È il primo settembre del 1997: a sedici anni di distanza dal suo lancio statunitense, sulle frequenze di un'allora poco conosciuta Rete A fa il suo debutto un canale destinato a segnare un'epoca: MTV (acronimo di "Music Television"). Trasferitosi in seguito sulle frequenze di TMC2, MTV raggiunge negli anni un bacino sempre più ampio di utenza, richiamando a sé spettatori incuriositi da questo fenomeno già ampiamente dilagato oltreoceano. Stiamo parlando di un universo transmediale, dove il mondo della musica incontra quello dell'arte, della danza, ma soprattutto, del cinema. E così, negli anni, questo canale è diventato un contenitore in cui industria televisiva e universo radiofonico, moda e culture giovanili, evoluzione tecnologica e nuove forme di estetica, convivono felicemente in un magma di enorme potenza comunicativa. Ma è grazie soprattutto a questo canale se si è potuto diffondere il culto dei videoclip musicali e, con esso, la resa in arte visiva di brani destinati a lasciare una propria impronta nel background personale dei propri spettatori. Giocando sull'aspetto visivo oltre che puramente uditivo, il videoclip riesce a investire di significati ed emozioni nuovi il brano di riferimento, donandogli spesso una nuova aura e una bellezza prima ignorata. Quante volte ci è infatti capitato di non apprezzare una canzone al primo ascolto per poi cambiare immediatamente idea dopo averne visto il videoclip?
Grazie a MTV un campionario di grandi registi ha potuto farsi le ossa dietro la macchina da presa, costruendo, videoclip dopo videoclip, sprazzi iniziali di stilemi e cifre autoriali pronte a caratterizzare le proprie creature cinematografiche e/o televisive. Una fucina creativa in costante funzione, che ha fornito il biglietto da visita a grandi autori del calibro di Spike Jonze, David Fincher, e Michel Gondry nel panorama hollywoodiano.
Noi abbiamo selezionato per voi i 25 migliori videoclip musicali diretti da grandi registi del cinema.
1. "VOGUE", Madonna, diretto da David Fincher
Sensualità ed eleganza in un bianco e nero che ritornerà in "Suit & Tie" di Justin Timberlake; riprese dal basso, riferimenti meta-cinematografici, e iconici primi piani che ricordano le fasi di uno shooting fotografico, o che ammiccano ai volti di star del cinema come Greta Garbo e Marilyn Monroe. Ancor prima di film di culto come Fight Club e The Social Network, David Fincher sviluppava in embrione il proprio estro creativo dirigendo videoclip musicali entrati di diritto nella memoria collettiva. Così è per Freedom 90, così è soprattutto per Vogue di Madonna (con la quale aveva già collaborato per il videoclip di "Express Yourself" ispirato al Metropolis di Fritz Lang). Il balletto imitato a oltranza, i ballerini immobilizzati come opere d'arte, e un montaggio a tratti serrato, altri di più ampio respiro, danno vita a quello che è uno dei migliori video di Madonna e mostrano in nuce uno stile registico pronto a colpire con tutta la sua forza lo schermo cinematografico. Dopotutto siamo nel 1990: l'esordio del regista di Denver con Alien 3 (1992) è alle porte.
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2. "COLORS", Beck, diretto da Edgar Wright
Lo stile di Edgar Wright lo riconosci tra mille. Montaggio serrato, zoom, spostamenti veloci di camera. È uno stile dinamico che ben si adatta al mondo dei videoclip musicali. E così dopo aver diretto "Blue Song" dei Mint Royale, (ponendo le basi per quello che diventerà quattordici anni dopo Baby Driver - Il genio della fuga), nel 2018 il regista della Trilogia del cornetto dirige uno dei suoi cantanti preferiti, Beck, accompagnato da Alison Brie, in un balletto scatenato, nel videoclip di Colors.
3. "WEAPON OF CHOICE", Fatboy Slim, diretto da Spike Jonze
Se siete cresciuti negli anni Novanta, con la televisione perennemente accesa su MTV, era impossibile non incappare, ed esserne totalmente ipnotizzati, dal ballo scatenato di Christopher Walken nel videoclip di Weapon of Choice, diretto da Spike Jonze, regista di film come Her, Essere John Malkovich e con all'attivo decine di altri videoclip di culto come "Sabotage" dei Beastie Boys, "Buddy Holly" dei Weezer, e "Da Funk" dei Daft Punk. Un inno alla libertà sotto forma di coreografia, simile ad altre due balletti scatenati sempre da lui diretti nei video musicali di "It's oh so quiet" di Bjork, e "Praise You" di Fatboy Slim (dove a ballare è il regista stesso). Quelle di Walken sono movenze che attirano lo sguardo dello spettatore, e che Jonze terrà bene a mente nel 2016 per la pubblicità da lui diretta per il profumo Kenzo World con protagonista Margaret Qualley. Il logorio della vita moderna viene preso dalla cinepresa di Jonze e fatto a pezzi a passo di una danza che è già cult, passando tra le zone di "non luogo" di un albergo, dalle scale mobili, fino alle sue pareti, lungo le quali Christopher Walken cammina sospeso, leggero, senza pensieri e senza gravità.
4. "ÜBERLIN", R.E.M., diretto da Sam Taylor-Johnson
Ralenti, rewind, accelerazioni, e una macchina da presa attirata come una calamita dal balletto indemoniato (e improvvisato) di Aaron Taylor-Johnson tra le strade del quartiere londinese di Shoreditch. Stiamo parlando del videoclip di Überlin, diretto da Sam Taylor-Johnson per la band dei R.E.M. La regista riprende la fotografia vintage di Nowhere Boy e la dispone su un contesto urbano colmo di manifesti, graffiti, e ignari passanti, lasciando che il proprio protagonista si scateni al ritmo del brano, in un'armonia perfetta tra note e immagini.
5. "CALIFORNICATION", Red Hot Chili Peppers, diretto da Jonathan Dayton e Valerie Faris
I coniugi Jonathan Dayton e Valerie Faris hanno lasciato un'impronta indelebile nel panorama cinematografico quando, nel 2006, presentarono al mondo il loro piccolo gioiello Little Miss Sunshine. Eppure la creatività di questo duo aveva già avuto modo di rivelarsi in tutta la propria bellezza in videoclip paragonabili a piccole opere d'arte. Ne è un esempio Californication, forse il più ambizioso dei video musicali da loro diretti. Filtrati dalla loro cinepresa, i Red Hot Chili Peppers si trasformano in personaggi dei videogiochi, sfruttando all'ennesima potenza la mania per questo universo videoludico, esploso in quegli anni soprattutto grazie all'uscita della console PlayStation. Un'alternanza di realtà virtuale e reale che ha fatto di questo video uno dei più celebri del gruppo di Anthony Kiedis.
6. "SUPERCAFONE", Piotta, diretto dai Manetti Bros.
Se nel 1999 l'Italia aveva il proprio tormentone, questo era sicuramente Supercafone di Piotta. Un successo immediato, fomentato anche dal video diretto dai Manetti Bros che vanta tra gli altri la partecipazione di un Valerio Mastandrea, mentore di ognuno di noi per aver reso noti i tre fondamentali capisaldi della vita: "la femmina, il danaro e la mortazza". Il tutto condito da quello stile fuori dai generi tipico dei Manetti Bros. che rende il video una versione nostrana di Stayin' Alive. Un'anticipazione involontaria di quelle atmosfere da musical casareccio che avrebbero consolidato in tempi recenti il successo dei due fratelli con Song'e Napule e Ammore e malavita.
7. "VAMOS A BAILAR (ESTA VIDA NUEVA)", Paola e Chiara, diretto da Luca Guadagnino
Era l'estate del 2000. Il caldo, la spiaggia, il Festivalbar alla televisione, e soprattutto lui, il tormentone di quell'anno: Vamos a bailar (Esta vida nueva) di Paola e Chiara. Un brano che ha saputo annidarsi nella nostra memoria personale, rimanere nascosto per anni per poi fare la propria comparsa a tradimento, al ritmo di quelle mani che battono a tempo, immortalate per sempre da Luca Guadagnino. Chi l'avrebbe mai detto che da quel videoclip, illuminato da una fotografia calda, e inframezzato da silhouette indistinte, sarebbe scaturito uno dei più apprezzati registi italiani all'estero? Ironico ritrovare, con il senno di poi, tra i giochi di riflessi allo specchio, un timido barlume di quello che avrebbe dato poi vita a uno dei film più ambiziosi di Guadagnino: Suspiria.
8. "THRILLER", Michael Jackson, diretto da John Landis
È il videoclip per antonomasia, il primo costruito con una sceneggiatura e da guardare nelle vesti di cortometraggio. Stiamo parlando di Thriller, brano di Michael Jackson diretto nella sua versione per il piccolo schermo da John Landis. Scrivere di un video musicale così celebre, imitato, e osannato è alquanto difficile perché c'è veramente poco da aggiungere quando sono le immagini a parlare da sole.
9. "Shot in the Back of the Head", Moby, diretto da David Lynch
Non tutti i musicisti possono vantarsi di aver collaborato con un grande regista per la realizzazione di un proprio videoclip musicale. Moby va oltre, perché i disegni e la loro susseguente animazione per il video Shot in the back of the head non sono firmati da un grande regista, ma da "il" regista: David Lynch. Il video di questo brano (inserito nella colonna sonora del film Charlie Countryman) fu rilasciato il 14 aprile del 2009 e consta di una serie di disegni grezzi e abbozzati in bianco e nero di paesaggi, edifici, attraverso i quali si muove il protagonista del video, un uomo innamorato di una testa di donna. L'uomo verrà poi colpito alla testa (ecco il "Shot in the Back of the Head" che dà il titolo al brano), da un altro personaggio, il quale cadrà a sua volta per i colpi inferti dalla testa della donna. Tutto l'estro visionario e surreale di Lynch fa breccia tra i tratti abbozzati di questi disegni, conquistando con sublime attrazione anche le frequenze televisive dei videoclip musicali.
10. "HELLO", diretto da Xavier Dolan
L'enfant prodige del cinema, Xavier Dolan, mette a servizio della voce potente e malinconica di Adele la propria visione autoriale, offrendo ai propri spettatori una versione perfettamente armonica per toni, fotografia, e comparto visivo, a uno dei brani più celebri della cantante inglese: Hello. Giocato su una duplice lettura di significato (una letterale, l'altra più metaforica) il regista - con l'aiuto di camere IMAX - acuisce il senso di perdita e abbandono cantato da Adele immergendola in una casa impolverata, lasciata per troppo tempo chiusa, abbandonata - proprio come sola e abbandonata si sente lei - mentre attorno è calato l'autunno, la stagione degli addii, delle foglie che cadono. Il tutto rivestito da una fotografia dalle tonalità seppia, che sanno di ricordo, l'unica cosa rimasta alla cantante del proprio amato (interpretato da Tristan Wilds), il quale può ora rivivere soltanto sotto forma di flashback ridati allo spettatore in soggettiva, come se fossero brevi filmati proiettati direttamente dalla mente della donna.
11. "HERE WITH ME", The Killers, diretto da Tim Burton
Barlumi di un passato registico che sembra essersi perso tra lo scorrere degli ultimi anni, si ritrovano per Tim Burton nel video da lui diretto Here with me dei The Killers. Gli occhiali che compaiono a inizio videoclip sono memori di quelli indossati da Willy Wonka in La fabbrica di cioccolato, mentre la meccanicità dei movimenti, e il trucco dei personaggi a metà strada tra Dark Shadows, Miss Peregrine e Nightmare Before Christmas, sono parte di una galleria (auto)citazionistica che coinvolgerà emotivamente e visivamente i propri spettatori, soprattutto quelli più legati al cinema del regista di Burbank. Uno stile, supportato da una fotografia cupa, che ben si adatta alle atmosfere suggerite dalla canzone della band di Brandon Flowers (per la quale Burton aveva già diretto nel 2006 il videoclip di "Bones"). Ciononostante, come affermato dallo stesso regista, il videoclip - girato a Blackpool - prende spunto da Amore Folle, classico degli anni Trenta con protagonista Peter Lorre, qui rielaborato secondo la tipica estetica burtoniana.
12. "TOUCHED BY THE HAND OF GOD", New Order, diretto da Kathryn Bigelow
Nel 1991 la consacrazione con Point break, Punto di rottura, ma poco prima del film che la inserì nel pantheon dei registi hollywoodiani, Kathryn Bigelow ebbe il tempo di firmare uno dei più iconici videoclip dei New Order: Touched By The Hand of God. Il video si presenta come una meravigliosa parodia delle band glam-rock degli anni '80, inserendovi tutti i dettagli e attributi iconografici capaci di riportare alla mente quegli anni, come i capelli cotonati, le giacche di pelle e addirittura una scena d'amore pronta a fare il verso ai video promozionali tipici di alcune band dell'epoca come i Mötley Crüe.
13. "UNDER THE BRIDGE", Red Hot Chili Peppers, diretto da Gus Van Sant
Chiudete gli occhi e provate a canticchiare la prima canzone che vi viene in mente dei Red Hot Chili Peppers. Probabilmente molti di voi, soprattutto se cresciuti negli anni '90, avranno ripescato dal proprio bacino di ricordi il brano Under the bridge, associandolo a immagini specifiche come quelle di Anthony Kiedis che, capelli lunghi e sciolti, corre a petto nudo in ralenti. Molti di questi flash mnemonici si ancorano al ricordo di uno dei videoclip più conosciuti (e trasmessi) dei Red Hot, diretto da Gus Van Sant. Il regista di Elephant e Milk accettò di dirigere il video della band dopo aver conosciuto il chitarrista Fleasul set del suo film Belli e dannati del 1991. Ricco di cross-fade e una fotografia dai colori saturi (tipica degli anni Novanta) il videoclip divenne ben presto uno dei più iconici del gruppo. Il resto è storia.
14. "STEADY AS SHE GOES", The Racconteurs, diretto da Jim Jarmush
Era il 2005 quando a Detroit, dalle ceneri dei suoi White Stripes, Jack White fonda un nuovo gruppo musicale dal nome The Racconteurs. Per il loro singolo di debutto, Steady as She goes ci voleva un videoclip di impatto, e così White chiama a sé Jim Jarmusch, uno dei più importanti cineasti del cinema indipendente statunitense. Cantore di visioni sospese, a volte estranee al resto del mondo (si pensi a Paterson, Broken Flowers, o Solo gli amanti sopravvivono), Jarmush confeziona un videoclip nel videoclip, filtrato dallo scorrere di un filmato in pellicola disturbato da interferenze, sovrimpressioni e montaggi paralleli, memori del cinema sovietico d'avanguardia, dove l'affiancamento di immagini a prima vista scollegate tra loro (si pensi alle inquadrature con le mucche), suggerisce allo spettatore significati profondi e del tutto nuovi, dalla forte carica simbolica ed emotiva.
15. "BAD", Michael Jackson, diretto da Martin Scorsese
L'incontro tra due leggende, unite per regalare ai propri fan uno dei videoclip più coinvolgenti e amati dal pubblico: stiamo parlando del brano Bad di Michael Jackson, diretto da Martin Scorsese. Realizzato con un budget di circa 2.200.000 di dollari, che lo decretò al tempo come il video più costoso della storia, il corpo centrale del videoclip è ambientato nella stazione della metropolitana newyorchese di Hoyt-Schermerhorn Streets, la stessa utilizzata in alcune scene del film di debutto di Jackson, I'm magic del 1978. Nel 1986 Scorsese era impegnato sul set de Il colore dei soldi con Paul Newman e Tom Cruise. Il regista interruppe quindi le riprese per 4 giorni e portò tutto il suo staff (direttore della fotografia Michael Chapman e montatrice di fiducia, Thelma Schoonmaker, compresi) a New York per lavorare con Jackson. Della durata di 18 minuti nella sua versione integrale, il videoclip è una summa perfetta dello stile di Scorsese, adattandosi con carrellate, panoramiche e stacchi perfetti di montaggio, alla coreografia coinvolgente di Jackson. La sceneggiatura del video è a opera dallo scrittore Richard Price, il quale si ispirò alla vera storia di Edmund Perry, ucciso a colpi di arma da fuoco da un poliziotto in borghese di New York convinto che il giovane lo avesse derubato. Il video romanticizza un po' le cose, permettendo al personaggio di Jackson di danzare, e rivelare così anche numerosi riferimenti citazionistici al musical West Side Story.
16. "FAST AS YOU CAN" Fiona Apple, diretto da Paul Thomas Anderson
Ancor prima di inseguire Thom Yorke nell'emozionante videoclip di "Daydreaming", Paul Thomas Anderson immortalò tra le strade di Pasadena (California) quella che all'epoca era la sua compagna - Fiona Apple, per la quale diresse anche il videoclip di "Across the universe" - nel video di Fast as you can. Nella stazione di una metropolitana, in un garage, o in un giardino, la cinepresa di Anderson coglie i grandi occhi azzurri di una Fiona Apple che guarda costantemente in camera, mentre intona - fuori sincrono, a causa dell'impiego di una vecchia camera a manovella - uno dei suoi brani più famosi. È una macchina da presa che non ha paura di mostrarsi, quella di Anderson, rendendo esplicita la sua presenza non solo lasciandosi appannare, sporcare o pulire, dalle dita della Apple, ma anche enfatizzando i propri movimenti, e rivelare così la figura del regista che con le proprie mani mette a posto l'obiettivo. Il tutto avvolto da una fotografia (a cura di Robert Elswit) dal sapore vintage prestato alla modernità, in cui il bianco e nero si alterna a colori sbiaditi, di un passato andato solo dal punto di vista cromatico e registico.
17. "CLOSER", Nine Inch Nails, diretto da Mark Romanek
Forse uno dei video più disturbanti della storia dei videoclip, e sicuramente uno dei meno adatti a tutti, perché capace di sconvolgere la sensibilità di molti: è Closer, brano che ha portato al successo la band di Trent Reznor, i Nine Inch Nails. Diretto da Mark Romanek, quello che è stato eletto nel 2006 da un sondaggio indetto da VH1 Classic come il "il più grande videoclip di tutti i tempi", è solo apparentemente lontano anni luce dalle storie portate sul grande schermo da questo regista. Se in One Hour Photo, o Non lasciarmi, Romanek colpiva - commuovendoli - in maniera sottile e implicita i propri spettatori con una violenza nascosta, celata, e solo suggerita, con "Closer" nulla è velato, ma tutto è mostrato, tanto da incorrere nella censura di alcune parti. Ambientato nel laboratorio di uno scienziato pazzo del XIX secolo, e ispirato sia ai lavori di Joel-Peter Witkin, che al cortometraggio animato dei Brothers Quay, Street of Crocodies, l'esperimento intentato da Romanek di unire parole e immagini in un vortice immaginario di sconvolgente difficoltà visiva, pare del tutto riuscito, soprattutto stando alle affermazioni dello stesso Reznor, il quale confessò qualche anno dopo: "Dopo aver guardato il video è successa una cosa più unica che rara. La canzone mi è iniziata a piacere ancora di più. E stiamo parlando di un mio brano!".
18. "CHLOROFORM", Phoenix, diretto da Sofia Coppola
Quando hai come moglie una delle registe più acclamate e apprezzate nel panorama cinematografico mondiale, che fai? Non le affidi la regia di un tuo videoclip musicale? E così nel 2013 Sofia Coppola firma la regia del video dei Phoenix - band di suo marito Thomas Mars - Chloroform. Nella sua semplicità, il video mostra la potenza della musica di entrarci e svuotarci dentro, traducendo in lacrime le nostre più profonde emozioni. Mentre la band - immortalata inizialmente in controluce sotto forma di semplici ombre - si esibisce su un palco, la cinepresa della Coppola passa in rassegna i volti di giovani fan con il volto rigato dalle lacrime. Sorelle immaginarie di tutte le eroine che vivono nella filmografia della regista, le ragazze diventano parti di un collage commovente dove musica e sentimenti collidono in un'esplosione di emozioni che solo un concerto può regalare.
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19. "DANCING IN THE DARK", Bruce Springsteen, diretto da Brian De Palma
Quando la semplicità ripaga, donando ai posteri uno dei video più conosciuti e iconici di Bruce Springsteen. Stiamo parlando ovviamente di Dancing in the dark, diretto da Brian De Palma e girato in due tranche, il 28 e 29 giugno 1984 al Saint Paul Civic Center di Saint Pual, Minnesota. La prima serata fu dedicata interamente alle riprese del video, mentre la seconda immortala il Boss durante la tappa di apertura del suo "Born in the U.S.A Tour". A rendere ancor più famoso questo videoclip è la presenza di un'allora sconosciuta Courteney Cox, nei panni di una fan scelta tra la folla dal Boss per salire sul palco e ballare insieme a lui.
20. "THE HARDEST BUTTON TO BUTTON", The White Stripes, diretto da Michel Gondry
Sono decine i videoclip di band e artisti famosi che vantano la regia di quella mente geniale e sopraffina di Michel Gondry. Dai Chemical Brothers ("Go"), a Kylie Minogue ("Come into my world"), i brani passati dalla fucina creativa del regista di Se mi lasci ti cancello, vengono investiti di un'atmosfera sospesa, inedita, reiterata, in cui musica e immagine vanno a braccetto dando vita a universi nuovi, prestati al sogno o all'avvento futuristico. Uno dei suoi lavori più iconici e meglio riusciti è forse The hardest button to button dei The White Stripes (terza collaborazione tra la band e Gondry dopo i videoclip di "Fell in Love with a Girl" e "Dead Leaves and the Dirty Ground"), realizzato con l'ausilio della Pixilation che permette a Gondry di moltiplicare i drum-kit e gli amplificatori a tempo di musica. Quello che ne risulta è un piccolo gioiello, reso ancora più iconico dalla sua parodia in versione Simpson nella 380.esima puntata della serie intitolata "Jazzy and the Pussycats".
21. "21 GUNS", Green Day, diretto da Marc Webb
Recuperando gli ambienti domestici e claustrofobici di alcuni suoi video precedenti ("Waiting" sempre dei Green Day, "Harder to breathe" dei Maroon 5, e "Whish you were here" di Avril Lavigne) il regista Marc Webb (500 giorni insieme, The Amazing Spider-Man) nel 2009 firma la regia di 21 Guns, celebre brano dei Green Day. Il gruppo si trova in una stanza bianca di un motel con Christian (Josh Boswell) e Gloria (Lisa Stelly), i due protagonisti del concept-album 21st Century Breakdown. Le pistole del titolo diventano sia motivo di terrore e paura, che strumento riconciliatore per i due giovani amanti, i quali possono ora ritrovarsi e abbracciarsi, riduplicando la stessa posizione raffigurata sulla copertina dell'album della band di Billy Joe Armstrong.
22. "WHAT IT FEELS LIKE FOR A GIRL", Madonna, diretto da Guy Ritchie
Se c'è una cantante che ha saputo sfruttare al meglio l'estro creativo dei grandi registi, quella è sicuramente Madonna. E così, nel 2001, la regina del pop chiama l'allora marito Guy Ritchie per dirigerla in What it feels like for a girl. Colori accesi, neon, riprese in esterna di notte, violenza, Ritchie prende a prestito gli stilemi del suo cinema per realizzare un brevissimo racconto sulla sete di vendetta da parte di una donna violentata. Madonna si fa dunque cantrice di cosa significhi essere donna, ragazza, o anziana, oggi: avere gli occhi puntati su di sé, la costante paura di incrociare il proprio sguardo con quello della persona sbagliata. Un istinto che spinge la donna da lei qui interpretata, a macchiarsi di una serie di infrazioni, danni inestimabili e gravi reati alla guida di una Chevrolet gialla targata "PUSSY-CAT". Il tutto con a fianco un'anziana signora prelevata dalla casa di riposo "Ol Kuntz Guest Home". A causa del suo contenuto violento, il video di "What It Feels Like for a Girl" in America viene trasmesso solo di notte da MTV e VH1 per evitare casi di emulazione, prima di essere completamente bandito. Si tratta del quarto video di Madonna censurato dai canali musicali americani dopo "Like a Prayer", "Justify My Love" ed "Erotica".
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23. "WE NO WHO U R", Nick Cave and the bad seeds, diretto da Gaspar Noe
Dimenticatevi per un attimo la violenza e la brutalità visiva di Irréversible, perché in We no who U R si assiste a un lato poetico e simbolico di Gaspar Noé, perfettamente in linea con lo stile musicale di Nick Cave e dei suoi Bad Seeds. Il videoclip è un controllato e ipnotico sguardo sul viaggio compiuto dall'ombra di un uomo (Cave) tra i sentieri di una foresta oscura e imperturbabile. "Non siamo chi siete voi" afferma il titolo del brano, quasi a denunciare la voglia di cambiamento e di rivoluzione prima di tutto personale, suggerita in chiave visiva dal regista con l'utilizzo di un'ombra, l'unica parte del corpo destinata a perseguitarci per sempre.
24. I WOULD DO ANYTHING FOR LOVE, Meat Loaf, diretto da Michael Bay
Siamo abituati ad associare il nome di Michael Bay a grandi esplosioni e blockbuster a grandi budget, ma forse non tutti sanno che il regista ha anche alle spalle numerose collaborazioni in qualità di autore di videoclip. Probabilmente il suo lavoro più conosciuto è il video di I would do anything for love dei Meat Loaf.
25. "HEART-SHAPED BOX", Nirvana, diretto da Anton Corbijn
Inizialmente affidato a Kevin Kerslake (il quale aveva già diretto in passato i Nirvana nei video di "Come as You Are", "Lithium", "In Bloom" e "Sliver. Kerslake") il videoclip di uno dei brani più conosciuti della band di Kurt Cobain, Heart-Shaped Box fu alla fine affidato al regista olandese Anton Corbijn (Control, Life). Dalla forte carica onirica e surreale, il video comincia e termina con i membri della band seduti in una sala di un ospedale che guardano un uomo anziano in un letto attaccato a una flebo. Il cuore del video batte nella parte centrale, i cui ambienti prendono spunto dall'immaginario mondo del mago di Oz. La fiaba lascia però ben presto spazio a immagini destabilizzanti, come l'anziano dell'ospedale che sale e si posiziona su una croce circondata da cornacchie, una bambina vestita come un membro del Ku Klux Klan, e una donna grassa con delle ali d'angelo attaccate sulla schiena con indosso un costume sul quale sono dipinti degli organi umani (quest'ultima riprende l'immagine di copertina di In Utero).