È la mia profonda paura dell'imbarazzo che mi permette di continuare: è questa la chiave del mio successo.
È difficile immaginare che la carriera di Michelle Pfeiffer, una di quelle attrici in grado di incarnare un autentico modello di perfezione, sia stata sempre legata a due elementi costanti: l'ansia del fallimento, un'insicurezza che la stessa Michelle si è sempre attribuita, a dispetto della sua enorme popolarità; e la volontà di proteggere la propria vita privata, a costo di tenersi quanto più possibile lontana dai riflettori. È anche questo il motivo per cui, nel 2002, la Pfeiffer si è presa una lunga pausa dalle scene, e negli ultimi tempi ha molto diradato le proprie apparizioni sullo schermo.
Nata a Santa Ana, in California, il 29 aprile 1958, Michelle Pfeiffer è diventata un'icona del cinema americano degli anni Ottanta: è stata la femme fatale cocainomane Elvira Hancock in Scarface di Brian De Palma, imponendosi da subito come modello di stile, e la leggiadra Isabeau d'Anjou in Ladyhawke; ha affiancato Cher e Susan Sarandon nel club de Le streghe di Eastwick di George Miller e si è reinventata star della commedia brillante in Una vedova allegra... ma non troppo di Jonathan Demme.
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Michelle, ma belle: la più timida delle dive
Eppure, si potrebbe immaginare perfino una "carriera parallela" per Michelle Pfeiffer, nonostante i numerosi cult interpretati e l'ampio numero di riconoscimenti ottenuti, fra cui tre nomination all'Oscar e l'Orso d'Argento al Festival di Berlino 1993 per Due sconosciuti, un destino. Il desiderio di curare la propria vita privata (da venticinque anni è sposata con l'autore televisivo David E. Kelley) e di evitare una sovraesposizione mediatica l'ha indotta infatti a rifiutare progetti come Basic Instinct, Casinò, Evita e Still Alice, ma soprattutto a rinunciare al ruolo di Clarice Starling ne Il silenzio degli innocenti. L'anno scorso, in compenso, la splendida Michelle è tornata finalmente a lavorare a pieno ritmo: ha sfilato nel lussuoso cast di Assassinio sull'Orient Express di Kenneth Branagh e ha rubato la scena in una parte ambigua e inquietante in Madre! di Darren Aronofsky, mentre in TV ha affiancato Robert De Niro nel film The Wizard of Lies.
Quest'anno, invece, Madame Pfeiffer ha raccolto gli applausi della critica come protagonista del dramma indipendente Where Is Kyra? e a breve comparirà nel blockbuster della Marvel Ant-Man and the Wasp. Nel frattempo, oggi festeggiamo i sessant'anni di questa diva timida, riservata e straordinariamente affascinante ripercorrendo i momenti salienti della sua filmografia: cinque magnifiche interpretazioni con le quali la biondissima Michelle ha saputo sorprenderci e ammaliarci.
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5. Paura d'amare
Nel 1991, otto anni dopo il cult Scarface, Michelle Pfeiffer e Al Pacino sono tornati a recitare fianco a fianco in Paura d'amare, trasposizione per lo schermo della pièce teatrale Frankie and Johnny. E nella commedia romantica diretta da Garry Marshall, Michelle si dimostra perfetta nei panni di Frankie, cameriera ultratrentenne profondamente insicura e decisa a tenere a distanza gli uomini, fino all'incontro con l'ex galeotto Johnny, il quale si innamora follemente di lei. La Pfeiffer, infatti, è impeccabile nel far emergere le fragilità, le paure e i sommessi desideri del proprio personaggio, risultando assolutamente convincente in ogni singolo momento del film.
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4. Le relazioni pericolose
Ne Le relazioni pericolose, capolavoro di Stephen Frears tratto nel 1988 dal romanzo epistolare di Choderlos de Laclos e ambientato nella Francia di fine Settecento, Michelle Pfeiffer si immerge nel ruolo di Madame de Tourvel: una giovane donna sposata, morigerata ed ingenua, che si ritrova ad essere l'inconsapevole bersaglio di una scommessa fra il Visconte de Valmont (John Malkovich) e la Marchesa de Merteuil (Glenn Close). La Pfeiffer si immerge con intensità estrema in un personaggio che, dietro l'apparenza angelica, vive un conflitto sfibrante tra l'innocenza e la passione, e grazie a Le relazioni pericolose si è guadagnata il BAFTA Award come miglior attrice supporter e la sua prima nomination all'Oscar.
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3. Batman - Il ritorno
Una scommessa vinta su tutta la linea, e probabilmente il ruolo più popolare e conosciuto nella carriera di Michelle Pfeiffer: quello di Selina Kyle, alias Catwoman, ambigua antieroina che da una parte seduce il milionario Bruce Wayne (Michael Keaton), dall'altra sfida a guerra aperta il supereroe Batman. Ingaggiata da Tim Burton dopo che una Annette Bening in dolce attesa aveva dovuto cedere la parte, nel 1992 la Pfeiffer è l'arma vincente di Batman - Il ritorno: tanto la sua Selina Kyle appare goffa, impacciata e dolcemente patetica, quanto la sua Catwoman è in grado di sfoderare un carisma inesorabile e un oscuro senso di minaccia. Michelle, in sostanza, si confronta con un'icona del mondo dei fumetti e ne ricava una performance davvero memorabile.
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2. L'età dell'innocenza
Cinque anni dopo Madame de Tourvel, Michelle Pfeiffer è tornata ad impersonare un'altra donna travolta da una passione illecita e dilaniata fra ragione e sentimento in uno dei capolavori di Martin Scorsese, L'età dell'innocenza, superba trasposizione del classico di Edith Wharton, ambientato nell'alta società newyorkese del diciannovesimo secolo. La Pfeiffer illumina lo schermo nel ruolo della Contessa Ellen Olenska, tenuta ai margini del bel mondo newyorkese a causa di uno sventurato matrimonio ma destinata ad innamorarsi dell'avvocato Newland Archer (Daniel Day-Lewis), il fidanzato di sua cugina May Welland (Winona Ryder); e l'attrice, qui in una delle sue interpretazioni più belle, trasmette appieno la forza di carattere, i sentimenti contrastanti e l'intimo struggimento della protagonista.
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1. I favolosi Baker
È una Michelle Pfeiffer semplicemente radiosa, in grado di sprigionare un magnetismo irresistibile, quella che nel 1989 ci ha regalato una strepitosa prova d'attrice ne I favolosi Baker, dramma sentimentale scritto e diretto da Steve Kloves. I "favolosi Baker" del titolo sono i fratelli Jack e Frank (Jeff Bridges e Beau Bridges), che si guadagnano da vivere suonando il pianoforte nei locali di Seattle, fin quando decidono di dare una svolta alla loro professione assumendo una cantante: Susie Diamond, una ragazza che, dietro i modi schietti e talvolta sgraziati, si rivela un'autentica "bestia da palcoscenico", ma finirà per alterare gli equilibri tra i due fratelli. La Pfeiffer, sensuale come non mai, non si limita a prestare la propria voce alle canzoni del film, ma costruisce un personaggio intrigante e contraddittorio, e grazie a I favolosi Baker si è aggiudicata il Golden Globe come miglior attrice e la sua seconda nomination all'Oscar.