Come una moneta da 500 lire incastrata nel carrello da ventitré anni. I migliori film di Aldo, Giovanni e Giacomo sono un capitale immobilizzato i cui interessi si impennano nel tempo. Da quel folgorante 1997 a oggi, i film dei signori Storti, Poretti e Baglio hanno lasciato la loro impronta sul cinema italiano grazie a un tatto tutto loro. Una comicità garbata, sempre lontana dalla facile tentazione della volgarità, un affiatamento raro e la capacità di ridere delle piccole, grandi disgrazie quotidiane sono stati il loro marchio di fabbrica.
Un tratto distintivo al quale il pubblico si è affezionato con una facilità quasi disarmante. Forse perché Aldo, Giovanni e Giacomo hanno sempre sorriso di problemi reali, hanno sempre esorcizzato paure quotidiane attraverso la medicina dell'ironia. La precarietà, l'accontentarsi, la mancanza di coraggio: tutti temi che ricorrono nel loro cinema. Sempre pronti a riderci su con estrema intelligenza. Trio comico approdato sul grande schermo con la forza dirompente di uragano imprevisto (dopo una lunga gavetta televisiva e teatrale), i nostri hanno portato una ventata di aria fresca nella commedia italiana. Dopo un periodo magico, però, Aldo, Giovanni e Giacomo sembravano aver perso smalto dentro film svuotati di quel brio comico ormai sbiadito. Dov'erano finiti Aldo, Giovanni e Giacomo?
Perché le risate autentiche erano diventate un vecchio ricordo? Possibile che un'intesa così buona fosse andata perduta? Ora che Odio l'estate ha sancito il ritorno dei nostri ai fasti di un tempo, possiamo tirare un sospiro di sollievo. E lo faremo dedicandoci gli apici toccati dal mitico trio con la nostra top 5 dedicata ai migliori film di Aldo, Giovanni e Giacomo. E se non sarete d'accordo con noi, ricordate che le classifiche sono come certi matrimoni: "Niente di serio".
5. Tu la conosci Claudia?
Dopo averci chiesto una domanda con Chiedimi se sono felice, ecco finalmente un punto interrogativo nel titolo. La questione non è tanto capire cosa passi nella testa e nel cuore di Claudia, un'eccezionale Paola Cortellesi contesa dal trio, ma comprendere tre uomini in crisi, incastrati in una quotidianità pigra, passiva e indolente. Tre uomini in letargo che trovano in una donna la scintilla per smuoversi e fare i conti con se stessi. Due anni dopo il non entusiasmante Al, John e Jack, con Tu la conosci Claudia? Aldo, Giovanni e Giacomo tornano nella loro zona di comfort, a fare quello che sanno fare meglio. Il viaggio on the road come percorso di formazione, le gag esilaranti, le incomprensioni tra il pignolo, il sensibile e lo svampito. Tre maschere di straordinaria normalità, ormai consacrate anche dentro la commedia italiana.
4. Odio l'estate
Come riabbracciare vecchi amici. Come ritrovarli quelli di sempre ma con uno spirito nuovo. È questo che abbiamo provato vedendo Odio l'estate, film che ha sancito il tanto agognato ritorno del trio ai bei tempi non più andati. Prima di entrare in sala, lo ammettiamo, avevamo paura. Paura di ritrovarci davanti all'ennesima delusione, a un altro esperimento fallimentare come l'imbarazzante Fuga da Reuma Park, e invece col passare dei minuti ogni dubbio si è sciolto come neve al sole. Finalmente Aldo, Giovanni e Giacomo hanno capito che non funzionano quando si mascherano, quando si fanno soffocare da trucchi e travestimenti, quando alterano la loro presunta normalità. Schietto, sincero e diretto, Odio l'estate ci ha fatto ritrovare tre amici che avevamo perso di vista, o peggio, non riconoscevamo più. Li abbiamo trovati diversi, più vecchi ma non ancora stanchi, cambiati perché hanno accettato il tempo che passa. Dopo tanti errori e delusioni, dedicare tutto un film alla paura di sbagliare e di mettersi alla prova è un grande atto di sincera onestà nei confronti del pubblico. E la lealtà è roba da amici. Bentornati, Aldo, Giovanni e Giacomo. Guasconi della comicità garbata. Ci eravate mancati un sacco.
Odio l'estate, la recensione: tre uomini e una rinascita
3. Così è la vita (1998)
"C'è un tipo di colore". Basterebbe questa battuta per dare il via a una serie di meravigliosi equivoci, di giochi di parole e battibecchi entrati nell'immaginario collettivo. Perché la forza di Aldo, Giovanni e Giacomo riesce a essere così dirompente da entrare anche nei vocabolari di tutti noi. La loro comicità è raffinata, basata su una sceneggiatura dal ritmo teatrale, dove ogni frase è perfettamente incastonata nel copione. E con Così è la vita abbiamo imparato a rileggere la leggenda africana del leone e della gazzella e a reagire al dolore come gli svedesi. Il secondo film del trio è una prova del nove superata con disinvoltura. L'exploit di Tre uomini e una gamba non è stato un caso fortuito, ma l'inizio di qualcosa. E Così è la vita segue benissimo la scia di un fenomeno destinato a non placarsi.
2. Tre uomini e una gamba (1997)
Un'esplosione di comicità spontanea e pulita, un esordio travolgente, una sorpresa assoluta. Tre uomini e una gamba procede leggero, senza fare mai deviare verso la scorciatoia della volgarità. Una commedia on the road che ha il coraggio di smuovere chi si accontenta, facendoci vedere quanto sono belle le strade impreviste che portano chissà dove. Questa volta nemmeno il nostro falegname avrebbe saputo fare meglio. No, Tre uomini e una gamba è perfetto così com'è: con le sue ingenuità, con la sua freschezza acerba che è maturata benissimo, con le sue battute scolpite nel nostro immaginario collettivo. Se anche voi ritenete sopravvalutata l'arte del compianto Garpez, sogghignate al pensiero della maglia nerazzurra di Sforza, avete paura delle rocce franabili e sapreste riconoscere al volo una colica renale e ricostruire con disinvoltura il codice fiscale di Ajeje Brazorf, sarete d'accordo con noi. L'esordio cinematografico di Aldo, Giovanni e Giacomo resta sempre una perfetta miscela tra pungente cinismo milanese e impeto siculo.
1. Chiedimi se sono felice (2000)
Fuori dal letto nessuno è perfetto, ma dentro Chiedimi se sono felice niente è fuori posto. Vent'anni dopo la sua uscita, siamo sempre più convinti che questa delicata e allo stesso tempo dirompente pellicola non sia solo il miglior film di Aldo, Giovanni e Giacomo, ma anche uno delle commedie agrodolci più belle sfornate dal nostro cinema. Dopo due film esilaranti, ma ancora poco strutturati e simili a una serie di sketch ben incastrati tra loro, Chiedimi se sono felice rappresenta la maturità definitiva, per messa in scena, tono ed equilibrio assolutamente perfetto tra comicità e riflessione. Un piano inclinato che, tra le meravigliose canzoni di Samuele Bersani e scorci di una Milano malinconica, ci fa scivolare dritti in una bella storia. Con quella splendida domanda implicita nel titolo, Aldo, Giovanni e Giacomo si interrogano sul valore prezioso dell'amicizia, sul senso di alcune relazioni che si trascinano e su quanto il lavoro sia spesso fondamentale per definire chi siamo. Da queste parti stiamo ancora ridendo per quei provini disastrosi, per la cena in cui si discute di primati col pollice opponibile, per la testata di Aldo a Silvana, per l'acqua gassata a garganella e la Coca Cola finita un sorso per volta.