A partire dall'incredibile successo della serie live-action di One Piece (leggi la nostra recensione), Netflix è ormai divenuta la casa internazionale del franchise di Eiichiro Oda. Non solo è distribuito in lingua originale con sottotitoli (per il doppiaggio l'esclusiva è di Crunchyroll) il nuovo arco narrativo dell'anime, che è quello di Egghead, ma è già in pre-produzione la seconda stagione dell'adattamento e in lavorazione insieme a Wit Studios un totale remake dell'anime a partire dalla Saga del Mare Orientale.
Era praticamente scontato che il colosso dello streaming si accaparrasse anche i diritti di questo Monsters: 103 Mercies Dragon Damnation, trasposizione dell'omonimo one-shot scritto e disegnato da Oda nel 1994 e in parte culla di quello che sarebbe poi stato conosciuto come One Piece, tanto nello stile e nella caratterizzazione dei due protagonisti principali, quanto nelle fondamenta dell'universo piratesco dell'opera. Proviamo a spiegarvi perché nella nostra recensione del corto, in verità molto più dedicata alla sua imperdibile connessione con la storia della Ciurma di Cappello di Paglia, per questo davvero prezioso.
La via della spada
Monsters 103 Mercies Dragon Damnation è ambientato in un mondo apparentemente privo di coordinate, in una cittadina senza nome, in un periodo non meglio specificato. Sappiamo solo che 10 anni prima dell'inizio del racconto è stato rubato il Corno del Drago, un'antica reliquia custodita in un misterioso castello di una misteriosa terra. L'evento portò a una devastazione totale di quelle terre e alla morte di tutte le guardie della reliquia. Unico sopravvissuto è Cyrano, abile maestro spadaccino che troviamo a banchettare in questa cittadina dall'ossatura western dove gli abitanti vestono però moderni. Qui c'è anche il vagabondo Ryuma, protagonista della vicenda, che di lì a breve scongiurerà le sorti dell'orribile fine dell'intera cittadinanza.
La storia, breve, semplice e concisa, non è importante in Monsters. O meglio, lo è per rintracciare le tematiche base tanto care a Oda, che sono strettamente correlate alla morale del singolo - al di là di ogni ruolo -, a un forte sentimento di giustizia e al peso intimo della riconoscenza. La mano è insomma quella inconfondibile del mangaka, anche nella caratterizzazione dei personaggi, tanto personale quanto estetica. È immediato e riconoscibile, Monsters, e pure l'animazione scorre piacevolmente e regala un paio d'intuizioni virtuose degne di nota e dal taglio tradizionale. Ciò che interessa di più del corto è però il suo essere embrione e persino prequel di One Piece in quasi ogni suo aspetto.
Discendenze e rivalità
Al di là dello stile e delle tematiche già sottolineate, che sono poi le stesse riprese e ampliate per integrarsi perfettamente all'anime di One Piece, in Monsters coesistono discendenze e rivalità del "braccio destro" di Rufy Cappello di Paglia, il mitico Rorona Zoro. E sono canoniche. Con il suo cappello piumato, l'abito rosso, merlettato ed elegante e il fioretto con elsa a croce, Cyrano sembra quasi un prototipo del ben più noto e amato Drakul Mihawk, che nella saga piratesca è conosciuto per essere il più forte spadaccino del mondo. Il suo ruolo è completamente ribaltato in One Piece, eppure in Cyrano c'è l'embrione di un grande e futuro personaggio, outsider, rivale e anche maestro di Zoro, che è invece l'evoluzione diretta di Ryuma de King, il migliore spadaccino in Monsters e tra i samurai più abili de Paese di Wa. I primi diventano secondi e viceversa seguendo contrappasso e ri-lettura di Oda, ma persiste una fortissima competizione nutrita da un profondo rispetto reciproco, se non anche da vera ammirazione. La spada impugnata da Ryuma nello one-shot e nel corto è la Shusui, anche se non viene dichiarato, che è una delle lame classificate come O Wazamono, quelle di qualità superiore.
È la stessa spada che in One Piece appartiene adesso a Zoro, che pur non sapendolo è un diretto discendente di Ryuma, motivo per cui riesce a utilizzare così sapientemente l'arma. Il collegamento tra Monsters e One Piece, in definitiva, è stato però rivelato nel corso della Saga di Thriller Bark, quando Zoro si scontra di fatto contro lo zombie di Ryuma animato dai poteri di Gekko Moria, con l'antenato che dona infine Shusui al suo discendente. In molti, tra i neofiti di One Piece, non conoscono il valore intrinseco di Monsters, e l'adattamento animato è il modo più giusto per presentarlo e recuperarlo. E un ultima curiosità: quel "103 Mercies Dragon Damnation" è un omaggio alle tecniche d'estrazione "delle fenice" di Zoro, inesistenti nello one-shot originale, ideato per dare ancora più continuità e peso alla storia di Ryuma e al suo legame con Zoro.
Conclusioni
Breve, efficace ma soprattutto importante: l'adattamento animato di Monsters 103 Mercies Dragon Damnation è un piccolissimo sprazzo nel passato del mondo di One Piece e nel progetto embrione della mastodontica opera di Eiichiro Oda, tra samurai, criminali, western e un imperituro e purissimo senso di giustizia. Il profondo legame con Roronoa Zoro, inoltre, lo rende imperdibile per tutti gli amanti del personaggio.
Perché ci piace
- Venticinque minuti, breve e intenso.
- Erano già vivissime tutte le tematiche care a Oda.
- Il legame con One Piece e tutto ciò che comporta.
Cosa non va
- Per quanto efficace, l'animazione non suscita clamore.