Affascinante, elegante, determinata. Miriam Leone, attualmente protagonista nelle sale con Diabolik nel ruolo della magnetica Eva Kant, ha ormai conquistato pubblico e critica con grandissimo impegno, lavorando sul proprio talento e affinando le proprie peculiarità un ruolo dietro l'altro.
Nata a Catania nel 1985 e cresciuta ad Acireale, dove ha frequentato il Liceo Classico prima di avviare gli studi universitari in Lettere e Filosofia, Miriam ha decisamente cambiato direzione quando è stata eletta Miss Italia nel 2008, grazie alla sua bellezza straordinaria e a un carisma subito evidente durante il concorso. Da qui l'ingresso nel mondo dello spettacolo, con l'esordio sugli schermi televisivi Rai come conduttrice, in particolare nei contenitori mattutini quali Unomattina estate, Mattina in famiglia e Unomattina in famiglia, ma anche Drugstore.
Nel 2010 la Leone ha esordito nella recitazione, con piccole apparizioni sia al cinema che in tv. Il primo ruolo importante sarà quello nella popolare fiction Rai Un passo dal cielo (2012), pur continuando a lavorare nei weekend della rete ammiraglia, sempre nei programmi diretti da Michele Guardì. Il richiamo del set è però molto forte: così, Miriam decide di lasciare la conduzione per dedicarsi completamente al mestiere di attrice (anche se non mancheranno successivamente altre incursioni sul piccolo schermo, con Le iene e Danza con me).
Con le partecipazioni a La scuola più bella del mondo (2014) e Fratelli unici (2014) si afferma come uno dei volti più freschi della commedia italiana, ma il salto determinante giungerà nuovamente con due serie tanto diverse quanto egualmente importanti per la carriera di Miriam: La dama velata (2014) e 1992 (2015).
Andiamo dunque a scoprire, proprio partendo dagli ultimi due citati, i 10 migliori ruoli che hanno consentito a Miriam Leone di diventare una delle attrici più apprezzate dell'attuale panorama cinematografico e televisivo italiano.
1. La dama velata (2014)
Trento, inizio Novecento. Clara (Miriam Leone), figlia del conte Vittorio Grandi (Luciano Virgilio), non è cresciuta in città, bensì tra i monti, nella tenuta di San Leonardo, dove ha ricevuto l'affetto della famiglia Staineri e di Matteo, un orfano suo coetaneo con il quale ha un rapporto molto particolare. All'età di ventisei anni viene richiamata dal padre, affinché sposi il conte Guido Fossà (Lino Guanciale) in un matrimonio combinato.
Inizialmente, il rapporto tra i due sposi sarà conflittuale, ma progressivamente Guido si innamora di Clara, che ricambierà con sincero affetto: per l'uomo, la moglie rappresenterà un'ancora di salvezza per uscire da una vita piena di errori e menzogne. Diverranno genitori di Aurora, e sembra che le nuvole attorno a loro si siano diradate. Ma una duplice minaccia incombe su Clara e Guido: l'oscuro passato del conte ma soprattutto le trame di Adelaide (Lucrezia Lante della Rovere) e Cornelio (Andrea Bosca), zia e cugino di Clara, pronti a tutto pur di non vedersi sfuggire l'eredità della famiglia Grandi che credevano gli appartenesse fino a qualche tempo prima.
Diretta da Carmine Elia e scritta da Francesco Arlanch (con la collaborazione di Lucia Maria Zei, Lea Tafuri e Elena Bucaccio), La dama velata è stata tra le serie di maggior successo del 2015, e ha rivelato al grande pubblico il talento di Miriam Leone e Lino Guanciale, splendidi protagonisti di una storia piena di sfumature e dalle bellissime ambientazioni.
A proposito del suo ruolo, Miriam ha raccontato: "Rossella O'Hara è un mito intoccabile, conosco Via col vento praticamente a memoria. Un personaggio fantastico: ormai dev'essermi entrato nell'inconscio. Certo, l'America della Guerra di secessione e l'Italia dell'Ottocento sono molto diverse ma anche Clara, come Rossella, a un certo punto decide di riprendersi quel che le apparteneva. Recitare in costume è stato meraviglioso: ti fa entrare nel personaggio, ti obbliga subito a camminare e a stare seduta in un certo modo. Indossare corpetti, gonne, sottogonne, calze, scarpette... è un sogno che hanno avuto tutte le bambine. Mi sono sentita privilegiata: molti abiti sono stati disegnati per me, e mi riempie di orgoglio sapere che sono custoditi dalla Rai e che, accanto a ogni capo, c'è una targhetta con il mio nome".
2. 1992, 1993, 1994 (2015-2019)
Tra la fine della cosiddetta prima repubblica e l'avvio della seconda a seguito di Tangentopoli e delle ultime, drammatiche stragi di mafia, l'Italia fu protagonista di un profondo cambiamento dello scenario politico con personaggi che in esso hanno instaurato i propri affari.
Su questo sfondo, tra Roma e Milano, sono ambientate le vicende di persone di diversa provenienza sociale. Leonardo Notte (Stefano Accorsi) è un pubblicitario di successo, che tenta di allargare il giro della propria impresa in seguito agli eventi di "Mani Pulite", e vi riuscirà sfruttando l'occasione giusta al momento giusto. Veronica Castello (Miriam Leone) è un'aspirante showgirl che lavora in una piccola emittente televisiva milanese, ma con ambizioni di diventare una primadonna dello spettacolo: attraverso la propria irresistibile bellezza e senza farsi scrupoli, scalerà rapidamente posizioni nello scacchiere del jet-set italiano. Pietro Bosco (Guido Caprino) è un ex militare che lascia la divisa ed entra in Parlamento attraverso le liste dell'emergente e arrogante Lega Nord. Oltre a loro, saranno narrate le storie dell'agente di polizia Luca Pastore (Domenico Diele), stretto collaboratore del magistrato Antonio Di Pietro; di Rocco Venturi (Alessandro Roja), poliziotto che lavora con Pastore ma non rivela del tutto la propria identità; e di Bibi Mainaghi (Tea Falco), la figlia ribelle del potente e ricco imprenditore della sanità Michele, che si suiciderà dopo lo scandalo nel quale verrà coinvolto. Così, sarà proprio Bibi a dover raccogliere i fili lasciati in sospeso dal padre.
Da un'idea di Stefano Accorsi, con la regia di Giuseppe Gagliardi e la sceneggiatura di Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, 1992, 1993 e 1994 hanno raccontato, attingendo a piene mani da fatti realmente accaduti, anni drammatici del nostro Paese, nei quali corruzione, malcostume e malaffare hanno predominato all'interno della società, imponendo una condotta morale esecrabile che proseguirà anche successivamente. Quello di Veronica Castello è stato un ruolo molto complicato e difficile da mettere in scena tanto per le esigenze del racconto quanto per dover impersonare una figura ambigua e piena di sfaccettature.
A proposito di 1994, Miriam ha raccontato l'evoluzione del suo personaggio: "Veronica è una donna con mille sfumature, me ne sono innamorata subito. È ambiziosa e senza scrupoli ma anche sofferente. Una falena nella notte attratta dalla luce, dal bisogno di riscatto. La scalata al successo è anche la discesa verso un inferno interiore. Ma in 1994 cresce, decide di lasciar perdere i potenti e diventare lei quella potente. Viene eletta deputato, ma nessuno è disposto a perdonare il suo passato e a darle credito come donna nella politica. Così, prenderà una decisione netta: impegnarsi nella battaglia per la legge contro lo stupro. Ci crede, vuole rendersi utile, vuole la rivincita. Ma non sarà semplice: lei non è un'eroina nel senso più classico, piuttosto ha il male nel bene e il bene nel male".
1994: Miriam Leone e Guido Caprino coppia esplosiva dentro e fuori dal set
3. Non uccidere (2015-2016)
Valeria Ferro (Miriam Leone) è un ispettore della Squadra Omicidi della Mobile di Torino, e conduce brillantemente le proprie indagini con i colleghi Andrea Russo (Matteo Martari), Gerardo Mattei (Riccardo Lombardo) e Luca Rinaldi (Luca Terracciano). Spesso, i casi di cui Valeria si deve occupare la portano a ricordare episodi dolorosi del proprio passato.
Quando era appena una bambina, infatti, sua madre Lucia (Monica Guerritore) era stata arrestata e condannata per l'omicidio di suo padre; così, Valeria è cresciuta con lo zio Giulio e il fratello Giacomo, per poi entrare in polizia da adulta, come fosse in cerca di riscatto, e sviluppando un senso di giustizia molto rigido. Quando la pena di sua madre giungerà al termine, Valeria rifiuterà ogni contatto con la donna nonostante le richieste del fratello, ma non è mai stata fatta piena luce su tutti i punti di quel delitto.
Creata da Claudio Corbucci, Non uccidere è una serie di ottima scrittura e si impernia totalmente sulla figura della protagonista, magnificamente interpretata da Miriam Leone. Le due stagioni non hanno avuto il riscontro di pubblico che avrebbero meritato, ma nel genere poliziesco, molto popolare e diffuso in Italia, la serie ha rappresentato un'interessante novità tanto per lo sviluppo quanto per i contenuti.
A proposito di Non uccidere, Miriam Leone ha raccontato che "la passione per la recitazione l'ho sempre avuta. Da piccola declamavo poesie, mi travestivo, cantavo tutto il giorno, ballavo e leggevo tantissimo. Ero timida e per questo vivevo una vita immaginaria attraverso le pagine dei libri. È sempre stata una mia vocazione, non me lo ha insegnato nessuno. Ho cercato di contrastare questo trasporto, perché non mi sentivo all'altezza. Poi però ho fatto il passo di lasciare la conduzione televisiva per amore di questo mestiere. Tutti mi dicevano che ero pazza: è stata una grande scommessa, ma ho seguito l'istinto. Lo stesso che mi ha convinto ad accettare il ruolo di Valeria: al provino mi hanno fatto struccare, per una donna è come togliersi una maschera di gentilezza. Ma per quella parte era il punto cruciale da cui partire, perché la forza di Valeria è appunto la semplicità. Questo ispettore è una donna reale, ruvida, e che non cerca di compiacere nessuno. La sua durezza doveva esprimersi anche attraverso l'elemento estetico".
4. In arte Nino (2016)
Negli anni Quaranta del secolo scorso Saturnino Manfredi, detto Nino (Elio Germano), frequenta tanto l'Accademia d'arte drammatica di Roma, sua vera ispirazione, quanto la facoltà di Giurisprudenza, per volontà del padre. Ma la vocazione artistica, assolutamente preponderante, lo porterà verso la recitazione. Dopo gli esordi in piccolissimi ruoli teatrali ma vivendo di fatto alla giornata, una sera Nino incontrerà Erminia Ferrari (Miriam Leone), una bellissima modella siciliana promessa sposa di un ricco settentrionale. Quando quest'ultimo si rivelerà un truffatore provocando una fortissima delusione nella ragazza, Nino si rivelerà l'unico appoggio morale per Erminia, la quale inizierà a ricambiare le attenzioni di Manfredi, già innamorato di lei a prima vista. Dopo essersi dichiarati, i due si sposeranno e dalla loro unione nasceranno Roberta e Luca. Gli anni Cinquanta porteranno Nino al cinema, ma soltanto in piccole parti: l'attore sente di non riuscire a dimostrare tutto il proprio talento. L'occasione arriverà grazie alla televisione e a un invito alla popolare trasmissione Canzonissima...
Diretto da Luca Manfredi e scritto dal regista con Dido Castelli e la collaborazione di Elio Germano, In arte Nino racconta le origini del grandissimo attore di Castro dei Volsci, omaggiato dal figlio attraverso un'opera delicata. La figura chiave nella vita e carriera di Nino Manfredi fu proprio la moglie Erminia, qui splendidamente interpretata da Miriam Leone: donna altrettanto bella quanto sensibile, è rimasta accanto al marito fino alla sua scomparsa nel 2004, sia sul piano umano quanto artistico.
Elio e Miriam hanno raccontato con affetto Nino e Erminia, la quale ha molto apprezzato rivedersi nell'attrice siciliana.
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5. Metti la nonna in freezer (2018)
Claudia Maria Lusi (Miriam Leone) è un'abile restauratrice ma con un'attività in piena crisi finanziaria, a causa di un ritardato pagamento da parte dello Stato per il lavoro da tempo svolto. Così non riesce più a mantenersi e a pagare le sue collaboratrici e amiche Rossana (Lucia Ocone) e Margie (Marina Rocco). L'unica fonte di sostentamento per Claudia è la pensione dell'anziana nonna Birgit (Barbara Bouchet): di lì a poco, però, la donna morirà.
Disperata, Claudia inventa un escamotage assurdo: congelare letteralmente la nonna chiudendola in un freezer, inscenando una sua fasulla partenza per chiunque la dovesse cercare e incassando comunque la pensione frodando il fisco, portando avanti questa macabra messinscena finché quei soldi che le spettano non saranno arrivati. Dopo qualche sospetto suscitato involontariamente, sulle tracce di Claudia si metterà l'incorruttibile finanziere Simone Recchia (Fabio De Luigi), il quale da tempo è diventato implacabile e rigido nel lavoro per sfogare le frustrazioni di una vita sentimentale disastrata...
Diretto da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi e scritto da Fabio Bonifacci e Nicola Giuliano, Metti la nonna in freezer è forse la commedia più originale nel panorama recente del cinema italiano. Tra toni grotteschi, black e sentimentali, una ragazza angelica si trasforma in una diabolica truffatrice, prima di rendersi conto di come tornare sui propri passi non sia affatto semplice. Formidabile interpretazione di Miriam Leone, nel ruolo da protagonista che ha probabilmente rappresentato la svolta decisiva sul grande schermo. La sua Claudia, esaltata dalla particolare fotografia di Valerio Azzali, è un concentrato di astuzia e fascino incendiario.
"Abbiamo lasciato le redini del politicamente corretto che spesso condizionano il nostro cinema - ha detto Miriam in occasione dell'uscita del film - ma va ricordato che questa è una storia presa da fatti di cronaca che racchiude un argomento serio: l'impossibilità di molti giovani d'oggi di arrivare a fine mese e realizzare i propri sogni. Claudia ha una piccola azienda di restauro ma i soldi non bastano e così, pur di non chiudere, compie con una certa leggerezza un gesto terribile. Certo è preoccupata per le sue azioni, ma non si giudica più di tanto perché in fondo è costretta a fare così: la vita è stata crudele con lei e lei ha agito di conseguenza".
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6. Il testimone invisibile (2018)
L'imprenditore Adriano Doria (Riccardo Scamarcio) si ritrova in una camera d'albergo chiusa dall'interno: accanto a lui, c'è il corpo senza vita della sua amante, la fotografa Laura (Miriam Leone). Accusato inevitabilmente di omicidio, Doria si dichiara innocente senza indugio, ma nessuno degli inquirenti sembra disposto a dargli credito. Così, incarica l'abile penalista Virginia Ferrara (Maria Paiato) di occuparsi della sua difesa, ma il tempo stringe: nuovi elementi stanno per rendere ancora più complicato il quadro accusatorio nei suoi confronti. A questo punto, Adriano e l'avvocato Ferrara avranno pochi momenti per abbozzare un memorandum: Doria si vedrà costretto a rivelare tutta la verità...
Diretto da Stefano Mordini e scritto dal regista con Massimiliano Catoni, Il testimone invisibile è la versione italiana del thriller spagnolo Contratiempo. L'ottima messa in scena e l'intrigante sceneggiatura rendono questo film uno dei migliori nel suo genere all'interno della proposta italiana più recente.
A proposito del personaggio interpretato in questo film, Miriam Leone ha affermato come "la meraviglia di questo mestiere è la possibilità di sublimare le peggiori pulsioni, di fare cose che nella vita vera non faresti mai. È stato interessante cercare la doppia faccia e indossare tante maschere con rigore, ma non rigidità. L'intenzione era quella di tenere lo spettatore sospeso e sorpreso in ogni istante. Abbiamo fatto un lavoro sul realismo, sulla misura, sull'eleganza, pensando al grande Hitchcock e al fatto che il cinema, in fondo, è anche intrattenimento".
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7. A Cup of Coffee With Marilyn (2019)
Nel 1956, alla giovane ma ambiziosa giornalista Oriana Fallaci viene affidata un'inchiesta sul controverso mondo di Hollywood. Il suo obiettivo è riuscire ad intervistare Marilyn Monroe, la diva per eccellenza del grande schermo, che ha rotto in quel periodo con la 20th Century Fox ma la cui popolarità cresceva sempre di più.
La curiosità di Oriana diviene presto rabbia per non riuscire a ottenere un incontro con Marilyn, nonostante numerosi agganci e tentativi. La diva sembra irraggiungibile. Per la Fallaci, però, questa esperienza sarà soprattutto l'occasione per capire dove concentrare il proprio lavoro nel futuro, attraverso un innato talento per la scrittura e una penna acuminata. Imparerà a tenersi lontana dal mondo patinato e dai fantasmi ingannevoli.
Scritto e diretto da Alessandra Gonnella, A Cup of Coffee with Marilyn è un delizioso cortometraggio che eccelle per costruzione narrativa e messa in scena, frutto di una regia attenta ai particolari e di un'ottima scenografia (realizzata da Nicola Sadori), con le musiche realizzate dalla cantautrice Francesca Michielin. Ma l'opera possiede uno straordinario e inconfondibile valore aggiunto: una meravigliosa Miriam Leone, che interpreta deliziosamente Oriana Fallaci, mostrandone il fortissimo carattere e le piccole fragilità.
A Cup of Coffee with Marilyn, costruito sulla presenza scenica dell'attrice siciliana, è un piccolo gioiello tutto da scoprire.
8. L'amore a domicilio (2020)
Renato (Simone Liberati) è un agente assicurativo tanto abile sul lavoro quanto insicuro nelle relazioni interpersonali, in particolare quelle amorose. Mentre il suo fidanzamento è ormai finito, un giorno incontra per caso Anna (Miriam Leone), una bellissima ragazza che cerca un passaggio in auto uscendo dall'università. In seguito ad un breve scambio di battute, tra i due esplode la passione. Poco dopo, mentre Renato si chiede se abbia fatto la scelta giusta, rientra la madre di Anna, Silvana (Anna Ferruzzo); ma di lì a poco arriva anche un agente di polizia (Antonio Milo) per controllare che Anna sia tra le proprie mura. Così, Renato scopre come la ragazza sia agli arresti domiciliari dopo una rapina a mano armata. Sconvolto, sembra voler dimenticare anche di averla conosciuta; ma, in realtà, si è già innamorato a prima vista, tanto da iniziare a frequentarla e a riempirla di attenzioni, senza sapere in quale guaio sta per cacciarsi...
Scritto e diretto da Emiliano Corapi, L'amore a domicilio è film decisamente originale. In esso si incastonano diversi generi: dalla commedia al giallo, passando per il sentimentale, senza mai perdere il filo narrativo. A dare un tocco importante contribuisce certamente la fotografia di Vladan Radovic, che illumina ogni angolo della casa di Anna esaltando la tonalità rossa, la stessa che contraddistingue la ragazza, esplosiva come il suo carattere. La protagonista è infatti una donna con un'infanzia difficile alle spalle e un rapporto pessimo con la madre. Dopo aver intrapreso già da giovanissima la strada sbagliata, non ha più avuto una direzione da seguire, e sarà l'incontro con Renato a cambiare qualcosa. Per entrambi.
Anna è siciliana come Miriam, che qui ha recitato usando il proprio accento catanese: "Mi sembrava interessante raccontare un personaggio immaturo sentimentalmente tornando al mio passato universitario, il momento della mia incompiutezza. Quando però trovi un personaggio con luci e ombre in te si accende qualcosa. La cosa più bella di questo mestiere è mettersi nei panni degli altri, fare cose che non faresti mai: non credo che diventerò mai una rapinatrice, e ringrazio Emiliano (Corapi, ndr) perché mi ha dato la possibilità di esplorare questo aspetto di una criminale che è tale perché è sola, è un animale in fuga. Mi affascina chi nel bivio della vita prende la scelta sbagliata, ma magari ha una redenzione: è un percorso affascinante".
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9. Marilyn ha gli occhi neri (2021)
Clara (Miriam Leone) è una donna dal carattere esplosivo e imprevedibile, ma soprattutto una bugiarda incorreggibile: talmente brava a inventare frottole che ormai anche lei ci crede puntualmente. Diego è invece un uomo provato dall'esistenza, che vorrebbe trovare una serenità d'animo che appare ormai irraggiungibile. Il tortuoso passato lo ha riempito di numerose psicosi e ne ha ridotto in briciole i nervi, tanto da sfogarsi spesso con degli attacchi d'ira.
Un giorno, Clara e Diego si ritrovano in un Centro Diurno dedicato alla cura di persone psicologicamente disturbate. Il compito che viene loro assegnato appare semplicemente impossibile: dovranno, infatti, gestire il ristorante della struttura evitando conflitti e contrasti con il gruppo degli ospiti. Non solo non hanno mai ottenuto alcun successo nei lavori che hanno intrapreso, ma Clara e Diego sono del tutto privi di sensibilità verso la socializzazione e, soprattutto, nell'imparare a sopportare le altre persone...
Diretto da Simone Godano e scritto da Giulia Steigerwalt, Marilyn ha gli occhi neri è una commedia drammatica che guarda all'attualità, portando in scena il tema della diversità, senza scadere mai nell'ovvietà e mantenendo un'ottima misura narrativa dalla prima all'ultima scena. Merito tanto della regia quanto dei due protagonisti. Dopo 1992, 1993 e 1994, Miriam Leone e Stefano Accorsi si sono ritrovati, affiatati come di consueto, uniti tanto da stima professionale quanto da una bella amicizia.
"Clara è quell'amica un po' matta che io vorrei tanto avere", ha raccontato l'attrice siciliana. "Una donna che non ha fiducia in sé stessa ma ne ha tanta negli altri, e li incoraggia a crederci. Il suo è, come canta Vasco, 'tutto un equilibrio sopra la follia'. Ma anche sotto e dentro la follia, aggiungerei".
10. Diabolik (2021)
Clerville, anni Sessanta. Diabolik (Luca Marinelli) è un criminale abile e privo di scrupoli, i cui intenti sfuggono quasi sempre alla polizia, essendo non solo inafferrabile ma anche imprevedibile.
Qualcosa però si muove: in città sta per arrivare l'affascinante Eva Kant (Miriam Leone), un'ereditiera che porterà con sé, mostrandolo con ostentazione, un diamante rosa dal valore inestimabile. Il gioiello non potrà certo essere ignorato dalle attenzioni di Diabolik, che si attiverà immediatamente per cercare di sottrarlo alla Kant. Prima di mettere a segno il colpo, però, Diabolik resterà letteralmente incantato dalla bellezza di Eva, riflettendo così sull'opportunità di seguire o meno i piani iniziali. Sulle tracce del criminale, nel frattempo, si è già messo il determinato ispettore Ginko (Valerio Mastandrea), disposto a tutto pur di catturare il "re del terrore".
Diretto dai Manetti Bros. (nome d'arte di Antonio e Marco Manetti) e scritto dai registi insieme a Michelangelo La Neve, Diabolik è il nuovo adattamento cinematografico del celebre personaggio dei fumetti creato da Angela e Luciana Giussani negli anni Sessanta. Attualmente nelle sale italiane, il film mostra uno stile impeccabile e una cura per ogni minimo dettaglio, che si evidenzia anche nelle interpretazioni del cast artistico. Con Miriam Leone, Luca Marinelli e Valerio Mastandrea vi sono anche Serena Rossi, Claudia Gerini, Alessandro Roja, Pier Giorgio Bellocchio, Roberto Citran e Vanessa Scalera.
La perfetta Eva Kant di Miriam nasce da un attento lavoro di preparazione, frutto del talento dell'attrice e dell'ormai riconosciuta capacità di sapersi calare in qualunque ruolo con estrema naturalezza. "Lei non è una donna al servizio di un uomo", ha raccontato la Leone. "E non è nemmeno un satellite attorno a un pianeta, lei è un pianeta. Lei e Diabolik, infatti, sono due universi. Ma la Kant ha una femminilità elegante, non ha nulla da dimostrare. È una femminista 'ante litteram'. Per interpretarla mi sono ispirata alle sorelle Giussani e a quello che hanno regalato a questo personaggio: bello, iconico e con nulla da invidiare al personaggio maschile".
Presto impegnata in altri progetti, fra cui Corro da te, per la regia di Riccardo Milani in un cast completato da Pierfrancesco Favino, Michele Placido, Giulio Base e Vanessa Scalera, e ormai affermata testimonial di prestigiosi marchi di moda e bellezza, Miriam Leone è ormai una magnifica protagonista del cinema italiano, che qui ci auguriamo di aver raccontato come merita.
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