Sarà presentato il prossimo 13 febbraio al Festival del cinema di Berlino, unica pellicola italiana in corsa per l'Orso d'oro, ma intanto Caos Calmo ha già avuto la sua presentazione in anteprima alla stampa italiana che gli ha tributato un caloroso applauso a fine proiezione. Il film, chiacchieratissimo nelle ultime settimane per l'ormai famosa scena bollente tra Nanni Moretti e Isabella Ferrari, arriverà nelle nostre sale l'8 febbraio distribuito da 01 in 300 copie. Tratto dal romanzo omonimo di Sandro Veronesi e sceneggiato da Moretti, Francesco Piccolo e Laura Paolucci, Caos Calmo fa sedere il suo protagonista su una panchina di fronte alla scuola della propria figlia, fotografandone il difficile percorso di elaborazione del lutto dopo la perdita di una moglie forse mai amata. Protagonista assoluto del film è Nanni Moretti, ma accanto a lui attori del calibro di Valeria Golino, Isabella Ferrari e Alessandro Gassman. A presentare Caos Calmo alla stampa romana è presente il cast al gran completo, gli sceneggiatori, il regista Antonello Grimaldi e l'autore del libro, Sandro Veronesi.
Qual è stato il lavoro di adattamento per portare il romanzo di Sandro Veronesi sullo schermo?
Francesco Piccolo: Abbiamo amato molto il romanzo di Sandro e abbiamo scavato nella spina dorsale del racconto tentando di ritrovare la trama elementare sulla quale costruire sia il personaggio che il mondo che gli gira intorno. Volevamo che il film fosse il più semplice possibile rispetto alle pagine del romanzo.
Antonello Grimaldi: La scommessa dal punto di vista visivo era che per due terzi il film si svolge in una piazza, ed esattamente su una panchina, a differenza del libro dove molte scene si consumano in auto. Ho cercato quindi di girare ogni dialogo in modo diverso per cercare di evitare la ripetitività.
Sandro Veronesi: Generalmente, quando si fanno film tratti dai libri, il dovere degli sceneggiatori è trovare il cinema nel romanzo, ma il rischio è quello di perdere il romanzo stesso. Stavolta gli sceneggiatori hanno trovato, con tanta semplicità, il cinema nel mio libro mantenendo intatto il suo spirito. Sono toccato dal vedere sullo schermo cose che avevo soltanto sentito e che ora sono oggettive. La semplicità a volte è l'arma risolutiva in questo genere di operazioni.
Dopo La stanza del figlio Nanni Moretti è ancora alle prese con una storia di lutto e dolore. Come si avvicina a personaggi così lacerati?
Nanni Moretti: Ne La stanza del figlio c'è un nucleo familiare che si frantuma dopo la morte del ragazzo, mentre nel romanzo di Sandro Veronesi mi sembra nasca un rapporto nuovo tra il padre e la figlia. Quando ho letto il romanzo di Veronesi non ho pensato a me come regista di quella storia, ma ho pensato subito che mi sarebbe piaciuto interpretare quel personaggio che cerca di mettere ordine intanto esteriore alla propria vita e poi all'importanza che le cose danno a questa vita.
Nel film la chiacchierata scena di sesso tra Moretti e la Ferrari arriva senza un'adeguata preparazione, in tempi e modi inaspettati. Perché?
Antonello Grimaldi: E' stata una scelta. Quella scena rappresenta il ritorno alla vita di Pietro Paladini, il protagonista del film, e abbiamo deciso di farla arrivare all'improvviso perché il personaggio si ritrova d'improvviso guarito.
Francesco Piccolo: Tenevamo molto che fosse una scena di sesso e non d'amore tra i due, perché il sesso poteva arrivare all'improvviso mentre l'amore doveva essere costruito.
Com'è stato per Isabella Ferrari interpretare questa scena?
Isabella Ferrari: E' una scena come le altre. Come attrice ho fatto molta più fatica a interpretare la scena del salvataggio, anche perché ho rischiato seriamente di morire e nessuno se ne è accorto. La scena di sesso, invece, era molto importante, e l'abbiamo affrontata con un'anima zen, con un minimo di leggerezza che tutti abbiamo nella vita quando facciamo certe cose. Siamo stati semplicemente veri ed è stato necessario per rendere credibile il nostro rapporto sessuale.
Perché la presenza di una bestemmia nel vostro film? Cercavate solo di strappare una risata?
Antonello Grimaldi: La stessa bestemmia che c'è nel film era nel libro e poi sinceramente mi sembra una bestemmia cattolica: è un atto di ribellione di un personaggio che ha un fratello missionario in Africa, e che deciderà di raggiungere alla fine, e quindi è anche un grande atto di fede. Non vediamo il motivo perché si possa ridere di una bestemmia, perciò non era certo nostra intenzione utilizzarla per strappare una risata.
Isabella Ferrari e Valeria Golino interpretano nel film due personaggi molto diversi. Come hanno affrontato i loro rispettivi ruoli?
Isabella Ferrari: Eleonora, il personaggio che interpreto, è una donna molto sola che non ha mai conosciuto l'amore. Già in sceneggiatura avevo pochissime battute e quando Antonello mi ha offerto la parte gli ho subito fatto presente che la scena che mi piaceva di più era quella in cui getto la fede, che non prevede parole, ma solo gesti. Per prepararmi meglio al ruolo mi sono letta le poesie di Umberto Saba.
Valeria Golino: Anche la mia Marta è una donna sola, piena di figli e di ex fidanzati, anche se non si vedono, e di cose e parole. Lei parla per non affrontare i silenzi, dice un sacco di sciocchezze, ma a volte diventa una sorta di grillo parlante che suggerisce al protagonista quello che potrebbe provare, anche cose indicibili per l'animo di una persona. Marta rappresenta l'inconscio di Pietro Paladini perché ogni tanto torna da lui, lo abbraccia, ma poi gli da delle gran mazzate.
Antonello Grimaldi: Eleonora e Marta rappresentano due personaggi femminili speculari. Eleonora è un personaggio metafisico, ma è anche il motore della storia. Senza il suo salvataggio in mare, ad opera di Pietro, non ci sarebbe stata nessuna storia da raccontare, ed è lei a far rinascere il protagonista, facendogli abbandonare il lutto. Per far questo deve buttare la fede nel tombino e fargli capire che si può andare avanti e si può farlo insieme. Marta invece parla al protagonista, lo coinvolge in tutto quello che fa e che pensa, riportandolo sulla Terra.
Com'è stata quest'esperienza per Alessandro Gassman?
Alessandro Gassman: Ho letto questo bellissimo romanzo in tempi non sospetti. Mi sono divertito a fare questo personaggio che cambia. Dietro questo fragile vetro di superficialità Carlo tira fuori un grande cuore. E' stata una bella soddisfazione interpretare un simile personaggio accanto ad un grande come Nanni Moretti.
Com'è nata la partecipazione di Roman Polanski al film?
Antonello Grimaldi: Fin dall'inizio pensavamo a una personalità forte per quel ruolo e in particolare a un regista di fama internazionale. All'inizio avevamo una rosa di nomi che poi ha portato a Roman Polanski grazie all'intervento di Domenico Procacci.
Domenico Procacci: Il gioco è chiaro. C'è una soggezione del protagonista nei confronti di quell'uomo così come sul set Nanni poteva sentirsi in soggezione nei confronti di un collega così blasonato. Ci siamo divertiti a vedere cosa succedeva in una situazione simile.
Com'è avvenuta la scelta delle musiche?
Antonello Grimaldi: Procacci è il produttore italiano più attento all'uso delle musiche nei film. Sfruttando questa sua debolezza, appena finite le riprese, gli ho proposto di comprare i diritti delle tre canzoni presenti nel film che fanno da sottofondo a tre delle scene più belle: quella dei genitori che vanno a prendere i figli, quella di Nanni che scoppia in lacrime e quella dei passaggi di tempo. Una, Pyramid Song dei Radiohead, era quasi obbligata perché nel romanzo i Radiohead hanno un ruolo fondamentale, dialogano col protagonista attraverso i testi delle loro canzoni, e visto che nel film questa cosa non era possibile abbiamo almeno voluto inserire un loro pezzo per una sorta di omaggio. Le altre due canzoni sono interpretate, invece, dagli Stars e da Rufus Wainwright. Inoltre, siamo felici che Ivano Fossati abbia voluto scrivere per noi la canzone dei titoli di coda. Il resto delle musiche è di Paolo Buonvino che ha costruito la musica come fosse un puzzle. Non volevamo aggiungere miele a qualcosa che era già malinconico di suo. Nei primi due terzi di film si sentono note brevi, accordi minimali, poi piano piano tutte le cose che accadono nel film confluiscono nella scena finale con la neve, in cui si sente finalmente la musica completa.
Nanni Moretti: Pietro Paladini, nel romanzo di Veronesi, è sempre in attesa del crollo e parla a sé stesso e al lettore di questo evento che non arriva mai. Scrivendo la sceneggiatura abbiamo pensato fosse bello, oltre che giusto, che il momento del crollo di Pietro avvenisse di notte guardando quel luogo dove sta da settimane, mentre in sottofondo si sente la canzone dei Radiohead.
Sandro Veronesi: La più grossa differenza tra il film e il romanzo sta proprio qui. Nel film il protagonista ha il crollo, mentre nel romanzo no, lo tengono su i Radiohead che gli rispondono attraverso le canzoni. Mi sono inventato questa cosa dei Radiohead per non permettere il suo crollo e trovo azzeccata la scelta di utilizzare nel film una loro canzone per sottolineare il momento di cedimento di Pietro.
Moretti, cosa ne pensa degli eventi politici italiani di questi giorni? Come racconterebbe questo ennesimo lutto della sinistra?
Nanni Moretti: Posso semplicemente dire che, come regista, di fronte al sentimento mio e a questa difficile fase del nostro paese mi piacerebbe andarmene su una panchina a cercare di mettere ordine in quello che voglio raccontare.