Un uomo apre gli occhi tra le valli gelide della Svezia ed inizia ad urlare. Lo vediamo in primo piano, ci accorgiamo di alcuni cavi metallici che lo intrappolano, ma ancora non sappiamo perché è lì, e soprattutto a cosa è legato. Una manciata di secondi dopo, l'inquadratura si allarga, dall'alto, mostrando il destino di quest'individuo. Shock. Infatti, scopriremo subito che, tale Carnot, francese ma inspiegabilmente ritrovato (senza testa) nell'estremo nord del mondo, si appresta a morire in un modo atroce: allacciato alle pale di un elicottero, che iniziano a roteare sempre più veloce e sempre più fatalmente. Sul caso, che intricato è dir poco, cominceranno ad indagare il procuratore distrettuale Anders Harnesk (Gustaf Hammarsten), il detective Rutger Burlin (Peter Stormare) e, arrivata a Kiruna direttamente da Parigi, l'investigatrice franco-algerina Kahina Zadi (Leïla Bekhti). Tre personalità diverse, tre vite diverse. Un solo mistero, grandissimo e intricato, sotto un sole che non tramonta, riflettendo su di un ghiaccio sempre più insanguinato.
Un noir ghiacciato
Nel pilot di Midnight Sun, fin dall'incipit - tanto brutale quanto riuscito - viene subito fuori lo stile ''cold'' che ha contraddistinto, almeno negli ultimi anni, le serie del Nord d'Europa. Insieme allo stile, ricercato e curatissimo, nello show, creato da Mårlind & Stein e basato su di un'idea di Henrik Jansson-Schweizer e Patrick Nebout, anche gli elementi sono tipici delle produzioni nordiche: un crimine barbaro avvolto nell'ignoto (e qui gli sceneggiatori hanno proprio voluto ''stupire''), una cornice che nasconde ombre e segreti (in questo caso c'è la cittadina di Kiruna se la deve vedere con la fabbrica metallurgica che distrugge il sottosuolo ma dà lavoro a quasi tutti gli abitanti) e, poi, i personaggi, appassionati e appassionanti, anch'essi avvolti nel mistero e con un background tutto da svelare, puntata dopo puntata. Dunque, seguendo gli esempi di The Killing (Forbrydelsen), di 100 Code e soprattutto dell'originale The Bridge - Bron / Broen (infatti i produttori sono gli stessi), Midnight Sun si preannuncia, a giudicare dalla prima delle otto puntate previste, un ''classico'' noir nordico, in cui la bellezza, placida, immobile e compassata, dei paesaggi naturali - che fanno quasi da ''personaggio'' trainante - viene messa in correlazione con l'istinto e gli stati interiori dei characters, messi di fronte ad avvenimenti più grandi di loro stessi.
Una grande serie, un grande cast
Di doppia produzione (svedese e francese), Midnight Sun va in onda su Canal + (Francia) e SVT (Svezia) ma non sappiamo se e quando farà il suo passaggio sulle nostre reti (sicuramente satellitari). Speriamo presto, perché la storia è di quelle che trascinano lo spettatore in quegli spaccati di mondo lontani e pericolosamente affascinanti. Ci vengono in mente, così, la grandiosa True Detective o l'inglese - e altrettanto maestosa - Broadchurch (a proposito, sta per tornare la terza ed ultima stagione!), in cui la scrittura è alla base del progetto, dove niente viene lasciato al caso. Però, pensiamo, come spesso accade con questo tipo di produzioni, per l'appunto tipicamente europee, magari non è escluso un remake a Stelle & Strisce, in grado di ''accelerare'' la distribuzione. Un po' come è accaduto proprio per The Bridge (con un risultato discutibile, però, dopo una buonissima prima stagione). Certamente non sarà facile, sempre ipotizzando, trovare degli interpreti che sappiano nuovamente dare volto agli stessi personaggi. Infatti, il lavoro di Leïla Bekhti (premio César per Tout ce qui brille nel 2010), di Gustaf Hammarsten e, ancora, dell'hollywoodiano Peter Stormare, è eccezionale, capaci di avvicendare lingue e inflessioni (inglese, francese e svedese), sguardi e rispettive ambiguità, all'inseguimento di una verità nascosta e inaspettata.
Movieplayer.it
3.5/5