attivista ambientale che si batte per il cambiamento climatico, che vorrebbe in realtà diventare sindaco e a cui Bremer offre la posizione di vicesindaco per "tenerla buona". Arpi è rigida e poco incline al non-sense al contrario di Bremer, che ricorda la Selina Meyer di Veep per il suo essere quasi totalmente inadatta al ruolo ma avere anche uno strano carisma, oltre a uno staff che tenta di riparare alle sue azioni improprie e spesso incompetenti. Il nuovo sindaco ha allo stesso tempo però ha un guizzo geniale di fondo che gli permette di cadere sempre in piedi, mentre anche il ruolo da vicesindaco di Arpi ricorda quello da vicepresidente di Selina, eterna seconda e carica quasi solo nominale.
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Politica familiare
L'altro "ostacolo" si chiama Orly (Kyla Kenedy), la figlia adolescente di Neil, che parallelamente al padre vuole intraprendere una carriera "politica" a scuola candidandosi come presidente degli studenti, scontrandosi spesso con lui per le sue idee e per come pensa di metterle in atto. Fin dal pilot questo doppio punto di vista riflette sulla doppia prospettiva giovane e matura verso la politica delle piccole e delle grandi cose, ad esempio le cannucce ecologiche, ricordando quella di The Politician.
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Mr. Mayor utilizza una comicità non solo nonsense ma che si prende continuamente gioco delle contraddizioni della società contemporanea, e dell'attenzione spesso maniacale per qualsiasi tipo di dichiarazione, soprattutto a livello politico, perché potrebbe offendere una determinata categoria. Orly però rappresenta anche la dimensione familiare del racconto, quella positiva, colei che insegnerà al padre a essere più affettuoso, più interessato agli altri che a se stesso. Un pretesto e schema narrativo già visto ma che qui assume valenza grazie alla chimica dimostrata tra padre e figlia e che si iscrive nel discorso politico-sociale-ambientalista più ampio in una città enorme come quella di Los Angeles (pensiamo a tutte le critiche fatte negli anni al sindaco di Roma data la grandezza della metropoli da controllare e far funzionare al meglio). Lo staff che non crede fino in fondo nel proprio candidato - poi sindaco - e aveva accettato il lavoro ben pagato solo perché non pensava vincesse è la ciliegina sulla torta di questo luna park politico, colorato e solare come LA anche nella fotografia, un bel contrasto se pensiamo che parla invece di una società messa totalmente alla berlina.
Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione di Mr. Mayor felici di ritrovare la comicità di Tina Fey e Robert Carlock in tv, che aggiusta il tiro dopo Unbreakable Kimmy Schmidt e questa volta riflette sulla nostra società celebrandola e facendosene beffe allo stesso tempo non attraverso il filtro della tv ma attraverso quello della politica. Con un protagonista carismatico come Ted Danson e una dimensione familiare del racconto che guarda anche alla politica giovanile, la serie ha tutti gli assi nella manica per divertire e intrattenere con intelligenza e sagacia, pur non essendo una comicità per tutti.
Perché ci piace
- La scrittura irriverente e attuale di Fey & Carlock
- Il carisma di Ted Danson
- Le due dimensioni del racconto, quella politica matura e giovanile, e quella familiare
Cosa non va
- Forse Holly Hunter non è totalmente in parte
- Non si tratta di una comicità per tutti i palati, come spesso capita con Fey & Carlock