1917 e la morte in sequenza: le 10 (+1) migliori scene di guerra al cinema

In occasione dell'uscita al cinema di 1917 di Sam Mendes, scopriamo insieme le 10 (+1) migliori scene di guerra al cinema.

1917 Film
Una scena del film 1917

La bomba esplode investendo lo spazio in un assordante silenzio. Il cuore perde un colpo, l'anima si lacera, nell'attesa che un altro scoppio ammanti il cielo e la terra di polvere, fuliggine, sangue. Scelti da una roulette russa di stampo democratico, che tutto prende e tutto sceglie senza distinzioni di sesso, età, nazionalità, i soldati avanzano tremanti, sospinti da un istinto di sopravvivenza e di lasciti di un'umanità perduta. La guerra è uno spettacolo diretto dalla morte senza ausilio di cinepresa; regista silenziosa, la triste mietitrice dalla sua postazione privilegiata tutto riprende senza tagli di montaggio, o scene da ripetere. In questo gioco dell'orrore (di cui abbiamo selezionato le 10+1 migliori scene di guerra al cinema) non esistono vincitori o vinti; i corpi cadono a terra, le anime si perdono, e ogni frammento mnemonico si imprime nello spazio mentale dei suoi protagonisti, ripresentandosi a cadenza costante nel corso degli anni. Incubo esperienziale dai lasciti indelebili, la guerra è un film senza indicazioni di durata e raccordi di inquadratura; se bisogna riportarla in vita in tutta la sua cruente potenza, tanto vale farlo in piano-sequenza.

1917 Benedict Cumberbatch
Benedict Cumberbatch nel film 1917, di Sam Mendes

E così ha fatto Sam Mendes nel suo ultimo, ammaliante, film: 1917 (qui la nostra recensione). Non è la prima volta che il regista inglese si avvicina all'universo bellico traducendolo in termini filmici; ci aveva già pensato nel 2005 con Jarhead, trasposizione cinematografica dell'autobiografia dell'ex-marine Anthony Swofford. Con 1917 Mendes riesce a trovare un giusto compromesso tra la morte al lavoro sul campo di guerra, e corpi dilaniati nello spirito, rovistando tra un biografismo famigliare raccolto nel ricordo del proprio nonno paterno (Alfred Mendes, a cui il film è dedicato). È un history in the making, 1917; un'opera talmente immersiva da mozzare il fiato, eliminando la distanza spettatoriale e lanciando così il pubblico nell'inferno della prima guerra mondiale. Quello tra cinema e guerra è un sodalizio solido, che all'esaltazione del comparto eroico, ha perloppiù preferito la mostrazione delle conseguenze fisiche, psicologiche e morali dei protagonisti in campo. Forte dl un innegabile appeal delle emozioni, il cinema risveglia l'immaginario collettivo della maggioranza silenziosa, indirizzandola verso una sensibilizzazione circa i danni spesso dimenticati che l'evento bellico arreca tra civili e soldati. Bombe lanciate a centinaia di metri di altezza, conflitti esasperati nella loro messa in scena o lotte interiori tra ordini impartiti e morali personali a cui opporsi: sono le 10 (+1) migliori scene di guerra al cinema che abbiamo selezionato per voi.

1. LA GRANDE GUERRA - LA SCENA FINALE (1959)

La Grande Guerra
Vittorio Gassman e Alberto Sordi ne La Grande Guerra

Si può fare ironia su un tema così apparentemente intoccabile come la guerra? E non una guerra qualsiasi, ma addirittura la Grande Guerra? La risposta è sì, e Mario Monicelli ce lo ha ampiamente dimostrato nel 1959 con uno dei suoi capolavori: La grande guerra. L'ironia che riveste tutta la pellicola e che attornia le (dis)avventure dei due protagonisti, i soldati Oreste Jacovacci (Alberto Sordi) e Giovanni Busacca (Vittorio Gassman) viene ribaltata nella scena finale. Se a tirare le fila dell'intero intreccio è stato il desiderio di scappare da quel campo di battaglia in cui sono finiti per caso, per uno scherzo del destino e una fedeltà al proprio onore, Jacovacci e Busai si allontanano dal titolo di "disertori" e "scansafatiche" per elevarsi a eroi dimenticati e ignorati. Decisi a non tradire i propri compagni rivelandone la posizione ai propri nemici, i due sacrificano la propria vita salvando quella del loro esercito. La scarica dei fucili è un epilogo che ancora commuove, lasciando il film di Monicelli e le interpretazioni di Sordi e Gassman negli annali di storia del cinema.

2. IL CACCIATORE - LA ROULETTE RUSSA (1978)

Christopher Walken ne Il Cacciatore
Christopher Walken ne Il Cacciatore

Il ricordo della guerra è un tatuaggio indelebile scritto con la forza del ricodo tra gli interstizi della mente. La guerra ti prende, ti lacera, si alimenta della tua umanità senza lasciarti mai. È una compagna fedele, che ti segue sempre, anche una volta tornato a casa. E così, eccola fare ritorno, sotto forma di pazzia, o di una roulette russa lanciata a morte. Una scena immortale, quella de Il cacciatore, resa tale da un regista come Michael Cimino e interpreti del calibro di Robert De Niro e Christopher Walken. Un attimo di pura follia reiterato nel corso dell'intreccio insignito di significati differenti: salvezza la prima volta, liberazione e morte in quella finale.

Il cacciatore: il Vietnam e l'America nel capolavoro di Michael Cimino

3.APOCALYPSE NOW - LA SCENA DEGLI ELICOTTERI E LA CAVALCATA DELLE VALCHIRIE (1978)

Martin Sheen in una scena di Apocalypse Now
Martin Sheen in una scena di Apocalypse Now

Figure mefistofeliche nascoste da ombre dirompenti, soldati che fanno il surf mentre dal cielo cadono bombe, odore di Napalm al mattino; nella giungla di Apocalypse Now tutto è parte integrante di un ottovolante visivo lanciato a folle velocità. il suo obiettivo è quello di disorientare lo spettatore, rendendolo parte attiva di questo gioco alla pazzia condotto dal capitano Willard (Martin Sheen) per uccidere il colonnello Kurtz (Marlon Brando). Attingendo a un classico della letteratura come Cuore di tenebra di Joseph Conrad, Francis Ford Coppola risale i cerchi dell'inferno della guerra del Vietnam per passare in rassegna eserciti dannati e privi di umanità. Un predominio del male sul raziocinio umano che trova nella scena degli elicotteri una delle sue massime rappresentazioni: il bombardamento ai danni del villaggio vietnamita è accompagnato dalle note della Cavalcata delle Valchirie di Wagner, suonata a tutto volume dagli altoparlanti installati sugli elicotteri. Un'anestesia al dolore e un'eliminazione dell'empatia tale da rendere un atto così atroce uno spettacolo di morte alla cui vista gli stessi esecutori traggono un insano piacere.

Apocalypse Now: 40 anni fa Coppola stupiva Cannes e il mondo intero

4. FULL METAL JACKET - IL DISCORSO DEL SERGENTE HARTMAN

R. Lee Ermey in una scena di Full Metal Jacket
R. Lee Ermey in una scena di Full Metal Jacket

In Full Metal Jacket l'incontro con il Sergente Hartman (R. Lee Ermey) non è un semplice addestramento, bensì un rito di passaggio. I metodi brutali con cui vengono iniziati al corpo dei marines fanno dei giovani soldati protagonisti testimoni involontari della crudeltà della guerra, mentre ogni urlo ricevuto, ogni insulto scagliato come proiettile, o ordine impartito, è un frammento di umanità che si distacca dalla loro anima. La follia e la presunzione umana tornano al centro dell'interesse kubrickiano, prendendo le mosse tra le fila di un discorso drammatico, fatto di silenzi obbligati e tensioni sopite costantemente sul punto di esplodere. Il dolore si concretizza così attraverso progressivi, impercettibili, passi verso l'abisso della solitaria disperazione. Stanley Kubrick ancora una volta prende tra le mani un genere, sovvertendolo; nel farlo lo svuota di eroismo, mostrando il lato oscuro dell'azione bellica, prosciugatrice di anime e raccoglitrice di umanità perdute.

5. SALVATE IL SOLDATO RYAN - LO SBARCO IN NORMANDIA (1998)

Salvate il soldato Ryan: una scena del film di Steven Spielberg
Salvate il soldato Ryan: una scena del film di Steven Spielberg

20 minuti. Tanto basta a Steven Spielberg per trascinare il pubblico all'interno del proprio film, lasciando che anche lui metta piedi sulle spiagge della Normandia e con fare angosciante e carico di pathos superi il confine della morte per ricercare un porto salvo e sicuro. Mutilazioni, morti, ferite, braccia che si spezzano e viscere che escono. Un incipit che fa del cinema uno sguardo più reale della realtà stessa. Tra quei giovani visi impauriti, corpi che cadono e sguardi che si perdono, c'è anche quello del soldato Ryan a cui il capitano Miller (Tom Hanks) è stato chiesto di portare in salvo. E così, una volta che anche l'ultimo anfibio è sbarcato in Normandia, lasciando la propria impronta sulla spiaggia tinta di sangue, Salvate il soldato Ryan inizia un nuovo capitolo di una storia pronta ad addentrarsi nella normalità tra dialoghi e la voglia incessante di ritornare a casa.

Salvate il Soldato Ryan compie 20 anni: onore al merito di Steven Spielberg

6. LA SOTTILE LINEA ROSSA - "QUESTO GRANDE MALE" (1998)

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Una scena de La sottile linea rossa

"C'è una sottile linea rossa che separa il sano dal pazzo. C'è una sottile linea rossa che separa il paradiso dall'inferno, la vita dalla morte. C'è una sottile linea rossa che separa il bene dal male, la pace dalla guerra". Così recita il racconto di Rudyard Kipling da cui James Jones ha preso spunto per il suo romanzo, a sua volta ripreso da Terrence Malick per il suo film del 1998 dal titolo La sottile linea rossa. In un gioco di incastri e adattamenti, Malick affronta il testo di Jones senza dimenticarsi delle parole di Kipling. Tra il mondo registrato dalla cinepresa di Malick e quello vissuto dai propri personaggi scorre uno iato visivo, psicologico, ed emotivo sottolineato dai monologhi interiori dei vari personaggi. Quello offerto dal regista sullo schermo è un paradiso terrestre dominato da un senso di divino, pronto a essere tramortito dai passi di soldati portatori di morte e distruzione. Eppure, come ben sottolinea il toccante monologo del soldato Edward P. Train (John Dee Smith), la guerra tra le mani di Malick si eleva a elemento astratto, evento pronto a estendersi dal generale allo specifico, perché ognuno di quei soldati non solo combatte una guerra in nome della propria nazione, ma anche un conflitto personale. E così, l'erba macchiata di sangue, le esplosioni di mille colpi di mortaio, le raffiche di mitragliatrice sono sfondi di un mondo che tutto prende per poi rinascere, in una palingenesi continua senza spiegazione.

"Questo grande male, da dove viene? Come ha fatto a contaminare il mondo? Da quale seme, da quale radice si è sviluppato? Chi è l'artefice di tutto questo, chi ci sta uccidendo, chi ci sta derubando della vita e della luce prendendosi beffa di noi, mostrandoci quello che avremmo potuto conoscere?".

7. BAND OF BROTHERS - L'OFFENSIVA DELLE ARDENNE (2001)

Band of Brothers:  Michael Fassbender in una scena della serie
Band of Brothers: Michael Fassbender in una scena della serie

Tom Hanks e Steven Spielberg avevano un conto in sospeso con la storia. Troppo poco raccontare le gesta dell'esercito americano nel secondo conflitto mondiale nella limitante cornice cinematografica di un film come Salvate il soldato Ryan. Ecco che i due uniscono le forze, chiamando a sé i fantasmi di un passato mai veramente dimenticato e che ora la televisione può imprimere nell'immaginario collettivo grazie a Band of Brothers, miniserie di 10 episodi del 2001 con cui riscavare, rileggere e riscoprire l'avanzata americana contro l'esercito nazista. Quella che è passata alla storia come "l'offensiva delle Ardenne" è l'episodio storico che ha regalato uno dei momenti più commoventi, duri e poetici dell'intero prodotto televisivo.

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8. ESPIAZIONE - IL PIANO SEQUENZA DI DUNKERQUE (2007)

James McAvoy in una scena del film Espiazione, del 2007
James McAvoy in una scena del film Espiazione, del 2007

Espiazione, film del 2007 di Joe Wright ispirato all'omonimo romanzo di Ian McEwan, non è un film di guerra; esso può interpretarsi come un saggio cinematografico sulla forza creatrice (e distruttrice) della parola. Eppure, al suo interno, si ritrova una delle sequenza più dilanianti ed emotivamente toccanti, mai offerte al grande schermo: stiamo parlando del piano sequenza di Dunkerque. Facendosi largo tra una folla di ben cinquemila soldati disperati, in attesa dell'arrivo della nave che li riporterà in Inghilterra, la cinepresa di Wright esprime il senso di perdita e di abbandono che si doveva vivere in quei momenti terribili sulla spiaggia francese. Il delirio del momento ben si adatta, inoltre, allo stato di delirio mentale che comincia a vivere Robbie, protagonista dell'opera insieme all'amata Cecilia (Keira Knightley) e la sorella di quest'ultima, artefice della loro disfatta esistenziale, la giovane Briony (un'esordiente Saoirse Ronan).

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9. LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE - LORD HELP ME GET ONE MORE (2016)

Hacksaw Ridge: Andrew Garfield in un momento del film
Hacksaw Ridge: Andrew Garfield in un momento del film

Bombe a mano, mitragliatrici e cannoni squarciano il manto di silenzio a Hacksaw Ridge. "Ancora uno, ti prego Dio, fammene salvare ancora uno." Un urlo disperato fattosi sibilo; un mantra reiterato nelle vesti di preghiera, e intanto Desmond Doss - protagonista di La battaglia di Hacksaw Ridge, film del 2016 di Mel Gibson - corre, striscia, si veste di fango e polvere mentre le sue parole tagliano l'aria tempestata di morte lungo il campo di battaglia. L'inferno della guerra divampa, ma a Desmond Doss non servono armi per contrastare il caldo abbraccio della morte. Obiettore di coscienza, ha riposto nella propria fede la sua ancora di salvezza, e nelle parole di Dio il mantello con cui proteggersi e proteggere, mentre con coraggio mette in salvo ancora uno, e un altro ancora, dei propri compagni.

10. DUNKIRK - LA SCENA FINALE (2017)

Dunkirk: Fionn Whitehead in un momento del film
Dunkirk: Fionn Whitehead in un momento del film

Nell'universo di Christopher Nolan, il concetto spazio-tempo deflagra con la stessa potenza di una bomba lanciata al suolo. In Dunkirk una pagina di storia viene destrutturata e poi ri-assemblata nelle sue tre parti principali, ognuna assoggettata a un tempo interiore divergente a quello delle altre. È come se il regista avesse voluto applicare le teorie bergsoniane all'elemento dell'aria, della terra e del mare dando vita a un'opera magistrale. Come per Joe Wright, le spiagge di Dunkerque ritornano a farsi limbo di attesa, nella speranza di sapere se ascendere al paradiso della salvezza, o nelle profondità infernali della disfatta. Come abbiamo sottolineato nella nostra recensione di Dunkirk, non c'è sangue a inondare il raggio di azione. La violenza è relegata al fuori campo, mentre l'occhio dello spettatore indaga il deperimento interiore di migliaia di soldati, prigionieri in attesa di essere liberati dall'operazione Dynamo. Una liberazione catartica affidata al finale, che unisce le tre sfere, e i giovani soldati al mondo reale. Un ritorno a casa intensificato nella sua portata emozionale dalla lettura del discorso di Winston Churchill alla Camera dei comuni il 4 giugno 1940, ossia quel "combatteremo sulle spiagge, combatteremo nei luoghi di sbarco, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline; non ci arrenderemo mai." che chiude in maniera epica un film da non perdere.

SCENA EXTRA: 1917 - LE ROVINE DEL VILLAGGIO DI ECOUST (2020)

1917 10
1917: una scena del film con George MacKay

Viscerale, coinvolgente, immersivo: 1917 non è una semplice ostentazione di gestione tecnica e di sapiente uso del linguaggio cinematografico. È una corsa a perdifiato compiuta tanto dai suoi due protagonisti, quanto dal pubblico stesso, testimone privilegiato dello spettacolo della morte. C'è una sequenza, però, che racchiude in sé tutto il talento del suo regista e del direttore della fotografia Roger Deakins: stiamo parlando dell'esplorazione in notturna delle rovine del villaggio di Ecoust. Racchiuso in un'atmosfera surreale, l'opera si traveste di uno scenario nefasto e fantasmagorico. Un uomo solo immerso nel buio squarciato da lingue di fuoco, mentre tutto attorno il silenzio preannuncia una nuova avanzata di terrore e attacchi da cui scappare.