Uno dei momenti più pazzi di Mission: Impossible 7 lo vediamo già nel trailer. Ethan Hunt prende la rincorsa e si lancia con una moto da una rupe, giù dritto nel vuoto. L'agente segreto, interpretato, e amato, da Tom Cruise (che gli ha giurato amore eterno, volendolo interpretare "fino ad ottanta anni") ci ha abituato a gesti simili, rendendoli il marchio di fabbrica nonché l'espediente per rendere la visione propedeutica al concetto di "esperienza cinematografica". Niente di strano, dunque? Non proprio. Perché Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno ci ha dato il giusto spunto per una riflessione, che proveremo ad approfondire: le saghe restano, sono i loro eroi che stanno pian piano cambiando.
I cari vecchi punti di riferimento, le certezze su cui abbiamo edificato il nostro immaginario, sono al centro di un mutamento che non può passare inosservato. E la questione principale è sempre il tempo. Ineluttabile e inafferrabile. Se tutto deve restare com'è, all'interno di un franchise studiato al dettaglio, l'orologio non è qualcosa che può essere bloccato, né alterato. Bisogna farci i conti, pure se sei Ethan Hunt. Che vuol dire? Che Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno, diretto da Christopher McQuarrie - uno che di azione se ne intende - si stacca quasi completamente dal coreografico e immersivo apice toccato in precedenza dallo show (Mission: Impossible - Fallout non è solo il migliore della serie, ma anche tra i migliori action moderni), concentrandosi maggiormente su un plot stracolmo di parole e di spiegazioni.
Tom Cruise? No, Hayley Atwell!
È la strada che percorre il film nella prima ora e mezza (abbondante) su un totale di quasi tre ore. La stessa azione, anche quando c'è, sembra invisibile. Come se fosse incorporata alle sequenze dialogate. L'esempio è l'inseguimento tra le strade di Roma, dove Tom Cruise viene affiancato da quella che è (e sarà) la vera co-protagonista, Hayley Atwell. L'attrice britannica interpreta Grace, una scaltra ladruncola che tiene testa all'impavido Ethan Hunt, prendendosi a tutti gli effetti la scena del film. Riassumendo la storia in tre parole: la nuova minaccia globale arriva da una potente intelligenza artificiale, neutralizzabile tramite una speciale chiave composta da due parti. La stessa chiave farà incontrare Ethan e Grace, portandoli sotto l'ombra del Colosseo.
Qui, per una serie di motivi, inizia quello che dovrebbe essere l'inseguimento principale di Mission: Impossible 7. Benché la cornice sia strepitosa, e benché sia Mission: Impossible, la scena viene condivisa con la ladra Grace. Non ci sarebbe nulla di male, ma è una scelta quanto mai curiosa considerando la centralità del protagonista. Non solo: la stessa sequenza è spesso intervallata, come se il ritmo fosse spezzato. Come se Ethan Hunt dovesse riprendere fiato. Anche perché l'azione non solo è condivisa, ma verrà anche delegata verso il personaggio di Grace nella parte finale di Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno.
Mission: Impossible - Dead Reckoning Parte Uno, recensione: un lungo addio per Ethan Hunt
In attesa del finale (?)
Uno spunto che accomuna Ethan Hunt a... Indiana Jones. Due figure mitologiche che, negli ultimi film, hanno appunto delegato spesso e volentieri, ritagliandosi il ruolo di un protagonista meno coinvolto nell'azione rispetto al passato. Se per Harrison Ford ne Indiana Jone e il quadrante del destino il discorso (che abbiamo affrontato qui) potrebbe partire dall'età anagrafica, per Tom Cruise invece la carta d'identità non sembra ancora un problema. Allora, perché Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno pare stravolgere il personaggio sotto questo punto di vista? Certo, la produzione è stata travagliata per via del Covid, tra interruzioni e mascherine, creando non pochi problemi al reparto acrobatico.
Tuttavia, l'inseguimento romano non è un caso isolato: tornando alla scena del salto nel vuoto (niente spoiler, ripetiamo: è nel trailer), è curioso il fatto che Ethan Hunt sia restio nel compierlo, battibeccando con il fedele Benji alias Simon Pegg, che lo segue da remoto a bordo di una macchina, intanto che Grace sta effettivamente svolgendo la parte più complicata della missione. Davvero, uno come Ethan Hunt, che si è aggrappato ad un aereo in volo, o si è arrampicato sul grattacielo più alto del mondo, ha paura di lanciarsi da una rupe, con tanto di paracadute? Strano ma vero, Ethan Hunt per la prima volta in sette film si asciuga il sudore, prendendosi una parziale pausa dall'azione dura e pura. E il motivo dietro questo marcato cambio - al netto delle complicazione produttive - arriva parziale dall'ending del film (che non vi riveliamo): Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte due potrebbe riservare all'agente Hunt la sfida più impossibile di tutte. Almeno per una volta, l'azione può aspettare (?).