Tra i film presentati alla Festa del Cinema di Roma 2021 c'è anche Mothering Sunday, tratto dal romanzo di Graham Swift, diretto da Eva Husson e con un cast d'eccezione che vede insieme Odessa Young, Josh O'Connor, Colin Firth e Olivia Colman. Al centro di questa storia la vita di Jane Fairchild, raccontata con l'intervallarsi di diversi piani temporali, a partire dalla giovinezza come domestica a casa Niven durante gli anni Venti. Il periodo è quello del primo dopoguerra, e la giovane troverà l'amore in Paul Sheingham, un giovane che però porta in sé il senso di colpa e la disperazione di una generazione che è stata falciata dal conflitto mondiale. Una storia che racconta come Jane scopra sé stessa e la propria femminilità, esplorando quelle che saranno le radici di una carriera come scrittrice ma anche di una vita ricca di gioie ma anche di profondo dolore.
Durante la Festa del Cinema di Roma abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione del film, dove abbiamo potuto parlare con la regista e con Josh O'Connor, che interpreta Paul Sheingham. Eva Husson apre la conversazione parlando proprio della fonte da cui ha tratto il suo film, ossia il romanzo di Graham Swift: "La prima volta che ho letto quest'opera ero in lacrime, stessa cosa mi è successo alla prima lettura della sceneggiatura, spero che anche chi vedrà il mio film possa avere accesso a quelle emozioni in particolare che ho provato."
L'emotività dei personaggi
Anche Josh O'Connor ci ha spiegato quanto il fatto che questa storia possa essere così emozionante lo abbia profondamente colpito: "La ragione per cui ho voluto subito fare questo film è proprio perché è ricchissimo di emozioni, il periodo della Prima Guerra Mondiale è stato protagonista di molte opere al cinema e alla televisione. Ma c'è un buco nel mezzo, ossia quello del dopoguerra, non si parla molto delle persone che vengono lasciate indietro, il contesto da cui siamo partiti è in qualche modo inesplorato. La storia è quella del personaggio di Jane che supera un forte lutto e trova se stessa, il mio personaggio invece si sente schiacciato dal peso del mondo, da ciò che si pretendeva da lui, tanto da parte della società come da quella della sua famiglia." Le difficoltà di Josh di trovare la propria strada dopo quello che è accaduto durante la Guerra sono una spinta narrativa molto forte, l'attore si è soffermato a spiegare come per il suo personaggio sia estremamente difficile esprimere i propri sentimenti e di come trovi in Jane, qualcuno di una classe sociale molto lontana dalla sua, qualcuno che lo capisce davvero. "Gli inglesi non capaci ad esprimere i propri sentimenti, tutto per loro è trattenuto, Paul vuole dire moltissime cose ma non riesce, non ha il vocabolario per descrivere quello che prova. Jane invece ha accesso alle parole, è una scrittrice, un'artista, è capace raccontare una storia. Jane può articolare quello che lui sta provando, e lui glielo dice in un momento molto particolare, che troviamo alla fine del film. Paul è pieno di sensi di colpa, responsabilità, pressioni, per lui è difficile, è un emozione molto inglese questa secondo me, le classi lavoratrici non hanno tempo di parlare di quello che provano si dice, ma anche nelle classi più alte non lo si fa, ci si deve dimostrare freddi e trattenuti" ha sottolineato l'attore.
La regista ha proseguito spiegandoci come si siano interrogati molto su come descrivere la vita emotiva dei giovani di quel periodo, ma anche di una rappresentate della classe lavoratrice come Jane, di cui si sa poco o nulla: "È stato più difficile raccontare l'interiorità di Jane, perché è una domestica, se ne parlava poco: abbiamo trovato e letto diari, e ci siamo resi conto che la vita era davvero un inferno per loro all'epoca, lavoravano tutto il tempo, Jane capisce che per lei l'arte è un modo di avere una vita tutta sua, di evadere da quell'esistenza che le sta stretta."
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La contemporaneità del film
La regista, di origini francesi ma che ha studiato a Los Angeles, si è soffermata su quanto sia stato per lei un piacere lavorare con maestranze britanniche: "Sono tutti estremamente professionali, gli attori inglesi portano qualcosa di veramente speciale quando lavorano." Eva Husson ha poi sottolineato come sia difficile portare sullo schermo una storia ambientata in un'altra epoca: "Credo mi abbia aiutato il fatto che provengono da un altro paese, da un altro contesto sociale e culturale, mi ha permesso di vedere le cose con un certo distacco, di dare al tutto un certo senso di contemporaneità, che è necessario in film come questi. In realtà ho trovato un forte collegamento con quello che stiamo vivendo oggi, con le conseguenze dell'emergenza sanitaria sulla nostra vita. Per raccontare al meglio questa storia abbiamo studiato anche i dipinti dell'epoca, che mostrano perfettamente come si sentivano le persone in un periodo così difficile."