All'esordio sotto l'egida di una major (Warner Bros.), il regista indie Jeff Nichols imbocca la via del cinema fantastico. Supportato da un cast di tutto rispetto capitanato dal suo attore feticcio Michael Shannon, con Midnight Special Nichols confeziona una pellicola che ha il sapore di classici come E.T. L'Extraterrestre e Incontri ravvicinati del terzo tipo, ma con in più una durezza di fondo tutta moderna.
A fianco del giovane protagonista Jaeden Lieberher troviamo Kirsten Dunst, Joel Edgerton e Adam Driver, unico assente a Berlino. Già in Mud, Nichols aveva dimostrato una certa predilezione per i racconti avventurosi con protagonisti bambini o adolescenti. Il big budget che stavolta ha avuto a disposizione gli ha permesso di creare suggestioni notevoli spingendolo, però, a "strafare" in alcuni momenti chiave come il roboante finale.
"Midnight Special è un film molto personale" ci racconta Jeff Nichols. "L'ho scritto in un periodo in cui riflettevo sul significato di essere padre. Quando mio figlio aveva sei anni si è ammalato. Per me e mia moglie è stato un momento terribile, la corsa all'ospedale, l'incertezza. Per fortuna ora sta bene, ma in quel momento ho realizzato che ai figli può succedere qualsiasi cosa e noi non abbiamo alcun controllo su di loro. Midnight Special mi ha aiutato a esorcizzare la paura della perdita".
Incontri ravvicinati del terzo millennio
Guardando Midnight Special, la mente corre non solo alle celebri pellicole sci-fi di Spielberg, ma anche a tutto il cinema fantasy adventure anni '80. Lo stesso Jeff Nichols ammette di essere "cresciuto con i film di John Carpenter. Pellicole come Starman fanno parte del mio DNA perciò è ovvio che ne sia stato influenzato, ma credo che ci sia qualcosa di più importante nel film. E' il senso del mistero, qualcosa che Spielberg ha saputo costruire molto bene. I film di Spielberg contengono messaggi molto positivi. Credo che questa sia la vera lezione che ho imparato da lui".
Michael Shannon, presente in tutte le pellicole che Nichols ha diretto finora, ha solo elogi per l'amico, ma non è il solo. Tutti, a partire dal piccolo Jaeden Lieberher, lodano la chiarezza che Nichols ha sfoderato sul set. Come spiega Jaeden: "Jeff ha una visione, è stato molto preciso nello spiegare ciò che voleva. Vedeva il film nella sua mente, ci ha aiutato a capire quale risultato voleva raggiungere e mi ha aiutato a essere un interprete migliore". Michael Shannon aggiunge: "Jeff ci segue e ci protegge. Noi non sappiamo cosa sta per succedere, ma lui lo sa e questo è sufficiente". "Da attore, ti fa sentire parte della visione, ti fa collaborare al risultato finale" conclude Joel Edgerton, che di recente ha debuttato a sua volta dietro la macchina da presa con l'ottimo Regali da un sconosciuto. "E poi questo era un film dall'atmosfera molto speciale, era essenziale avere il polso della situazione sul set".
Madri, padri, alieni ed eroi
La presenza di Kirsten Dunst nel cast nei panni della madre del bambino speciale Alton dà lo spunto per riflettere sulla difficoltà di essere catapultati su un set da piccoli, quando ancora mancano le sovrastrutture per assorbire stress e inconvenienti che la fama comporta. Rispetto ad altre baby star che si sono perse, la Dunst porta avanti anche in età adulta una carriera brillante e ricca di soddisfazioni. Quale è il suo segreto? "Nel mio caso, come in quello di Jaeden, l'importante è avere una solida famiglia alle spalle. Io ho avuto fortuna, non è facile essere un attore bambino. A un certo punto, verso i 17 anni, mi sono chiesta se volevo continuare questo mestiere e ho deciso di aspettare progetti che mi appassionassero. Per fortuna ho partecipato a film che mi hanno aiutato nella transizione."
La presenza costante dei genitori è anche un elemento chiave del plot di Midnight Special, visto che Roy e Sarah, i genitori del piccolo, dovranno traghettarlo verso il suo destino. Quando viene chiesto a Nichols perché nel momento chiave al padre si sostituisce la madre, lui risponde: "Da uomo e padre ho un punto di vita maschile e mi sono concentrato principalmente sulla relazione padre/figlio, ma per questo film sentivo di dover stabilire dei ruoli precisi. Ho pensato che l'idea di partire mostrando solo il padre arricchisse la pellicola. La madre compare molto avanti nella storia. C'è qualcosa che il padre non può fare, solo la la madre riuscirà nell'impresa. Questa scelta non rende migliore il film, m rende specifico il ruolo dei personaggi". Michael Shannon aggiunge: "Roy, il mio personaggio, non è un eroe, non sceglie cosa fare, ma è spinto dalla genetica. Il suo dovere è aiutare suo figlio". Riflettendo sul senso del mistero che circonda la storia e sulle domande a cui non viene data volutamente risposta, Nichols conclude: "Questo film è frutto di una serie di esperimenti. Ho deciso di eliminare le informazioni perché mi sono reso conto che evitando troppe spiegazioni il film funziona meglio. Il pubblico non ha bisogno di sapere tutto".