Grande successo di pubblico quello di Mina Settembre, la nuova fiction di Rai1 in onda ogni domenica per 6 prime serate, che porta su schermo un dramedy leggero e vivace, con una Napoli, talvolta amica e talvolta nemica, che incanta e coinvolge. La storia segue le vicende di Gelsomina, detta Mina, Settembre, un'assistente sociale che sente il suo lavoro come una vocazione e come tale si dedica anima e corpo ai problemi dei suoi assistiti, anche se ciò comporta il compiere azioni al limite della legalità, riuscendo ad offrire a molti un'opportunità di riscatto e giustizia sociale. Nonostante il suo talento nel mettere ordine nelle vite degli altri, non dimostra la stessa bravura nella sua: separatasi da poco da un marito che l'ha tradita, non riesce a far luce sui suoi sentimenti ancora incerti e divisi tra l'ex e il nuovo ginecologo del consultorio in cui lavora. Temporaneamente ospite a casa di sua madre, una donna algida, dal carattere difficile e dalla battuta tagliente, Mina si ritrova anche a fare i conti con un mistero legato al passato di suo padre, morto da poco.
Abbiamo avuto l'occasione di partecipare alla conferenza di presentazione della serie in cui la regista Tiziana Aristarco ha parlato di questo progetto insieme a Serena Rossi, interprete di Mina, Marina Confalone, Giorgio Pasotti e Giuseppe Zeno, sottolineando le difficoltà riscontrate a causa del difficile periodo che tutti stiamo vivendo e, al tempo stesso, la bellezza e le particolarità di una città come Napoli che, più che una location, è coprotagonista di questa intricata e vivace storia.
Una serie di successo
Mina Settembre sembra aver fatto breccia nei cuori degli spettatori fin da subito; questa serie che, come avevamo affermato nella nostra recensione, dimostra di avere tanto cuore, si è resa capace di conquistare ben 6 milioni di persone. Tiziana Aristarco ha parlato delle difficoltà nel realizzare un prodotto del genere unite all'intenzione di portare in tv un personaggio vero e riconoscibile: "Costruire una serie nuova è sempre una grande avventura, in questo caso partivamo da dei romanzi che sono stati liberamente adattati da un team di sceneggiatori. La trasposizione è stata importante perché i libri sono serviti solo da spunto. È stata una grande emozione costruire questa serie, la storia di questa donna empatica che ha sempre il cuore e la testa in movimento, e l'ho voluto raccontare attraverso tutti i casi di cui si deve occupare. Volevo che questo movimento anche interiore si potesse toccare con mano: per tutta la serie le ho fatto indossare un cappotto rosso perché volevo fosse riconoscibile ed esprimesse quello che aveva dentro." Anche Serena Rossi sembra parlare del suo personaggio e di questa esperienza con affetto: "Mina è stata parte di me per quasi un anno, compreso quel cappottino rosso che ho dovuto mettere anche ad agosto. È stata un'esperienza molto forte per tanti motivi: per le persone che ho avuto intorno, per il rapporto di amicizia con la regista Tiziana e per il cast che mi ha aiutata tanto. Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa."
Marina Confalone, attrice napoletana celebre per la sua lunga carriera sia al cinema che in televisione e a teatro, parla così delle motivazioni che l'hanno spinta ad accettare il ruolo di Olga, madre di Mina: "Ho fatto pochissima televisione finora, pur ricevendo proposte interessanti. Questa serie mi è piaciuta perché si girava tutta a Napoli, poi avevo sentito dire ottime cose della regista, ma mi sono trovata molto bene con tutti i membri del cast. Olga è una donna impossibile, il problema numero uno di Mina, è opprimente perché amareggiata dalla separazione della figlia dal marito, ma è solo uno dei motivi, lei è sempre a caccia di attrito con gli altri, nel contrasto con il prossimo si sente viva. Durante il corso della serie Olga riserverà delle sorprese scoprendosi molto meglio di come ama apparire."
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La Napoli di Mina
È innegabile il fatto che Napoli sia al centro della narrazione e, proprio come un personaggio in carne ed ossa, giochi il ruolo a volte di nemica, a volte di amica. Tutti sentono la sua fascinazione e per Serena Rossi, napoletana di origine, girare nella sua città Natale si è rivelata un'esperienza molto positiva: "È stato un dono poter passare così tanto tempo a Napoli. In questo periodo ho trovato una città che ha bisogno di stare insieme ed aiutarsi; se Mina Settembre non fosse stata ambientata lì sarebbe stata una serie diversa: il temperamento di Napoli viene fuori e fa parte del personaggio. Abbiamo girato a Rione Sanità e lì ho trovato tanta solidarietà, se questo elemento verrà fuori sarò molto fiera di aver contribuito a questo progetto." Anche la regista ha parlato della sua esperienza con una città così particolare che ha cercato di conoscere il più possibile prima delle riprese: "Napoli è sempre vista con lo sguardo di Mina, è sempre attraverso di lei che noi narriamo la storia. È una Napoli moderna, una Napoli che ho visto io in prima persona, e che la scrittura mi ha permesso di vedere e raccontare. L'Occhio con cui la racconto è più mio." Per Giorgio Pasotti l'esperienza è stata inedita e particolare: "È stata una serie molto strana, da quando si è battuto l'ultimo ciak alla messa in onda è passato pochissimo. Era la prima volta che giravo a Napoli e la prima volta con una regista donna, è stato molto bello lavorare con Tiziana."
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Le difficoltà di girare nel 2020
Di sicuro l'anno appena trascorso non si è rivelato semplice per nessuno, l'emergenza globale che stiamo vivendo ha messo a dura prova un gran numero di settori, inclusa l'industria televisiva e cinematografica. Come molte altre questa serie ha dovuto interrompere le riprese a causa dell'aumento dei contagi e, come ci racconta Tiziana Aristarco, la cosa ha comportato diversi disagi: "L'interruzione del Covid è stata violentissima, quando è arrivata la notizia che avremmo dovuto interrompere le riprese è stato uno shock. Nel momento in cui ci hanno dato la notizia che potevamo ricominciare a girare è stato bellissimo ma la ripartenza è stata difficile perché quello stop ci aveva cambiato: dovevamo rapportarci tra di noi, con le mascherine che avevamo intorno e con le precauzioni del caso. Non abbiamo cambiato nulla nella trama, abbiamo avuto dei problemi per attori che erano positivi e qualche difficoltà a raccontare una Napoli che non conosceva ancora il Covid."